On line la nuova edizione dei Rapporti sulle principali comunità migranti presenti in Italia (2015)
L’analisi fa il punto sulle diverse dimensioni della presenza e dell'integrazione
I Rapporti sulle comunità, curati annualmente dallaDirezione Generale immigrazione e politiche di integrazione del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali con il supporto di Italia Lavoro S.p.A., rappresentano uno strumento di conoscenza e approfondimento delle caratteristiche delle principali comunità migranti presenti in Italia (albanese, bengalese, cinese, ecuadoriana, egiziana, filippina, indiana, marocchina, moldava, pakistana, peruviana, senegalese, srilankese, tunisina, ucraina).
Giunti alla quarta edizione, i Rapporti analizzano una serie di dati relativi a diverse dimensioni del processo migratorio, della presenza e dell’integrazione: le caratteristiche sociodemografiche, le dinamiche di partecipazione al mercato del lavoro, al sistema sanitario e al welfare, i percorsi scolastici dei giovani provenienti da un contesto migratorio, la partecipazione sindacale. Tra gli approfondimenti, quelli dedicati ai minori non accompagnati, ai NEET, all’imprenditoria migrante; tra le novità dell’edizione 2015, il focus sull’inclusione finanziaria realizzato grazie alla sinergia con CeSPI.
I dati dell'edizione 2015 mostrano uno scenario migratorio caratterizzato da unrallentamento della crescita delle comunità più radicate, come quella marocchina e albanese (-1,2% e -0,8% rispetto al 2014). Al contempo crescono le comunità dalla più recente storia migratoria, come la pakistana (+8,9%) e la bengalese (+8,6%).
L’analisi delle tipologie di permesso di soggiorno consente di fotografare il grado di radicamento delle comunità sul territorio: in alcune – come l’albanese e la tunisina - i titolari di permesso di lungo soggiorno UE rappresentano quasi il 70% dei regolarmente soggiornanti, mentre in altre – come la bengalese e la cinese – tale quota è inferiore al 50%. Nel caso di comunità come quella albanese e marocchina i titoli di soggiorno legati a motivazioni familiari rappresentano quasi il 50% dei casi. In altre – come quella cinese, filippina e ucraina - si rileva un’incidenza superiore al 70% dei permessi di soggiorno rilasciati per motivi di lavoro.
I Rapporti e le relative sintesi sono disponibili nell’area Paesi del Portale Integrazione Migranti.