14/10/09

curarsi a roma



Stranieri e sanità, corsa ad ostacoli
Chiara Righetti

Barriere «economiche, burocratiche, organizzative. Ma anche culturali, dal diverso approccio alla salute alle difficoltà linguistiche. Sono molti gli ostacoli che si frappongono fra gli immigrati e l´accesso alle cure» spiega Salvatore Geraci, responsabile Area sanitaria Caritas che gestisce fra gli altri lo storico ambulatorio per stranieri di via Marsala, accanto alla stazione Termini (06.4463282).

Proprio per abbattere queste barriere è nato lo sportello "Informasalute" di via Luzzatti 8; non un ambulatorio, ma un servizio di orientamento gestito da volontari di origine straniera (lun.-ven. 9.30-12.30, mar. e giov. 15-18, tel. 06.77307553). «La posizione strategica, accanto a piazza Vittorio - spiega la referente Lourdes Landeo - aiuta a entrare in contatto con le comunità bengalese e cinese, quelle che hanno più difficoltà nell´accesso ai servizi. Negli ultimi mesi abbiamo lavorato molto con gli irregolari, per contrastare la "fuga" dalla sanità creata dalla paura dalla segnalazione. Ma anche per gli immigrati in regola lo sportello ha un ruolo fondamentale: per chi non parla la lingua una semplice telefonata al Cup può diventare un problema».



Ancora più difficile curarsi per chi è fuggito dal proprio Paese, spesso portando con sé le ferite di guerre e persecuzioni. A Roma se ne occupa, sempre in via Luzzatti, il SaMiFo, creato in collaborazione fra Centro Astalli e Asl RMA per i "migranti forzati", richiedenti asilo e rifugiati (06.77307555, lun.-ven. 9-12.30). «Oltre alla medicina generale - spiega Pietro Benedetti, responsabile della struttura per il Centro Astalli - offriamo servizi di psichiatria, psicologia, e di recente anche ginecologia, perché fra quanti sono costretti a lasciare il loro Paese le donne sono una categoria ancora più vulnerabile. Molte non hanno mai fatto una visita ginecologica in patria, alcune hanno subito violenza». Poi ci sono un´unità di medicina legale e un gruppo di lavoro per vittime di tortura.


Altro punto di riferimento per la medicina delle migrazioni è l´ospedale San Gallicano, dove Aldo Morrone ha creato anni fa uno dei primi centri medici per immigrati, oggi sede dell´Inmp (Istituto nazionale per la promozione della salute delle popolazioni migranti, via San Gallicano 25/a, 06.58543739). Da un anno al suo interno è attivo uno sportello di Avvocati di strada, che affianca all´assistenza medica quella giuridica, e venerdì sarà presentato il nuovo servizio per i senza dimora.
Un capitolo a parte è quello degli stranieri senza documenti, cui la legge garantisce il diritto alle cure urgenti ed essenziali e la tutela dell´infanzia e della maternità. Per accedervi, occorre un tesserino STP (straniero temporaneamente presente) che viene rilasciato da tutte le Asl. Ma anche qui gli ostacoli non mancano, Ecco perché, accanto alle realtà istituzionali, per le cure agli "STP" sono attive molte realtà del privato sociale (dall´Amsi a Sant´Egidio, dalla Casa dei diritti sociali al centro Welcome) riunite nel GrIS, "Gruppo di collegamento immigrazione e salute". E un nuovo GrIS specifico per richiedenti asilo e rifugiati si riunisce per la prima volta oggi all´ambulatorio Caritas.

Nessun commento:

Posta un commento