05/08/15

Welcome to Italy, da profughi a cittadini. Una web serie racconta l'integrazione


Progetto welcome in Italy
Fonte: http://www.infofilieraroma.it/




Siamo cittadini provenienti da diversi continenti del Mondo che vivono e lavorano a Roma.
Ci siamo riuniti intorno ad un progetto finanziato con fondi europei, InfoFilieraRoma.it, con lo specifico obiettivo di creare informazione e forme di comunicazione e dialogo fra le comunità straniere partecipanti e la realtà italiana.
Per la prima volta saremo noi i protagonisti diretti di questa esperienza e, attraverso la produzione di comunicati e filmati, creeremo noi un’informazione tale che sia utile, per forma e contenuto, ai nostri connazionali e a tutti coloro che hanno deciso di costruire il proprio progetto migratorio nella città di Roma e più in generale in questo paese.
Crediamo che questa sia una grande opportunità per riflettere sulla nostra condizione di immigrati e per riuscire a superare questa categorizzazione, diventando finalmente, anche agli occhi degli altri, veri cittadini italiani.
Dallo scambio di opinioni e differenti necessità abbiamo individuato alcuni temi fondamentali, molti di natura pratica, sui quali basare il nostro lavoro e che saranno veicolati attraverso la produzione di sceneggiati e documentazione in lingua.

L’obiettivo è quello di accompagnare gli individui nella loro trasformazione da immigrati isolati a cittadini integrati.

Il riconoscimento dei titoli di studio e delle qualifiche professionali



IL RICONOSCIMENTO DEI TITOLI DI STUDIO E DELLE QUALIFICHE PROFESSIONALI

 Fonte: www.integrazionemigranti.gov


Il focus, alla luce della complessità della materia, non ha carattere esaustivo. Tra le fonti utilizzate per la redazione del focus: Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca; Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento Politiche Europee; Qualifyme.itSi ringrazia l’Ismu per i suggerimenti forniti.
Si invitano i soggetti istituzionali interessati, gli operatori del settore e gli utenti del Portale Integrazione Migranti a inviare osservazioni, commenti e integrazioni al seguente indirizzo email: RedazioneIntegrazione@lavoro.gov.it.
 
  

Consultazione pubblica sulla Blue Card e sulle politiche dell'Unione Europea in materia di immigrazione per lavoro


La Commissione europea ha lanciato una consultazione pubblica che contribuirà a promuovere una politica UE di migrazione economica più efficace in termini di lavoro. Una sezione di questa consultazione è dedicata alla Carta Blu UE (scadenza 21 agosto)

Fonte: integrazionemigranti.gov.it

Cittadinanza italiana, dal 18 maggio basta un click per la richiesta


Il passaporto della Repubblica Italiana
11 Maggio 2015
Fonte: www.interno.gov.it
Occorre registrarsi al sistema informatizzato curato dal dipartimento per le Libertà civili e l’Immigrazione
Con il sistema informatizzato curato dal dipartimento per le Libertà civili e l’Immigrazione stop ai modelli cartacei. E' stata, infatti, confermata la data del 18 maggio per l’avvio della nuova modalità informatica che prevede l’invio on line dell’istanza di cittadinanza, messa a punto dal dipartimento per le Libertà civili e l’immigrazione - direzione centrale per i Diritti civili, la cittadinanza e le minoranze.

Cosa deve fare il cittadino

Il richiedente compilerà la domanda, utilizzando le credenziali d’accesso ricevute a seguito di registrazione sul portale dedicato al seguente indirizzo https://cittadinanza.dlci.interno.it, e la trasmetterà in formato elettronico, insieme ad un documento di riconoscimento, agli atti formati dalle autorità del Paese di origine (atto di nascita e certificato penale) e alla ricevuta del pagamento del contributo di euro 200,00 previsto dalla legge n. 94/2009.

Quel bambino nel trolley che cercava in Europa la sua seconda nascita

Il migrante di 8 anni nascosto per raggiungere il papà in Spagna

FOnte: corriere.it


di Emanuele Trevi




Il piccolo di 8 anni dentro la valigia durante i controlli del 7 maggio (Reuters)Il piccolo di 8 anni dentro la valigia durante i controlli del 7 maggio (Reuters)
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Cercavano droga, gli agenti dell’enclave spagnola di Ceuta, insospettiti dal nervosismo di una ragazza marocchina che trascinava alla frontiera un trolley riempito di qualcosa di pesante. Ma i raggi X del posto di controllo hanno rivelato l’impensabile: un bambino di otto anni, di origine ivoriana, raggomitolato in posizione fetale in quell’utero di dura plastica dotato di manico e rotelle. Fallito il tentativo, si è presentato alle autorità il padre, lui munito di regolari documenti.
La notizia è tutta qui, poche parole come fossero un minuscolo mattone da aggiungere alla Torre di Babele della follia umana. Una di quelle curiosità prive di un finale cruento che si dimenticano una frazione di secondo dopo averle lette, inabissandosi in quella zona grigia nella quale i comunicati delle agenzie convivono con le fantasie più oziose, i sogni, le leggende metropolitane. Ma dall’avventura è venuta fuori un’immagine così potente e rivelatrice da imporsi nell’infinito caleidoscopio quotidiano del web. Una volta tanto, non è esagerato il luogo comune: questo sì che è un simbolo dei nostri tempi.
È raro trovarsi di fronte a un vero simbolo, che è come il proverbiale quadrifoglio nascosto in un prato di allegorie e di emblemi: di immagini, vale a dire, dotate di un significato univoco e più o meno facilmente decifrabili. A differenza della maggior parte delle immagini, il simbolo è dotato di un eccesso di energia, che non si lascia esaurire dalla sua semplice decifrazione. Lo si potrebbe definire come un discorso che porta avanti un’idea e insieme il contrario di quell’idea: senza che una prevalga o annulli l’altra. Non a torto i razionalisti sono sempre infastiditi e spaventati dai simboli. Ma è pur vero che tutte le cose davvero importanti e decisive della vita umana contengono al loro interno queste coppie di contrari: paura e desiderio, arroganza e timidezza, libertà e necessità...
Non diversamente, il bambino nel trolley esprime disperazione e speranza, o se si preferisce: l’idea di un futuro possibile che germina nel terreno della più nera e irrimediabile mancanza di futuro.

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Bimbo di otto anni nascosto in un trolley per passare la frontiera con l’Europa

Bisogna guardarla a lungo, quest’immagine, con la pazienza e l’attenzione con le quali ci disporremmo ad ascoltare una lezione importante. Parlando del trolley come di un utero artificiale, non volevo proporre solo un paragone che si impone abbastanza spontaneo all’osservatore. La cosa che più assomiglia al fermo immagine sul monitor della polizia di frontiera di Ceuta in effetti è una di quelle ecografie che si fanno a intervalli regolari durante una gravidanza, per controllare che tutto proceda bene. Come i feti dei nascituri, anche il bambino nel trolley sembra immerso in una specie di liquido amniotico, dove aspetta il suo momento. E quello che suo padre desiderava per lui non era nient’altro che una seconda nascita, che avesse il potere di correggere l’errore della prima. Perché non ha senso nascere dove non è possibile vivere. 
Come il bambino del trolley tutti coloro che arrivano qui, o vengono respinti alle frontiere, o muoiono nel tentativo, tutti questi esseri umani, senza eccezione, cercano questa seconda nascita. Sono milioni, e probabilmente non c’è legge o forza umana capace di ostacolarne o impedirne l’arrivo. Perché se la volontà di un singolo è soggetta a tutte le incertezze e i cambiamenti, la volontà di una moltitudine è come un vento o una marea.
Presto ci accorgeremo che non aveva nemmeno senso nutrirne un’opinione, che si trattasse del nobile ideale dell’accoglienza o della turpe invocazione delle cannoniere. Che importanza ha ciò che si pensa dell’inevitabile? Guardate il bambino del trolley, che aspetta di correggere l’opera della natura con un po’ di cibo e di dignità, e rassegnatevi all’impotenza del pensiero, delle ideologie. Nessuno potrà impedirgli di rinascere. Potrei aggiungere che è giusto che sia così, ma questa è solo una mia opinione. È così e basta.

È L’INTEGRAZIONE CHE PERMETTE ALLA SCUOLA DI ESSERE LA ‘BUONA SCUOLA’

 
Il maestro Ongini e le sfide della scuola multiculturale
"Gli alunni e gli studenti di origine non italiana sono diventati una realtà strutturale del nostro Paese. Ma ne sappiamo molto poco. Anche per questo si diffondono opinioni sbagliate e pregiudizi. Conviene partire da una mappa ragionata della realtà per  fare sì che la ‘buona scuola’ si affermi in Italia”. Così Vinicio Ongini, maestro elementare per vent’anni e attualmente esperto per l’Ufficio immigrazione, orientamento e lotta all’abbandono scolastico del Ministero dell’Istruzione, nell’incontro dedicato a un’analisi dell’immigrazione nella dinamica della mobilità sociale.