21/08/14

Secondo l’OCSE, l’Italia ha bisogno di migliorare l’integrazione degli immigrati nella società e nel mercato del lavoro

Organisation for Economic Co-operation and Development

Fonte: oecd.org

07/07/14 - Secondo il rapporto OCSE, l’Italia dovrebbe impegnarsi per favorire l’integrazione degli immigrati e dei loro figli nella società e far sì che acquisiscano le capacità necessarie per migliorare le loro prospettive lavorative e i loro salari.

Lavoro per gli immigrati: l’integrazione nel mercato del lavoro in Italia afferma che l’Italia, insieme alla Spagna, è il Paese OCSE che dal 2000 ha vissuto la maggiore crescita annuale della popolazione immigrata. La percentuale di immigrati sul totale della popolazione è quasi triplicata tra il 2001 e il 2011 fino a raggiungere il 9%.

Molti immigrati arrivano in Italia per lavorare, piuttosto che per ricongiungimento familiare o per ragioni umanitarie, e nella popolazione in età lavorativa il loro tasso di occupazione è maggiore rispetto ai nativi. Molti di loro, però, sono intrappolati in lavori a bassa produttività e mal pagati e costituiscono una buona parte dei lavoratori in condizioni di povertà.

Lavoro per gli immigrati L'integrazione nel mercato del lavoro in Italia

Lavoro per gli immigrati

Lavoro per gli immigrati

L'integrazione nel mercato del lavoro in Italia You do not have access to this content

Italian
Click to Access: 
OECD
Publication Date :
07 July 2014


Abstract
Fino alla metà degli anni Novanta, la percentuale degli immigrati in Italia era relativamente bassa nel confronto internazionale. L’immigrazione verso l’Italia è cresciuta rapidamente durante gli ultimi quindici anni. Tale crescita è riconducibile a una persistente domanda di lavoratori stranieri per posti di lavoro poco qualificati e poco remunerati, alla vicinanza delle zone di conflitto e all’allargamento dell’Unione europea alla Romania e la Bulgaria, avvenuto nel 2007. Questo rapporto presenta una visione d’insieme delle competenze e delle qualifiche degli immigrati in Italia, dei loro principali risultati nel mercato del lavoro paragonati a quelli degli altri Paesi a livello internazionale e della loro evoluzione nel tempo, tenendo conto della forte segmentazione del mercato del lavoro italiano e dell’alta percentuale di posti di lavoro informali.
Il rapporto analizza la struttura di riferimento e i principali strumenti d’intervento per l’integrazione. Dedica una particolare attenzione al finanziamento e alla distribuzione delle competenze tra responsabili a livello nazionale e subnazionale. Infine, esamina l’integrazione scolastica e la transizione scuola-lavoro dei figli degli immigrati
 
Fonte: www.oecd-ilibrary.org/social-issues-migration-health/lavoro-per-gli-immigrati_9789264216570-it;jsessionid=1ubw5qrtfavlf.x-oecd-live-02

Expand / CollapseHide / Show all Abstracts 

20/08/14

Ministero dell'interno: dati sul fenomeno migratorio

Il ministro dell'Interno, in visita sull'isola, ha incontrato gli operatori impegnati a fronteggiare l'emergenza immigrazione nel Mediterraneo

Fonte: interno.it

«Grazie a tutti quelli che, facendo il proprio lavoro, ogni giorno difendono la bandiera italiana, la frontiera europea, e salvano migliaia di vite». Con queste parole il ministro Alfano ha concluso la visita sull'isola di Lampedusa dove ha ringraziato personalmente tutti gli operatori impegnati a fronteggiare l'emergenza immgirazione nel Mediterraneo.
Incontrando la stampa, il responasbile del Viminale ha ricordato che sono stati costituiti «appositi gruppi operativi nelle città della Sicilia con personale dello Sco e delle squadre mobili che lavora in stretto contatto delle altre Forze dell'ordine» e che dall'inizio di maggio 2013 sono stati tratti in arresto 539 scafisti, per lo più tunisini ed egiziani. «L'Italia - ha aggiunto Alfano - non può continuare a pagare il conto di tutto quello che si verifica nell'altra parte del Mediterraneo, perchè poi, al netto di tutte le chiacchiere, la verità che ci consegna questi sbarchi è che l'instabilità della Libia si scarica sulla Sicilia e sull'Italia. Ecco perchè diciamo all'Europa che l'immigrazione non è un problema italiano ma europeo».
Nel corso della visita sull'isola il ministro, accompagnato dal sindaco Giuseppina Maria Nicolini, si è recato dapprima nella base dell'Aereonautica militare, poi al molo Favarolo per salutare gli operatori della Polizia di Stato, dei Carabinieri, della Guardia di Finanza, della Capitaneria di Porto, dei Vigili del fuoco.

Ministero dell'Interno: report delle attività e dati sull'immigrazione



Presentati i dati relativi all’attività del ministero dell’Interno nell'ultimo anno. Immigrazione: sbarcati 116.944 migranti. Tra le regioni, Sicilia al top per arrivi e accoglienza, 53.243 le presenze nelle strutture sul territorio nazionale. Antmafia: 1.779 i boss arrestati, 31 comuni commissariati e 10.769 beni sequestrati, per 4.895 milioni di euro. Oltre 681.000 gli interventi dei Vigili del fuoco. Piano d'azione e coesione, finanziati 128 progetti

Fonte: interno.it  
www.interno.gov.it/mininterno/export/sites/default/it/assets/files/28_2014/2014_08_15_slides_CNOSP_15_AGO.pdf

In tema di diritti umani ed immigrazione il ministro dell’Interno ha ricordato l’incontro del 14 agosto a Lampedusa con gli operatori impegnati a fronteggiare l'emergenza nel Mediterraneo ed i dati diffusi alla stampa in quella circostanza. «L’Italia si è dimostrata ancora una volta campione del mondo di accoglienza. In questo giorno dobbiamo ringraziare tutte le donne e gli uomini che, dall’ottobre scorso con l’avvio dell’operazione ‘Mare Nostrum’, hanno salvato oltre 60.000 vite umane». «La nostra linea – ha proseguito Alfano – rimane la stessa: accogliere quelli che rischiano la morte, la persecuzione nel loro Paese di origine ma, al tempo stesso, rispettare tutte le leggi che prevedono il contrasto all’immigrazione illegale».
Il sistema dell’accoglienza in Italia, al 31 luglio 2014, conta 53.243 presenze ospitate nelle strutture temporanee, nei centri governativi e nel sistema dello Sprar. Nella distribuzione regionale il podio va alla Sicilia con il 28%, segue il Lazio con il 13% e la Puglia con l’11%.



Le lingue degli stranieri


Fonte: www.istat.it/it/archivio/129285
Il rumeno è la lingua di origine più comune tra gli stranieri residenti in Italia: è indicata come lingua madre da quasi 800 mila persone (21,9% della popolazione straniera di 6 anni e più). Seguono l'arabo (oltre 475 mila persone, 13,1%), l'albanese (380 mila) e lo spagnolo (255 mila), parlato da persone provenienti prevalentemente dagli Stati andini dell'America meridionale.
Gli stranieri di madrelingua italiana sono oltre 160 mila, pari al 4,5% della popolazione straniera di 6 anni e più. Nel 16,8% dei casi essi sono cittadini albanesi, nel 12,1% marocchini e nell'11,1% rumeni. Tra i minorenni, è di madrelingua italiana uno su quattro. Sono l'8,1% gli stranieri (di 6 anni e più) che dichiarano di conoscere la lingua italiana in età prescolare oltre ad un'altra lingua.
Tra i maggiorenni, 17 stranieri su 100 hanno seguito corsi di italiano. Le persone di madrelingua araba seguono corsi di italiano più frequentemente rispetto agli altri (23%).
Per il 38,5% degli stranieri di sei anni e più la lingua prevalente in famiglia è l'italiano. Tra le donne la quota arriva al 45,7%, rispetto al 29,7% degli uomini, ma sono soprattutto i minori (6-17 anni) a parlare italiano in famiglia (47,3% contro il 36,8% dei maggiorenni).
Nota. In data odierna, alle ore 16,40, il file .zip "Tavole" è stato integrato

Istat: statistiche stranieri 2014

Al 1° gennaio 2014, in base ai dati forniti dal Ministero dell'Interno, sono regolarmente presenti in Italia 3.874.726 cittadini non comunitari.
Fonte: istat.it
Tra il 2013 e il 2014 il numero di cittadini non comunitari regolarmente soggiornanti è aumentato di circa 110 mila unità (+3%)
I paesi di cittadinanza più rappresentati sono Marocco (524.775), Albania (502.546), Cina (320.794), Ucraina (233.726) e Filippine (165.783). Tali 5 paesi rappresentano il 45,1% del totale dei cittadini non comunitari presenti.
I minori presenti in Italia costituiscono il 23,9% degli stranieri non comunitari regolarmente soggiornanti.
Continua a crescere la quota di soggiornanti di lungo periodo: passano da 2.045.662 nel 2013 a 2.179.607 nel 2014; questi rappresentano il 56,3% dei cittadini non comunitari regolarmente presenti.
Integrale
(pdf 732 KB)
Tavole
(zip 340 KB)
Prospetti
(zip 126 KB)

Eurostat – i dati sulle richieste di asilo per il 2013 nel 28 Stati dell’Ue


In occasione della giornata mondiale del rifugiato del 20 giugno l’Ufficio statistico dell’Unione europea EUROSTAT ha rilasciato i dati definitivi sugli esiti delle richieste di protezione internazionale presentate nei 28 Stati membri nel 2013.

Il Consiglio d’Europa : tolleranza zero per le vite perse in mare


Con l’adozione di una risoluzione sul tema “La barca lasciata a morire: azioni e reazioni”, l’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa, riunita in sessione plenaria a Strasburgo il 24 giugno 2014, ha riconosciuto l’importante lavoro degli Stati membri, in particolare dell’Italia, volto a salvare un numero maggiore di vite in mare. Tuttavia, l’Assemblea ha affermato che rimangono ancora delle preoccupazioni, “tra cui l’incapacità di comunicare, individuare e ammettere la responsabilità e imparare la lezione”.

Il testo adottato, basato su un rapporto di Tineke Strik (Paesi Bassi, SOC) chiede “tolleranza zero per le vite perse in mare”, consigliando standard chiari, vincolanti e comuni per le operazioni di ricerca e salvataggio (SAR) e per lo sbarco, un ulteriore impegno nell’assistere gli Stati costieri ad accrescere le risorse per le operazioni SAR e porre fine a tutti i disincentivi per le navi private a condurre i salvataggi. L’Assemblea ha inoltre chiesto la creazione di canali legali sicuri per l’Europa attraverso l’armonizzazione delle procedure di asilo comuni e la solidarietà.

Un secondo rapporto di Christopher Chope (Regno Unito, EDG) sul tema “l’arrivo di massa di flussi migratori misti sulle coste italiane”, discusso congiuntamente con il rapporto di Strik, ha elogiato “il miglioramento del lavoro condotto dalle autorità italiane nel rispondere alle emergenze”, in particolar modo tramite l’operazione Mare Nostrum. Tuttavia, ha sottolineato il fatto che vi sono ulteriori sfide strutturali nelle politiche migratorie italiane ed europee che necessitano un’azione immediata per adeguare il sistema a tale scopo.
Fonte: COE

Integrazione dei migranti nell’Ue a rischio per mancate politiche di sostegno


 L’Assemblea del Consiglio d’Europa ha espresso il 26 giugno 2014  la sua preoccupazione in merito alla situazione degli immigrati regolari e dei loro figli, il cui livello globale di integrazione resta, a suo avviso, insoddisfacente. Sulla base degli indicatori quantitativi e qualitativi sviluppati nel rapporto di Marietta Karamanli (Francia, SOC), i parlamentari hanno rilevato un’insufficienza di politiche pubbliche in molti Stati membri in relazione a diversi settori dell’integrazione degli immigrati.

Al fine di promuovere più efficacemente tale integrazione, l’APCE ha sottolineato la necessità di tornare a politiche onnicomprensive che assicurino una migliore redistribuzione della ricchezza verso le popolazioni che hanno scarse risorse e ha consigliato di prendere una serie di misure in ambito di mercato del lavoro, istruzione, partecipazione politica, discriminazione e ricongiungimento familiare.

Video del dibattitoRisoluzione adottata

Le conclusioni del Consiglio europeo del 26 e 27 giugno 2014


Fonte: asgi.it 
Il Consiglio europeo ha presentato il proprio documento programmatico che il nuovo parlamento europeo dovrà approvare il prossimo 16 luglio.
Nell’agenda strategica trovano spazio le priorità chiave per i prossimi cinque anni, tra cui quelle inerenti la gestione dei flussi migratori, la tutela del diritto all’asilo e la libertà di circolazione .
Il Consiglio ha invitato le istituzioni dell’UE e gli Stati membri ad attuare pienamente tali priorità nel loro lavoro. Ricordando che di fronte a sfide quali l’instabilità in molte parti del mondo e le tendenze demografiche mondiali ed europee, l’Unione – secondo il Consiglio Europeo  -  deve dotarsi di una politica efficace e ben gestita in materia di migrazione, asilo e frontiere, guidata dai principi di solidarietà ed equa condivisione delle responsabilità sanciti dal trattato, in conformità dell’articolo 80 del TFUE e garantendone l’effettiva attuazione.
Sulla protezione internazionale  l’impegno dell’Unione, secondo il Consiglio  ” richiede una solida politica europea in materia di asilo fondata sulla solidarietà e la responsabilità. Il pieno recepimento e l’attuazione efficace del sistema europeo comune di asilo (CEAS) costituiscono una priorità assoluta” . Si chiede che si svolti verso “norme comuni di livello elevato e in una maggiore cooperazione, creando condizioni di parità che assicurino ai richiedenti asilo le stesse garanzie di carattere procedurale e la stessa protezione in tutta l’Unione.” Al contempo si auspica anche “un rafforzamento del ruolo svolto dall’Ufficio europeo di sostegno per l’asilo (EASO), in particolare promuovendo l’applicazione uniforme dell’acquis”.
Tuttavia la “soluzione sostenibile”  del Consiglio europeo per affrontare le cause profonde dei flussi di migrazione irregolare e promuoverne la  prevenzione,  continua ad essere l’intensificazione della “cooperazione con i paesi di origine e di transito, anche attraverso l’assistenza volta a rafforzare le loro capacità di gestione della migrazione e delle frontiere” Solo la scorsa settimana  Human Rights Watch ha reso noto il rapporto sulle centri detenzione in Libia, in parte finanziati dall’Unione europea, dimostrando le condizioni e i trattamenti degradanti a cui vengono sottoposti i migranti.
Le politiche migratorie  ” devono diventare una parte integrante molto più importante all’interno delle politiche esterne e di sviluppo dell’Unione, applicando il principio “di più a chi fa di più” e basandosi sull’approccio globale in materia di migrazione e mobilità. Secondo il Consiglio europeo, l’attenzione dovrebbe essere posta sui seguenti elementi:
• potenziamento ed espansione dei programmi di protezione regionale, in particolare nelle vicinanze delle regioni di origine, in stretta collaborazione con l’UNHCR;aumento dei contributi a favore degli sforzi di reinsediamento a livello mondiale, considerando in particolare l’attuale protrarsi della crisi in Siria;
• lotta più incisiva contro il traffico e la tratta di esseri umani, incentrandosi sui paesi e le rotte prioritari;
• istituzione di un’efficace politica comune di rimpatrio e applicazione degli obblighi in materia di riammissione di cui agli accordi con i paesi terzi;
• piena attuazione delle azioni individuate dalla task force “Mediterraneo”.

Piano operativo nazionale per fronteggiare il flusso straordinario di cittadini extracomunitari

Conferenza unificata Stato Regioni . Il testo del Piano sull’accoglienza

Approvato l’ accordo istituzionale che prevede che prevede lo stanziamento di 370 milioni da parte del governo e  la creazione degli hub regionali per la prima accoglienza,  strutture dalla capienza massima di 100 posti, in cui i migranti arrivano 48 ore dopo lo sbarco e resteranno un tempo limitato ( al massimo due mesi, il tempo della richiesta di asilo) per poi transitare nel sistema  Sprar Il piano prevede anche che gli hub regionali vadano lentamente a sostituire i Cara.
Nel sistema Sprar e’ stata inserita anche la gestione dei minori non accompagnati, che finora avevano una gestione separata.

Handbook on European law relating to asylum, borders and immigration

June
2014
The Handbook on European law relating to asylum, borders and immigration is jointly produced by the European Court of Human Rights and the FRA. It examines the relevant law in the field of asylum, borders and immigration stemming from both European systems: the European Union and the Council of Europe. It provides an accessible guide to the various European standards relevant to asylum, borders and immigration.
Downloads: 

Handbook on European law relating to asylum, borders and immigration - 2014 edition

[pdf]bgdeelenesfrhrhuitro(3.26 MB)
The handbook is the second joint publication of this kind following a first handbook on non-discrimination issued in 2011. It is based on the case law of the European Court of Human Rights and the European Court of Justice as well as on the relevant EU regulations and directives. It is also a first point of reference on the European Social Charter (ESC) and other instruments of the Council of Europe.
It is designed to assist legal practitioners at national and European level, including lawyers, judges, prosecutors, border guards, immigration officials and others working with national authorities, as well as non-governmental organisations and other bodies that may be confronted with legal questions in any of the areas the handbook sets out to cover.
If you have any comments on the handbook or suggestions for improvements for upcoming versions of the publication, please send an email to migration@fra.europa.eu.
Looking at the situation of foreigners who are referred to by the EU as third-country nationals, the handbook covers a broad variety of topics, structured in the following nine chapters:•
  • access to the territory and to procedures (see Chapter 1)
    Provides an overview of the regimes applicable to those who wish to enter the territory of a European state. This chapter also sets out the main parameters that states have to respect under ECHR law as well as under EU law when imposing conditions for access to the territory or when carrying out border management activities.
     
  • status and associated documentation (see Chapter 2)
    Looks at status and documentation of different groups of migrants.
     
  • asylum determination and barriers to removal: substantive issues (see Chapter 3)
    Considers when an individual must not, or may not, be removed from a state due to requirements of EU law and/or the ECHR.
     
  • procedural safeguards and legal support in asylum and return cases(see Chapter 4)
    Looks at the procedure for examining applications for international protection (asylum procedures), as well as procedures for expulsion or return.
     
  • private and family life and the right to marry (see Chapter 5)
    Examines the right to respect for private and family life as well as the right to marry and to found a family. It also looks at questions relating to family regularisation and reunification as well as safeguards to preserve family unity.
     
  • detention and restrictions on the freedom of movement (see Chapter 6)
    This chapter deals with deprivation of liberty and restriction on the freedom of movement of asylum seekers and persons in return procedures. It lists the necessary procedural and substantial safeguards that have to be respected to ensure that detention is lawful and not arbitrary. It also covers alternatives to detention and concludes by providing some guidance relating to detention conditions and compensation for unlawful detention.
     
  • forced returns and manner of removal (see Chapter 7)
    Examines the manner in which an alien is removed from a state. Legal barriers to removal, such as barriers to removing asylum seekers, are examined in Chapters 1, 3 and 4.
     
  • economic and social rights (see Chapter 8)
    Provides a brief overview of both EU and Council of Europe standards relating to access to economic and social rights, namely the right to work, education, housing, healthcare and social protection.
     
  • persons with specific needs (see Chapter 9).
    Looks at certain groups of individuals who could be classified as especially vulnerable and requiring specific attention. Both EU and ECHR law may afford extra protection to persons with specific needs.