20/08/14

Le conclusioni del Consiglio europeo del 26 e 27 giugno 2014


Fonte: asgi.it 
Il Consiglio europeo ha presentato il proprio documento programmatico che il nuovo parlamento europeo dovrà approvare il prossimo 16 luglio.
Nell’agenda strategica trovano spazio le priorità chiave per i prossimi cinque anni, tra cui quelle inerenti la gestione dei flussi migratori, la tutela del diritto all’asilo e la libertà di circolazione .
Il Consiglio ha invitato le istituzioni dell’UE e gli Stati membri ad attuare pienamente tali priorità nel loro lavoro. Ricordando che di fronte a sfide quali l’instabilità in molte parti del mondo e le tendenze demografiche mondiali ed europee, l’Unione – secondo il Consiglio Europeo  -  deve dotarsi di una politica efficace e ben gestita in materia di migrazione, asilo e frontiere, guidata dai principi di solidarietà ed equa condivisione delle responsabilità sanciti dal trattato, in conformità dell’articolo 80 del TFUE e garantendone l’effettiva attuazione.
Sulla protezione internazionale  l’impegno dell’Unione, secondo il Consiglio  ” richiede una solida politica europea in materia di asilo fondata sulla solidarietà e la responsabilità. Il pieno recepimento e l’attuazione efficace del sistema europeo comune di asilo (CEAS) costituiscono una priorità assoluta” . Si chiede che si svolti verso “norme comuni di livello elevato e in una maggiore cooperazione, creando condizioni di parità che assicurino ai richiedenti asilo le stesse garanzie di carattere procedurale e la stessa protezione in tutta l’Unione.” Al contempo si auspica anche “un rafforzamento del ruolo svolto dall’Ufficio europeo di sostegno per l’asilo (EASO), in particolare promuovendo l’applicazione uniforme dell’acquis”.
Tuttavia la “soluzione sostenibile”  del Consiglio europeo per affrontare le cause profonde dei flussi di migrazione irregolare e promuoverne la  prevenzione,  continua ad essere l’intensificazione della “cooperazione con i paesi di origine e di transito, anche attraverso l’assistenza volta a rafforzare le loro capacità di gestione della migrazione e delle frontiere” Solo la scorsa settimana  Human Rights Watch ha reso noto il rapporto sulle centri detenzione in Libia, in parte finanziati dall’Unione europea, dimostrando le condizioni e i trattamenti degradanti a cui vengono sottoposti i migranti.
Le politiche migratorie  ” devono diventare una parte integrante molto più importante all’interno delle politiche esterne e di sviluppo dell’Unione, applicando il principio “di più a chi fa di più” e basandosi sull’approccio globale in materia di migrazione e mobilità. Secondo il Consiglio europeo, l’attenzione dovrebbe essere posta sui seguenti elementi:
• potenziamento ed espansione dei programmi di protezione regionale, in particolare nelle vicinanze delle regioni di origine, in stretta collaborazione con l’UNHCR;aumento dei contributi a favore degli sforzi di reinsediamento a livello mondiale, considerando in particolare l’attuale protrarsi della crisi in Siria;
• lotta più incisiva contro il traffico e la tratta di esseri umani, incentrandosi sui paesi e le rotte prioritari;
• istituzione di un’efficace politica comune di rimpatrio e applicazione degli obblighi in materia di riammissione di cui agli accordi con i paesi terzi;
• piena attuazione delle azioni individuate dalla task force “Mediterraneo”.

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