"Il dato è stato tenuto sotto chiave al ministero dell'Istruzione fino a pochi giorni fa. E adesso che è finalmente filtrato all'esterno, non suscita l'attenzione che dovrebbe. Si tratta di questo: nell'anno scolastico che è terminato a giugno gli alunni stranieri nelle nostre scuole sono aumentati "soltanto" di 54 mila 800 unità, per arrivare in totale a quota 629 mila. Nel quinquennio 2003-2008, invece, l'incremento medio annuale era stato di 72 mila unità, con un picco di 79 mila nell'anno scolastico 2004-2005.
La pressione dei nuovi alunni stranieri, insomma, si è improvvisamente allentata, e probabilmente la frenata risulterà ancora più robusta quando si conosceranno i dati dell'anno scolastico in corso, il 2008-2009: la fotografia verrà scattata dal ministero dell'Istruzione, a dicembre-gennaio. Opportunamente, perché è purtroppo frequente il caso di alunni stranieri che, dovendo seguire i movimenti dei genitori, si iscrivono ad anno ampiamente iniziato.
Cosa significa questo rallentamento? Che la moria di posti di lavoro sta portando via dall'Italia migliaia di famiglie, soprattutto romene e nordafricane. Tornano nei loro paesi, dove peraltro morde la crisi economica, e quindi è assai difficile trovare un nuovo impiego. La Romania, per esempio, è passata in un anno da un aumento del prodotto interno lordo dell'8 per cento all'attuale crescita zero e si prevedono un milione di disoccupati a fine anno. Secondo il ministero romeno dell'Educazione, sono già 6 mila i bambini che studiavano all'estero e sono stati re-immatricolati nelle scuole romene.
Questi alunni, soprattutto i più piccoli, vanno ri-alfabetizzati. Sono nati in Italia, scrivono in italiano e parlano l'italiano, capiscono e si esprimono nel romeno regionale dei loro genitori, ma non sanno certo scriverlo, privi come sono di solide nozioni grammaticali. Avevano difficoltà di integrazione in Italia, rischiano di averle adesso anche nel paese dei loro genitori. Sono candidati a rimanere indietro negli studi e ad essere presi in giro dai nuovi compagni di scuola. Per questo il governo di Bucarest ha finanziato in Italia dei corsi di romeno per gli alunni e anche per i loro genitori: ma in tutto il territorio nazionale sono impegnati soltanto 25 insegnanti. Iniziativa lodevole, che appare però come una goccia nel mare. "
Nessun commento:
Posta un commento