31/07/08

stato di emergenza


Il Consiglio dei ministri ha approvato, su proposta del ministro dell'Interno, Roberto Maroni
«l'estensione all'intero territorio nazionale della dichiarazione dello stato di emergenza per il persistente ed eccezionale afflusso di cittadini extracomunitari, al fine di potenziare le attività di contrasto e di gestione del fenomeno»

Il patetico muro di lampedusa
Gad Lerner - La Repubblica
Il governo italiano risponde da par suo al cittadino del mondo Barack Obama, simbolo meticcio della contemporaneità. "Dobbiamo abbattere tutti i muri che ancora dividono i popoli e le razze, i ricchi dai poveri", invocava giovedì da Berlino il candidato presidente. E noi? L'indomani facciamo finta di edificare il patetico muro di Lampedusa.Naturalmente è una bugia che il territorio nazionale sia minacciato da un'invasione di "clandestini" tale da richiedere la proclamazione dello stato d'emergenza. Al contrario, una vera emergenza scatterebbe nella malaugurata ipotesi che i lavoratori immigrati privi di permesso di soggiorno abbandonassero le nostre aziende e le nostre famiglie. Ma per il ministro Maroni lo scandalo e la riprovazione internazionale sono boccate d'ossigeno, perseguite cinicamente, come già i commissari etnici, il censimento dei nomadi e la sottolineatura esibita delle impronte digitali obbligatorie per i minori rom.
Di fronte ai funzionari del Viminale e ai prefetti impensieriti da tale crescendo di deroghe alla normale amministrazione dell'ordine pubblico, pare che Maroni si giustifichi sottovoce: lasciate che io lanci i miei proclami urticanti e prometta ai sindaci squattrinati la stella di sceriffo; ci aiuterà quando dovremo far digerire agli enti locali l'inevitabile perpetuazione dei campi nomadi e dei ricoveri provvisori. Logica vorrebbe che il governo della destra autoritaria, come antidoto ai flussi incontrollati, faciliti nuove procedure d'immigrazione regolare. Ma non è questo che vuole. Gli stranieri continueranno ad arrivare con visti turistici per essere assunti in nero. Resteranno estenuanti le pratiche di rinnovo del permesso di soggiorno, e nel frattempo anche i regolari che perdono il posto verranno lasciati precipitare nel gorgo dell'illegalità. Perché nel paese dell'economia sommersa il sopruso e l'ingiustizia convengono a molti.
Chi ha vinto le elezioni imponendo la percezione di una società preda della criminalità straniera, chi alimenta la leggenda degli immigrati furbi, titolari di privilegi a scapito della popolazione locale, ora accoglie come un complimento perfino l'accusa di disumanità. Ne misura gli effetti benefici sui sondaggi d'opinione.Il senso comune reazionario viene infatti coltivato a uno scopo preciso: programmare una guerra tra poveri qualora il calo dei redditi acuisca gravemente il disagio sociale. Seminare oggi il falso allarme per "il persistente ed eccezionale afflusso di extracomunitari"; annunciare il potenziamento delle "attività di contrasto", non rappresenta una deriva fascista ma qualcosa di più subdolo e insidioso: la codificazione della disuguaglianza anche in materia di diritti fondamentali dell'uomo, fra cittadini e non cittadini, fra appartenenti al popolo ed estranei necessari al popolo purchè rassegnati alla condizione di paria. Questa teorizzata disparità di trattamento è alla base delle antimoderne campagne contro la costruzione di moschee a Milano e Genova, città in cui vivono decine di migliaia di musulmani. Ma l'intimidazione degli stranieri irregolari -necessari e quindi tollerati purchè ridotti a paria- già ne condiziona la vita, all'insegna della paura: varie associazioni di medici denunciano un calo drastico dell'utenza di immigrati bisognosi di cura nelle strutture sanitarie. Vogliamo considerarlo un risparmio, o una vergogna?La destra italiana fu rigenerata quindici anni fa dall'inventore della tv commerciale facendo leva sulla figura universale, moderna, tendenzialmente cosmopolita, del consumatore di prodotti. Oggi, al contrario, la stessa destra propugna una visione etnica dell'italianità. E aspira a dominare il tempo delle vacche magre rifornendosi del combustibile particolarista: quasi un nuovo colonialismo applicato al mercato domestico.Nel resto d'Europa destra e sinistra si dividono sull'applicazione di norme rigorose che governino il flusso migratorio, sempre finalizzate all'integrazione e alla cittadinanza. Ultima venuta, l'Italia viceversa s'inebria di retorica del "territorio" da purificare con la macumba di un'immensa ronda provvidenziale. Come se per bucare il video dei talk show i politici di entrambi gli schieramenti fossero chiamati solo a gareggiare su chi sia il più bravo a espellere il maggior numero dei famigerati "clandestini". Eppure non è lontano il tempo in cui le nuove generazioni degli immigrati parteciperanno alla contesa pubblica, chissà, forse esprimendo i loro Obama multicolore. Speriamo solo di non arrivarci per via di una guerra tra poveri, nel segno dell'odio separatista.

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