Fonte: oecd.org
07/07/14 - Secondo il rapporto OCSE, l’Italia dovrebbe impegnarsi per favorire l’integrazione degli immigrati e dei loro figli nella società e far sì che acquisiscano le capacità necessarie per migliorare le loro prospettive lavorative e i loro salari.
Lavoro per gli immigrati: l’integrazione nel mercato del lavoro in Italia afferma che l’Italia, insieme alla Spagna, è il Paese OCSE che dal 2000 ha vissuto la maggiore crescita annuale della popolazione immigrata. La percentuale di immigrati sul totale della popolazione è quasi triplicata tra il 2001 e il 2011 fino a raggiungere il 9%.
Molti immigrati arrivano in Italia per lavorare, piuttosto che per ricongiungimento familiare o per ragioni umanitarie, e nella popolazione in età lavorativa il loro tasso di occupazione è maggiore rispetto ai nativi. Molti di loro, però, sono intrappolati in lavori a bassa produttività e mal pagati e costituiscono una buona parte dei lavoratori in condizioni di povertà.
Lavoro per gli immigrati: l’integrazione nel mercato del lavoro in Italia afferma che l’Italia, insieme alla Spagna, è il Paese OCSE che dal 2000 ha vissuto la maggiore crescita annuale della popolazione immigrata. La percentuale di immigrati sul totale della popolazione è quasi triplicata tra il 2001 e il 2011 fino a raggiungere il 9%.
Molti immigrati arrivano in Italia per lavorare, piuttosto che per ricongiungimento familiare o per ragioni umanitarie, e nella popolazione in età lavorativa il loro tasso di occupazione è maggiore rispetto ai nativi. Molti di loro, però, sono intrappolati in lavori a bassa produttività e mal pagati e costituiscono una buona parte dei lavoratori in condizioni di povertà.