L'integrazione protagonista del numero 3 2012 di Libertà Civili: in primo piano l’intervista al regista Ermanno Olmi, la forza del calcio per Isaac Tesfaye ed Eugenio Marchina, il cibo quale ricetta di scambio culturale di Rita Calvo
Etno Italia, n.3 2012
Pubblicato
il numero 3 del 2012 della rivista Libertà civili che offre al lettore
una colorita panoramica dei tasselli che compongono il mosaico dell’integrazione, a cominciare dall’arte, presentata nell’editoriale del capo dipartimento prefetto Angela Pria
quale luogo prediletto per lo sviluppo della cultura della vicinanza
tra le diversità.
“Facciamo di tanti popoli un solo popolo”, questa la sintesi dell’intervista del direttore della rivista Giuseppe Sangiorgi al noto regista Ermanno Olmi. La grande forza del cinema per raccontare storie di integrazione e storie di rifiuto è presente anche negli articoli di Claudia Svampa (Cinquanta sfumature di mare per gli immigrati al largo del cinema italiano) e di Costanza Bargellini e Silvana Cantù (La Settima arte come strumento interculturale). Dopo arte e cinema ecco la musica a mettere insieme etnie e culture lontane: sono riportate le esperienze romane dei musicisti di piazza Vittorio e dei giovani talenti dell’Esquilino Junior Theatre Orchestra che mettono insieme, in un contesto armonico, artisti provenienti da Paesi diversi. Il binomio calcio e letteratura, altre due forze della “diagonale integrazione” sono analizzate in una brillante disamina del giornalista Isaac Tesfaye (Scrittori nel pallone, il calcio nella letteratura migrante). La forza aggregante del cibo, quale elemento di identità ed indiscusso mezzo di scambio culturale, emerge prepotentemente nell’articolo di Rita Calvo, direttore amministrativo presso il dipartimento di Pubblica Sicurezza ed insegnante di cucina italiana, che sottolinea il cambiamento di abitudini in atto in molte città italiane, da ricondurre alla presenza di immigrati ed alla correlata apertura di punti di ristoro etnici. Jonis Bascir, attore e musicista particolarmente apprezzato dal pubblico televisivo italiano, con “Beige, l’importanza di essere diverso” racconta il divertente paradosso, vissuto in prima persona e portato anche in scena a teatro, di essere un "romano mulatto". Eugenio Marchina, presidente del Club Italia ripercorre le tappe del Mundialido, un torneo di calcio riservato a compagini composte da immigrati, nato nel 1990 ed ora diventato evento di sport e cultura di grande attrazione, con ben 32 squadre, suggellato dalla coppa del presidente della Repubblica. Antonio Lauritano, regista di teatro, racconta l’esperienza di un laboratorio teatrale in carcere, che ha permesso di abbattere barriere linguistiche e mentali, una singolare e preziosa libertà “Dietro le sbarre ma oltre i confini”. Il patrimonio culturale come bene da mettere in circolo e come chiave per l’integrazione; questo il messaggio che Simona Bodo e Silvia Mascheroni lanciano in prospettiva di una nuova concezione dei musei “come luoghi di scambio culturale”. Una mostra alla Tate Britain di Londra passa in rassegna il contributo degli artisti migranti all’arte inglese ed è occasione per un’indagine sugli influssi degli stranieri nella cultura “British”. Alessandro Grilli si domanda “A quando qualcosa di simile in Italia?”. Giovanni Romeo, esperto di florovivaismo, ci conduce nel terreno della botanica per portare gli esempi di piante, come Buganvillea o Kiwi, che, pur originarie di terre lontane, si sono perfettamente integrate nel nostro ecosistema.Maria Paola Nanni per la rubrica “la finestra sul mondo” riporta i dati sulla consistenza di immigrati asiatici nel nostro Paese. Andrea Fama descrive "il ruolo del Fei nella costruzione dell'Etno Italia mentre Chiara Bonasso fornisce una fotografia aggiornata del binomio migranti e lavoro con il significativo titolo, per la rubrica Labor, di "crescono gli occupati, ma non l'occupazione". Francesco Vecchio affronta il tema della frontiera, come segno di appartenenza sociale. Gianni Capuzzi, viceprefetto aggiunto in servizio al Viminale, analizza la tematica del riconoscimento della cittadinanza italiana per i discendenti delle popolazioni trentine emigrate all'estero prima della fine dell'Impero austro-ungarico. Stefania Nasso accompagna il lettore nella conoscenza delle minoranze etniche, religiose e storiche ufficialmente riconosciute in Italia. Ennio Codini mette a fuoco il problema della convivenza urbana in 15 città europee, incluse Milano e Napoli. Serenella Ravioli, responsabile dell'Ufficio Comunicazione Istituzionale del Viminale intervista Giuseppe Mazza, direttore creativo della agenzia Tita e fondatore della rivista Bill, sul tema della pubblicità come specchio rappresentativo dei cambiamenti sociali conseguenti al multiculturalismo.
“Facciamo di tanti popoli un solo popolo”, questa la sintesi dell’intervista del direttore della rivista Giuseppe Sangiorgi al noto regista Ermanno Olmi. La grande forza del cinema per raccontare storie di integrazione e storie di rifiuto è presente anche negli articoli di Claudia Svampa (Cinquanta sfumature di mare per gli immigrati al largo del cinema italiano) e di Costanza Bargellini e Silvana Cantù (La Settima arte come strumento interculturale). Dopo arte e cinema ecco la musica a mettere insieme etnie e culture lontane: sono riportate le esperienze romane dei musicisti di piazza Vittorio e dei giovani talenti dell’Esquilino Junior Theatre Orchestra che mettono insieme, in un contesto armonico, artisti provenienti da Paesi diversi. Il binomio calcio e letteratura, altre due forze della “diagonale integrazione” sono analizzate in una brillante disamina del giornalista Isaac Tesfaye (Scrittori nel pallone, il calcio nella letteratura migrante). La forza aggregante del cibo, quale elemento di identità ed indiscusso mezzo di scambio culturale, emerge prepotentemente nell’articolo di Rita Calvo, direttore amministrativo presso il dipartimento di Pubblica Sicurezza ed insegnante di cucina italiana, che sottolinea il cambiamento di abitudini in atto in molte città italiane, da ricondurre alla presenza di immigrati ed alla correlata apertura di punti di ristoro etnici. Jonis Bascir, attore e musicista particolarmente apprezzato dal pubblico televisivo italiano, con “Beige, l’importanza di essere diverso” racconta il divertente paradosso, vissuto in prima persona e portato anche in scena a teatro, di essere un "romano mulatto". Eugenio Marchina, presidente del Club Italia ripercorre le tappe del Mundialido, un torneo di calcio riservato a compagini composte da immigrati, nato nel 1990 ed ora diventato evento di sport e cultura di grande attrazione, con ben 32 squadre, suggellato dalla coppa del presidente della Repubblica. Antonio Lauritano, regista di teatro, racconta l’esperienza di un laboratorio teatrale in carcere, che ha permesso di abbattere barriere linguistiche e mentali, una singolare e preziosa libertà “Dietro le sbarre ma oltre i confini”. Il patrimonio culturale come bene da mettere in circolo e come chiave per l’integrazione; questo il messaggio che Simona Bodo e Silvia Mascheroni lanciano in prospettiva di una nuova concezione dei musei “come luoghi di scambio culturale”. Una mostra alla Tate Britain di Londra passa in rassegna il contributo degli artisti migranti all’arte inglese ed è occasione per un’indagine sugli influssi degli stranieri nella cultura “British”. Alessandro Grilli si domanda “A quando qualcosa di simile in Italia?”. Giovanni Romeo, esperto di florovivaismo, ci conduce nel terreno della botanica per portare gli esempi di piante, come Buganvillea o Kiwi, che, pur originarie di terre lontane, si sono perfettamente integrate nel nostro ecosistema.Maria Paola Nanni per la rubrica “la finestra sul mondo” riporta i dati sulla consistenza di immigrati asiatici nel nostro Paese. Andrea Fama descrive "il ruolo del Fei nella costruzione dell'Etno Italia mentre Chiara Bonasso fornisce una fotografia aggiornata del binomio migranti e lavoro con il significativo titolo, per la rubrica Labor, di "crescono gli occupati, ma non l'occupazione". Francesco Vecchio affronta il tema della frontiera, come segno di appartenenza sociale. Gianni Capuzzi, viceprefetto aggiunto in servizio al Viminale, analizza la tematica del riconoscimento della cittadinanza italiana per i discendenti delle popolazioni trentine emigrate all'estero prima della fine dell'Impero austro-ungarico. Stefania Nasso accompagna il lettore nella conoscenza delle minoranze etniche, religiose e storiche ufficialmente riconosciute in Italia. Ennio Codini mette a fuoco il problema della convivenza urbana in 15 città europee, incluse Milano e Napoli. Serenella Ravioli, responsabile dell'Ufficio Comunicazione Istituzionale del Viminale intervista Giuseppe Mazza, direttore creativo della agenzia Tita e fondatore della rivista Bill, sul tema della pubblicità come specchio rappresentativo dei cambiamenti sociali conseguenti al multiculturalismo.
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