La
Federazione europea per i bambini di strada e l'Istituto don Calabria
hanno affrontato il fenomeno sommerso della violenza contro i minori non
accompagnati
Fonte: integrazionemigranti.gov.it
La
Federazione europea per i bambini di strada e la sua organizzazione
membro, l'Istituto Don Calabria, ha affrontato le sfide per le politiche
europee e nazionali sui diritti dei minori per quanto riguarda il
fenomeno sommerso della violenza contro i minori non accompagnati,
mentre l'Unione Europea riceve il Premio Nobel della Pace.
Più di 50 rappresentanti di organizzazioni della società civile, tra cui l'UNICEF, Save the Children e l'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni, così come gli attori istituzionali quali il Ministero Italiano del Lavoro e delle Politiche Sociali, il Ministero della Giustizia Italiano e il Comitato Economico e Sociale Europeo,
si sono riuniti per valutare e affrontare le origini e le
manifestazioni di violenza contro i minori non accompagnati in Europa.
L'Agenda dell'UE sui diritti del fanciullo riconosce che: quasi 200 milioni di bambini sono testimoni della violenza domestica in tutto il mondo; oltre 200 milioni di bambini sono vittime di violenza sessuale e che fino a 2 milioni di bambini sono curati in ospedali per la violenza e gli infortuni. Sebbene vi sia un chiaro impegno da parte dell'Unione europea ad eliminare tutte le forme di violenza contro i bambini e che ci sia un riconoscimento giuridico per la promozione e la tutela dei diritti dei bambini a livello europeo, le disuguaglianze stanno aumentando in molti Stati membri in merito alla conformità sulla ratifica della Convenzione sui diritti del fanciullo delle Nazioni Unite, in particolare le clausole relative ai minori non accompagnati e la protezione dei bambini contro la violenza, come Reinhold Müller, direttore della EFSC ha sottolineato.
La
mancanza di dati e di statistiche sui minori non accompagnati e di
altri gruppi di bambini più vulnerabili, anche a causa della dinamica
dei flussi migratori attuali, rappresentano un serio ostacolo per lo
sviluppo e l'attuazione di politiche basate su dati ed interventi
efficaci di prevenzione e protezione dei bambini più vulnerabili contro
la violenza. La prevenzione della migrazione a rischio ed illegale e il
traffico di bambini è il primo passo per affrontare con efficacia il
problema dei minori non accompagnati. Per questo una cooperazione
proattiva tra i paesi di origine, di transizione e di destinazione deve
essere rafforzata includendo anche una più efficiente azione di
coordinamento da parte dell'UE nei confronti dei suoi Stati membri.
La dott.ssa
Stefania Congia, Direttore del Dipartimento per le politiche di
integrazione e tutela dei minori stranieri presso il Ministero del
Lavoro Italiano, ha sottolineato le sfide specifiche in merito al
trattamento di accoglienza e di identificazione e dei processi di
valutazione di età dei minori non accompagnati. "Le diverse norme per
quanto riguarda l'accoglienza di questi minori a seconda delle regioni
in cui arrivano, porta ritardi nel processo di verifica dell'età e la
regolamentazione del loro status giuridico. In seguito, al compimento
dei 18 anni, molti decidono di soggiornare nei paesi con uno stato
illegale, per paura di essere deportati nei loro paesi d'origine."
Inoltre, la frammentazione delle normative in Europa o la
categorizzazione dei minori nel quadro del secondo regolamento di
Dublino, può essere "fuorviante - i minori dovrebbero essere tutti
protetti allo stesso modo visto che un bambino può rientrare in più
'categorie' quindi forse gli Stati Membri dovrebbero chiedersi se queste
differenziazioni, in particolare fra minori 'accompagnati' e
'non-accompagnati' dovrebbe essere abolita." All'interno di queste linee
la signora Jasmina Byrne, specialista della protezione del bambino
presso il Centro di Ricerca Innocenti dell'UNICEF,
ha aggiunto le difficoltà di identificazione dei minori vittime di
tratta poste anche dalla classificazione geografica dei bambini; 'Stati
Membri UE e non-UE sottolineano la necessità di guardare più "dietro il
processo di traffico" agendo maggiormente nell'interesse dei bambini
ascoltando il loro punto di vista. Ha sottolineato la necessità di
cessare le intimidazioni dei figli in questione e di rafforzare il
principio che la residenza temporanea non può dipendere dalla
collaborazione dei minori interessati con le autorità.
Gli
aspetti di ritorno dei minori non accompagnati e le sfide relative alla
definizione del loro interesse sono state presentate da molti oratori.
Silvia Spinuso dell'Organizzazione internazionale per le migrazioni ha
presentato le attività di traccia della famiglia dell'OIM in Italia
attraverso cui 15 rimpatri volontari sono stati elaborati. Tuttavia gli
"approcci settoriali attraverso mandati frammentati causano un mancanza
di intesa comune sul concetto di interesse del minore. In pratica, il
ritorno non sempre corrisponde alla determinazione del miglior interesse
come indicato nella direttiva sui rimpatri dell'Unione europea", ha
aggiunto la signora Byrne, specialista della protezione del bambino
presso il Centro di Ricerca Innocenti dell'UNICEF.
Un approccio
dal basso più consistente deve essere quindi integrato tra le
organizzazioni nazionali e le autorità, e orizzontalmente tra le
organizzazioni della società civile nei paesi di origine e di
destinazione attraverso lo scambio di buone pratiche e condividivisione
delle conoscenze. Pur sottolineando gli sforzi compiuti dal dipartimento
per le politiche di integrazione del Ministero italiano del Lavoro e
delle Politiche Sociali, attraverso la pubblicazione trimestrale di dati
statistici aggiornati, la dott.ssa Congia ha chiesto "una maggiore
trasparenza da parte delle amministrazioni pubbliche", sottolineando la
forte necessità di ottenere dati simili a livello nazionale, regionale e
locale, che sono per esempio in Italia ancora molto diversi. La signora
Dissegna, Guardiana pubblica per i Minori dell'ufficio di protezione e
tutela dei minori in Veneto, ha evidenziato la necessità di un impegno
più attivo della società civile e di rafforzare la formazione dei
volontari, soprattutto in un momento in cui la mancanza di risorse
finanziarie ha provocato significativi tagli di bilancio e la
conseguente perdita di professionisti qualificati.
Vi
è una preoccupazione comune per quanto riguarda i risultati limitati
presentati dal rapporto di metà periodo della Commissione
Europea sull'attuazione del piano d'azione dell'UE in materia di minori
non accompagnati. Edgardo Iozia, presidente di Prosolidar ONLUS e
membro del Comitato economico e sociale europeo ha riconosciuto
l'incapacità dell' "UE di dare una risposta rapida ed efficace al
fenomeno e le sue sfide. Vi è una voce più forte della società civile
che chiede un cambiamento, ma il Parlamento europeo sembra trascurarlo.
Le frontiere dell'UE sono deboli e segnali deboli possono essere
interpretati erroneamente pertanto gli Stati membri dell'UE dovrebbero
rafforzare la loro cooperazione reciproca per la progettazione di un
nuovo percorso per l'Unione europea di impegnarsi per un nuovo piano
d'azione con nuove risposte e lo spazio allargato di miglioramento."
Nel
complesso la conferenza ha permesso alle istituzioni dell'UE e in
particolare alla Commissione UE di adottare norme di protezione più
elevate avendo adottato una normativa più completa; a svolgere un ruolo
di coordinamento nel riunire paesi di origine, di transizione e paesi di
destinazione per la cooperazione comune; di agire come un facilitatore
nel processo di pratiche efficaci di raccolta dati; per attivare
specifiche misure di protezione e di tutela e re-inclusione
sociale attraverso programmi mirati di finanziamento dell'Unione
europea. Ha inoltre invitato gli Stati membri dell'UE a: rafforzare gli
sforzi per attuare un approccio comune dell'Unione europea sulla
protezione dei minori non accompagnati; a sostenere lo scambio di buone
pratiche e il miglioramento della formazione per le forze dell'ordine,
le autorità pubbliche e gli altri soggetti che si trovano in stretto
contatto con i minori non accompagnati e per garantire che i livelli di
spesa per i progetti sociali di tutela dei minori siano
mantenuti. Infine, ha chiamato le autorità locali a: collegare tutti gli
attori coinvolti nella tutela dei minori non accompagnati, per
implementare i servizi di mediazione sociale e culturale, il
miglioramento della capacità della società di superare la resistenza
culturale, per progettare e realizzare azioni finalizzate a ridurre la
povertà infantile e la violenza contro i bambini e per sostenere,
diffondere e rafforzare i programmi e i progetti innovativi, al fine di
rendere i bambini capaci di proteggere se stessi e i loro coetanei nei
confronti di ogni forma di violenza e sfruttamento.
La
signora Pesarin, Direttore Generale per l'attuazione delle disposizioni
legali del Ministero della Giustizia italiano ha sottolineato la
necessità di affrontare la violenza contro i minori non accompagnati
anche nei centri di accoglienza e per maggiore trasparenza, affidabili
strategie di raccolta dei dati e di reciproca collaborazione. "I bambini
sono gli inventori di umanità e in quanto tali, non dovrebbero crescere
sperimentando la violenza." E' quindi una responsabilità condivisa
della UE in collaborazione con tutta la società civile e gli attori
istituzionali, per garantire che essi siano forniti della protezione di
cui hanno bisogno e che il fenomeno della violenza sia affrontato
efficacemente ed insieme.
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aggiornamento manuale e quadro della normativa
-
Cari amici,
alla pagina
http://briguglio.asgi.it/immigrazione-e-asilo/2016/settembre/sinottico-normativa-52.html troverete
un quadro aggiornato della norma...
8 anni fa
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