Quali sono i primi paesi di emigrazione?
Quali sono i primi paesi di emigrazione?
Quanti sono gli stranieri in Europa?
Quanti sono gli stranieri in Europa?
L'Ocse, l'organizzazione per la cooperazione e
lo sviluppo economico che comprende 34 Paesi, tra cui Unione europea,
Stati Uniti e Giappone, nel mese di maggio ha pubblicato uno studio in
cui si analizzano dinamiche e caratteristiche dei flussi migratori verso
i Paesi membri. Dopo il picco del 2007, nei cinque anni successivi gli
immigrati sono diminuti del 14 per cento. Il dato invece è costante tra
2011 e 2012: 4 milioni, con delle differenze significative tra Paese e
Paese: l'immigrazione nei paesi del Sud dell'Europa è diminuita, mentre è
aumentata di oltre un terzo in Germania, ora al secondo posto dopo gli
Stati Uniti nella classifica degli «immigrati permanenti». Al contrario
sono aumentati i flussi in uscita dall'Europa del Sud, con un più 45 per
cento tra il 2009 e il 2011. Nello stesso anno i richiedenti asilo sono
aumentati di oltre un quinto raggiungendo le 400mila richieste.
Dominano la classifica degli ospitanti gli Stati Uniti, seguiti da
Francia, Germania e Italia. A crescere costantemente anche il numero
degli studenti internazionali, che nel 2010 hanno toccato quota 2
milioni e 600mila. Nel grafico la differenza
tra i flussi migratori del 2011 e del 2012 nei paesi evidenziati.
International Migration Policies and Data, Ocse, Maggio 2014
Dati Eurostat
Dati Eurostat
Migrazioni&FinanzaPubblica
Migrazioni&FinanzaPubblica
L''impatto che hanno gli immigrati hanno
sull'equilibrio fiscale in genere non supera mai lo 0, 5 per cento del
Pil, né in termini negativi né positivi. Il dato secondo l'Ocse si
spiega con «un gettito contributivo e fiscale inferiore a quello dei
netivi, e non per una maggiore dipendenza dalle prestazioni sociali».
Gli immigrati contribuiscono per lo più in Lussemburgo e Svizzera,
mentre in Italia, se si considerano le pensioni il dato aumenta dallo
0,91 allo 0,98 per cento. Secondo l'Ocse «un'azione volta ad aumentare
il tasso di occupazione degli immigrati affinché raggiunga lo stesso
livello dei nativi sarebbe una fonte sostanziale per le finanze di molti
stati europei».
Nel primo grafico si può vedere l'impatto sul Pil escludendo le pensioni...
International Migration Policies and Data, Ocse, Maggio 2014
.... e in nel secondo includendo le pensioni.
Così il valore per Francia, Polonia, Irlanda, Repubblica Slovacca e
Repubblica Ceca passa da positivo negativo.
International Migration Policies and Data, Ocse, Maggio 2014
Migrazioni&Disoccupazione
Migrazioni&Disoccupazione
Analizzando invece il mercato del lavoro, si
vede che la situazione degli immigrati è peggiorata negli ultimi anni:
in media tra il 2008 e il 2012 il tasso di disoccupazione degli
stranieri è aumentato di 5 punti percentuali, mentre quello dei nativi
di 3 punti. Un esempio? In Europa i più colpiti sono i migranti del Nord
Africa e dell'America Latina, che nel 2012 hanno dovuto affrontare un
tasso di disoccupazione che ha sfiorato il 27 per cento. Tra il 2008 e
il 2012 il numero di immigrati disoccupati da più di un anno è passato
dal 31 al 44 per cento.
International Migration Policies and Data, Ocse, Maggio 2014
Migrazione&Discriminazione
Migrazione&Discriminazione
La popolazionedi origine straniera che vive in
Italia è tra le meno integrate dei Paesi dell'Ocse, al terzultimo posto
in classifica prima di Grecia e Spagna. Solo l'11 per cento degli
immigrati ha un alto livello di istruzione, contro una media del 31 per
cento. Anche il reddito medio delle famiglie di immigrati è tra i più
bassi: il 37 per cento delle famiglie vive in condizioni abitative non
adeguate, contro una media del 20 per cento. Solo il 33 per cento degli
stranieri sono proprietari della loro abitazione, contro il 76 per cento
dei nativi. Gli studi dell'Ocse indicano che la discriminazione è più
rilevante al momento dell'assunzione, anche se puà incidere anche sulla
carriera e sugli stipendi: non è raro che gli stranieri, a parità di
curriculum vitae, siano costretti a inviare più del doppio delle
candidature per ottenere un colloquio. In alcuni Paesi sono state
introdotte misure di «discriminazione positiva», come i curricula
anonimi: i dati raccolti dimostrano che «se concepiti con cura possono
contrastare efficacemente il fenomeno della discriminazione».
Indicators of integration of immigrants and their children, Ocse, Dicembre 2013
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