Il ministro dell'Interno in occasione della firma del Patto per Prato sicura 2010. Saranno presto inviati 20 uomini delle Forze dell'ordine in più ed ispettori per controllare la regolarità del lavoro
«L'idea del governo è che ci debba essere un centro di identificazione ed espulsione in ogni regione e quindi anche in Toscana». Lo ha dichiarato oggi il ministro dell'Interno Roberto Maroni a Prato in occasione della firma del nuovo 'Patto per Prato sicura 2010'.
«Però - ha aggiunto - siamo nella fase della valutazione dei siti. Stiamo sentendo le autorità locali, le regioni, le province e i comuni: vogliamo fare una scelta oculata. La scelta non è stata ancora fatta per la Toscana, come per le altre regioni».
Il ministro ha poi sottolineato che «si sta facendo molto sul fronte della prevenzione, il messaggio che ora sta passando nei Paesi del Maghreb è che l'Italia non è più un posto dove si sbarca e si resta senza problemi. L'ultimo sbarco è avvenuto in Corsica e a mio parere non è un caso».
Il titolare del Viminale ha proseguito ricordando che in Italia gli sbarchi nel 2009 sono stati 9.573 contro i 36.951 del 2008 con una riduzione del 74% su base annua. «Questo è un risultato importante – ha affermato - frutto dell'accordo fatto col governo libico. La riduzione è del 90% se consideriamo il periodo di entrata in vigore dell'accordo con la Libia». Per quanto riguarda la gestione dei rimpatri, Maroni ha poi evidenziato che negli ultimi due anni i rimpatri effettivamente realizzati sono stati 42.595. «Ci sono tante difficoltà in queste operazioni - ha commentato - e abbiamo chiesto all'Europa un contributo maggiore di quanto non avvenga oggi, perché non si può lasciare il peso sulle spalle dei singoli Stati, soprattutto su quelli di primo arrivo. Mi pare che le cose si stiano muovendo. In Italia abbiamo realizzato l'azione più efficace di contrasto all'immigrazione clandestina tra quelle compiute dai governi europei».
l'Italia è un paese strano: inchieste e documentari non li fanno i pomposi telegionarli in prima serata, ma... "le iene". 20 minuti a documentare le rotte dei migranti nel deserto del sahara
Legge Comunitaria: no alla norma contro lo sfruttamento dei lavoratori stranieri
Comunicato ASGI
Stralciato l'articolo che conteneva la delega al governo per l'attuazione della Direttiva 2009/52/CE, relativa a sanzioni e provvedimenti nei confronti di chi impieghi alle proprie dipendenze cittadini stranieri in condizioni di soggiorno irregolare.
L'Aula del Senato ha deciso lo stralcio dell'articolo 48 del disegno di legge comunitaria nel quale si attribuiva al governo una delega di attuazione della Direttiva 2009/52/CE.
La Direttiva, pubblicata sulla Gazzetta ufficiale dell'Unione europea del 30 giugno 2009 introduce norme minime relative a sanzioni e a provvedimenti nei confronti di datori di lavoro che impiegano cittadini di paesi terzi irregolarmente soggiornanti. Nella delega si prevedeva un intervento del governo nel senso della possibilita' di rilascio di un permesso di soggiorno temporaneo a favore dei lavoratori extracomunitari che avessero denunciato alle autorita' competenti la loro posizione irregolare e la non applicazione delle sanzioni per i datori di lavoro che, autodenunciandosi, avessero regolarizzato i dipendenti stranieri irregolari. Nonostante il voto favorevole della maggioranza in commissione, il capogruppo del Popolo delle Libertà Maurizio Gasparri, e' intervenuto in Aula annunciando il voto contrario del gruppo all'articolo cosi' formulato specificando che ''riteniamo opportuno non varare l'articolo 48, ma legiferare su tutta la materia in termini generali'' .(...) Non ci sarà nessuna affrettata sanatoria per extracomunitari o lavoratori in nero. Abbiamo stralciato l'articolo 48 della legge comunitaria affinchè su questi aspetti si continui ad agire nel solco della legge Fini-Bossi, ingresso di quote limitate e regole specifiche per il lavoro stagionale e delle norme ulteriori introdotte a contrasto della clandestinità e per l'integrazione".(Fonti Repubblica, ASCA)
A partire dai primi anni '90 e fino al 2007 l'Istat ha elaborato e diffuso i dati sui cittadini stranieri in possesso di un valido permesso di soggiorno di fonte Ministero dell'Interno.
Un progetto pilota per una nuova cittadinanza attiva
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È “IN ITALIA. L’Italia e l’Italiano per stranieri”, un progetto pilota per l’istruzione degli immigrati nel nostro Paese, nato dalla collaborazione tra Rai Educational e il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca.
ITAGEN2 è la prima indagine a livello nazionale sugli adolescenti stranieri [2]. Si tratta di una vasta indagine che ha coinvolto circa 20.000 ragazzi frequentanti le scuole medie nell'anno scolastico 2005/2006. Due anni dopo la prima intervista sono stati raccolti i risultati degli esami di licenza media e la scelta della scuola superiore per una parte dei ragazzi presenti nel campione originale (circa 1.000 italiani e 700 stranieri). Il follow-up è stato condotto sia contattando le scuole medie (per ottenere i risultati dell'esame di licenza media) sia mediante intervista telefonica. I risultati dell'indagine confermano i dati del ministero. I figli degli stranieri ottengono risultati scolastici peggiori e frequentano in misura maggiore scuole professionali e istituti tecnici. Le differenze rimangono anche per i ragazzi nati in Italia o per quelli che sono immigrati nel nostro paese in età prescolare (Figura 1 ).
Guarda la Prato di oggi, vedrai l`Italia di domani. I pessimisti, che aumentano di numero nella città toscana, la raccontano così. E le cronache confermano le loro fosche previsioni. Martedì scorso nel quadrilatero attorno a
via Pistoiese, la Chinatown pratese, la polizia con un blitz spettacolare, guidato da un elicottero che dall`alto faceva da Tom tom, ha fatto irruzione nei capannoni dove centinaia di clandestini lavoravano in condizioni di "moderna" schiavitù. Trenta aziende sono state sigillate e 70 cinesi portati in Questura. Il console a Firenze, Gu Honglin, ha protestato e ha paragonato la polizia italiana alle SS naziste che tiravano fuori dalle case donne e bambini. I cittadini pratesi dai marciapiedi e dai balconi hanno applaudito e da Roma il ministro dell`Interno, Roberto Maroni, ha teorizzato un «modello Prato» da copiare dappertutto.
Osservatorio Romano sulle Migrazioni – VI Rapporto
Roma, 4 febbraio 2010 – ore 16:30
Auditorium di Via Rieti 13 (Piazza Fiume)
Questo Rapporto annuale, giunto alla VI edizione, è promosso congiuntamente da due strutture pubbliche, la Camera di Commercio e la Provincia di Roma, e da una pastorale, la Caritas diocesana di Roma. Molteplici i temi trattati: dall'inserimento ai servizi di accoglienza, dall'apprendimento della lingua alla ricerca della casa, dall'occupazione alle iniziative imprenditoriali, dalla frequenza scolastica dei figli agli scambi culturali, dalla dimensione religiosa ai risparmi e all'invio di rimesse nei paesi di origine. Non vengono trascurati apporti innovativi su temi controversi come la criminalità. Come sempre il volume sarà distribuito gratuitamente ai partecipanti.
In attesa del primo sciopero degli stranieri, è possibile ancora sorridere di fronte al collasso del sistema immigrazione in Italia?
L'annuncio di ieri a "Che tempo che fa" del ministro dell'Interno, Roberto Maroni, di concedere protezione agli immigrati feriti a Rosarno, fa scappare una battuta: per essere considerati uomini, donne, lavoratori, cittadini in Italia bisogna avere la sventura di farsi sparare come è successo agli stranieri colpiti nella tre giorni e tre notti di caccia all'uomo in Calabria?
Quello del ministro è un provvedimento doveroso. Ma senza un aggiornamento della legge sull'immigrazione rimane un'elargizione, un regalo, un tampone alla bomba sociale che la Bossi-Fini prima e il pacchetto sicurezza poi hanno innescato.
Alle operazioni partecipa anche il sindaco di Roma Gianni Alemanno accompagnato dall'assessore comunale alle politiche sociali Sveva Belviso e dall'assessore alla scuola Laura Marsilio. Il piano nomadi del Campidoglio prevede lo spostamento dei circa 600 rom dal Casilino 900 al campo di via Salone entro l'inizio di febbraio.
TRASFERITE CINQUANTA PERSONE - «Questa è l'occasione per fare una vita migliore dopo 16 anni vissuti al Casilino 900, e per essere spostati in un campo più igienico e attrezzato dove abbiamo anche alcuni parenti che ci aspettano. Siamo contentissimi». Sono le parole di Hakija Husovic, portavoce delle famiglie che hanno lasciato il campo nomadi Casilino 900 di Roma, per essere trasferite nel campo autorizzato di via Di Salone.
Sono circa una cinquantina le persone salite sui pullman diretti al nuovo campo, su oltre seicento residenti del Casilino 900. Il portavoce del più grande campo nomadi d'Europa, Najo Adzovic, ha parlato di «una data storica per il Casilino 900, resa possibile dal dialogo stabilito con l'amministrazione comunale: abbiamo chiesto di poter vivere in abitazioni più dignitose, affinché i nostri figli possano vivere meglio, andare a scuola e avere un futuro sereno. Allo stesso tempo abbiamo dato garanzie di voler vivere nella legalità, prendendo le distanze da chi delinque e non vuole integrarsi».
LA PAURA - Non tutti gli abitanti del Casilino 900 sono però d'accordo con il progetto di trasferimento che porterà gradualmente, entro gli inizi di febbraio, alla chiusura del campo. Il problema principale è la difficile convivenza che potrebbe instaurarsi nei campi di destinazione tra nomadi di etnia diversa in maggioranza bosniaci, macedoni, kosovari e montenegrini. «Molti di noi - ha sottolineato Azovic - hanno paura di essere spostati in campi dove vivono centinaia di persone con culture diverse, e dove il sovraffollamento potrebbe scatenare, con i nuovi arrivi, una guerra tra poveri, trasformando il nostro sogno di vivere un po' meglio in un incubo». In questo senso il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, visitando stamane il campo ha rassicurato i nomadi sul fatto che «gli spostamenti saranno effettuati nel rispetto delle diverse identità ed etnie, e lavoreremo insieme alle comunità per trovare la sistemazione più giusta».
SANT'EGIDIO - La Comunità di Sant'Egidio in una nota «esprime seria preoccupazione per come si sta attuando il "piano nomadi" a Roma. In particolare il dissenso con i soggetti attuatori del Piano è dovuto ad alcune operazioni nel campo di Salone in cui sono state allontanate famiglie con bambini nati in Italia. Si tratta di persone che abitavano in un campo attrezzato, controllato con telecamere e sorveglianza 24h al giorno. Quindi non c'è nessun motivo reale di trasferimento al Centro di Accoglienza per richiedenti asilo (CARA), struttura pensata per accogliere profughi giunti in condizioni precarie in Italia. Queste famiglie rom potevano rimanere nel Campo e attendere l'esito della Commissione per la richiesta d'Asilo, continuando a vivere nella normalità e a mandare i loro figli a scuola. Bambini inseriti felicemente nelle strutture scolastiche di zona si vedono allontanati dalla propria casa e dalla scuola senza fondati motivi. La Comunità di Sant'Egidio è convinta che la vera integrazione passi per il rispetto dei bambini e la loro educazione. Si segnala inoltre che il trasferimento al CARA fa passare i Rom, che nel campo pagavano le utenze e il loro sostentamento, a totale carico dello Stato».
Una mamma con bimbi lascia il campo Casilino 900 (Lapresse)
A questo link è possibile scaricare il prezioso Manuale ipertestuale "Normativa su Immigrazione, Asilo e Cittadinanza" realizzato da Sergio Briguglio, aggiornato al 31 dic. 2009.
Cosa succederebbe se i quattro milioni e mezzo di immigrati che vivono in Italia decidessero di incrociare le braccia per un giorno? E se a sostenere la loro azione ci fossero anche i milioni di italiani stanchi del razzismo?
Mi sono chiesto molte volte perché in Italia le associazioni imprenditoriali non protestino mai o quasi mai contro le nostre stringenti e anacronistiche politiche dell' immigrazione.
Altrove sono le rappresentanze dei datori di lavoro ad alzare la voce quando si abbassano le quote di ingresso, impedendo l' arrivo di nuovi immigrati. Chi paga il lavoro di altri ha tutto da guadagnare nell' avere manodopera a basso costo, come quella immigrata.
Paradossalmente in Italia sono invece i sindacati, tra le cui fila ci sono molti lavoratori poco qualificati che possono legittimamente temere la competizione salariale dei nuovi arrivati, che si sono opposti, soprattutto per ragioni ideologiche, alla chiusura delle frontiere, mentre le associazioni di categoria sono state silenti nell' accogliere leggi, come la Bossi-Fini, che impongono vere e proprie forche caudine ai lavoratori e datori di lavoro che vogliano mettersi in regola.
Perché?
La risposta ci viene da vicende come quella di Rosarno e dalla prima indagine rappresentativa degli immigrati clandestini, condotta in Italia.
Quanto avvenuto a Rosarno non è un drammatico evento imprevedibile ma è l'epilogo di situazione di degrado, violenza e di totale assenza di intervento delle istituzioni pubbliche che dura da anni e che esplode, non a caso, nell'anno del cosiddetto "pacchetto sicurezza".
Il fenomeno dello sfruttamento estremo e sistematico, fino alla riduzione in schiavitù o servitù di migliaia di lavoratori stranieri che caratterizza fette rilevanti dell'economia agricola del Mezzogiorno rappresenta una piaga le cui caratteristiche sono ampiamente note e che dovrebbe suscitare il massimo allarme da parte delle pubbliche autorità. Se di situazioni di emergenza si può a pieno titolo parlare, senza che tale parola venga usata per battaglie politiche demagogiche finalizzate a generare paure nella popolazione e a raccogliere facili consensi, ciò dovrebbe riguardare proprio l'esteso fenomeno della economia criminale, che da tempo utilizza i cittadini stranieri quali soggetti deboli, discriminati, stretti nella morsa della crisi economica e immersi senza possibilità di scampo nel circuito forzato della clandestinità verso la quale sono spinti da una normativa sempre più feroce e inefficace nel risolvere i problemi che afferma di volere affrontare.
A Rosarno.
A Rosarno si è rotto un equilibrio che conveniva, in modo del tutto iniquo ci mancherebbe, a tanti:
- neo schiavisti si sono avvalsi per anni di manodopera a basso costo, straniera, ricattabile, grazie alla quale restare sul mercato e in alcuni casi arricchirsi.
- stranieri irregolari ottenevano un lavoro, miseri guadagni e molta indulgenza.
- la criminalità organizzata si avvaleva, alla bisogna, di nuove maestranze.
- amministratori e cittadini, campioni di immobilismo, propugnatori e vittime della debolezza dello stato, incapaci di scontentare chicchesia, a volte animati da gretta carità che alle lotte per assicurare diritti e doveri preferisce inerte condiscenza.
Ma il tempo ha usurato gli equilibri e gli animi, la capacità e la volontà di sopportare tutto, troppo.
Cosa è succcesso?
Quella stessa criminalità organizzata ha deciso di trasformare le stesse maestranze straniere in capri espiatori o diversivi: la ndrangheta, una settimana dopo aver attentato un tribunale a suon di bombe, nel pieno della reazione delle forze dell'ordine, ha attivato una nuova e sofisticata bomba sociale.
Una bomba che era destinata prima o poi a scoppiare, perchè il tempo ha usurato quell'equilibrio, perchè nuovi interessi entravano in campo e il meccanismo della convenienza economica dell'immigrazione clandestina non regge alla prova della convivenza sociale.
Intervistato da SKY TG24 lo scrittore partenopeo commenta le violenze di Rosarno: "L'insurrezione degli africani nella città calabrese rappresenta un malessere del Paese. L'episodio delle schioppettate contro gli immigrati è un modo per misurare la propria forza, non una ragazzata. Gli immigrati vengono qui a fare lavori che gli italiani non vogliono più fare, ma vengono anche a difendere diritti che agli italiani non interessa più difendere".
aggiornamento manuale e quadro della normativa
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Cari amici,
alla pagina
http://briguglio.asgi.it/immigrazione-e-asilo/2016/settembre/sinottico-normativa-52.html troverete
un quadro aggiornato della norma...
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24 settembre, Assemblea Scuolemigranti Scuolemigranti sta preparando per
il giorno mercoledì 24 settembre ore 14,30 – 18,30 al CESV via Liberiana,
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