30/05/13

Costi disumani La spesa pubblica per il “contrasto dell’immigrazione irregolare


CostiDisumani FRONT
Roma, giovedì 30 maggio, ore 11
presso la Camera dei Deputati, Palazzo Marini, Sala Mercede, via della Mercede 55
Lunaria ti invita alla presentazione di
Costi disumani.
La spesa pubblica per il “contrasto dell’immigrazione irregolare”

Respingere, espellere, rimpatriare: è ciò che fanno i paesi europei nell’ambito di quelle che vengono definite in modo più raffinato “le politiche di contrasto dell’immigrazione irregolare”. Queste politiche hanno un costo sebbene in Italia siano in pochi a parlarne.

Dal 2005 al 2012 sono stati stanziati in Italia almeno un miliardo e seicento milioni di euro per finanziare le politiche di contrasto all’immigrazione irregolare: una spesa pubblica significativa, largamente inefficiente e, irrispettosa dei diritti umani fondamentali dei migranti.

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Costi disumani propone una ricognizione dei costi delle politiche del rifiuto funzionali a garantire il controllo dei mari e delle frontiere, la detenzione dei migranti nei Centri di Identificazione ed Espulsione (CIE) e lo sviluppo della cooperazione con i paesi terzi finalizzata al contrasto dell’immigrazione irregolare.
I dati e le informazioni raccolti fanno luce su una materia che, per la sua delicatezza, richiederebbe sicuramente una maggiore trasparenza e una più attenta valutazione sia da parte degli attori istituzionali sia da parte dell’opinione pubblica considerando i costi, elevatissimi, che l’attuale sistema di governo delle politiche migratorie comporta in termini di vite umane e di violazioni dei diritti umani fondamentali.

Stanziamenti pubblici significativi, mancanza di trasparenza nell’utilizzo delle risorse, risultati limitati rispetto a quelli auspicati ed esposizione dei migranti al rischio di violazioni dei diritti umani: queste le conclusioni del dossier Costi disumani. La spesa pubblica per il “contrasto dell’immigrazione irregolare” presentato questa mattina da Lunaria.
Secondo l’associazione tra il 2005 e il 2012 sono almeno 1 miliardo e 668 milioni di euro le risorse nazionali e comunitarie stanziate per il controllo delle frontiere esterne, per lo sviluppo dei sistemi tecnologici finalizzati a migliorare le attività di sorveglianza e di identificazione dei migranti, per la realizzazione dei programmi di rimpatrio, per la gestione dell’intero sistema dei centri di accoglienza degli immigrati irregolari, per la cooperazione con i paesi terzi in materia di contrasto dell’immigrazione irregolare.
331,8 milioni di euro per il controllo delle frontiere esterne; 111 milioni hanno finanziato l’acquisto di nuove tecnologie, sistemi di identificazione e comunicazione nell’ambito del Pon Sicurezza per lo Sviluppo del Mezzogiorno; 60,7 milioni di euro sono stati stanziati nell’ambito del Fondo Europeo per i Rimpatri, oltre un miliardo di euro è stato impegnato per l’allestimento, il funzionamento, la gestione e la manutenzione di CIE, CPSA, CDA e CARA, 151 milioni di euro hanno finanziato progetti di cooperazione con i paesi terzi in materia di immigrazione.
55 milioni di euro l’anno il costo minimo stimato a regime per l’allestimento, la gestione, la manutenzione, la sorveglianza dei Cie e l’esecuzione dei rimpatri dei migranti in essi detenuti, se la capienza teorica rimanesse quella attuale.
Un investimento pubblico significativo nelle “politiche del rifiuto” che non riesce frenare l’immigrazione “irregolare”, né potrebbe essere altrimenti.
Lunaria chiede al Parlamento di monitorare in modo più stringente la spesa pubblica in materia di contrasto dell’immigrazione irregolare e l’operato del Governo e di riformare la disciplina sull’ingresso, il soggiorno e le espulsioni dei migranti. Il modo migliore per “contrastare l’immigrazione irregolare” è quello di facilitare l’ingresso e il soggiorno regolare dei migranti in Italia. L’associazione auspica anche che si arrivi al più presto alla chiusura dei Centri di Identificazione ed Espulsione. In attesa di una riforma complessiva, viene chiesta l’attivazione immediata del Parlamento al fine di ridurre il periodo di permanenza massimo nei centri e che siano evitati quei bandi al ribasso per la gestione dei centri che determinano un’ulteriore peggioramento delle condizioni di vita dei migranti nei Cie e numerose violazioni dei diritti umani.

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