Informativa di Alfano alla Camera: i numeri sugli arrivi dei migranti
Il ministro dell'Interno Angelino Alfano ha riferito sulla situazione relativa agli sbarchi di cittadini stranieri sulle coste italiane: oltre 20.500 persone dall'inizio dell'anno a fronte dei 2.500 nello stesso periodo del 2013
I
temi centrali dell'intervento, già illustrati ieri dal ministro durante
l'audizione davanti al Comitato parlamentare Schengen, ruotano intorno
alla «mutazione delle cause storiche del fenomeno migratorio», prima
legato all'estrema povertà e alla ricerca di una vita migliore, oggi
principalmente all'instabilità politica dei paesi dell'Africa Nord
mediterranea e subsahariani. Lo dimostra, ha sottolineato Alfano, la
provenienza della maggiorparte degli extracomunitari: solo 155 vengono
dalla Tunisia, per il resto da Eritrea, Mali, Gambia. Somalia, Nigeria,
Senegal, Pakistan. Altro dato rilevante è la provenienza dei barconi:
121 su 144 provengono da porti libici, a conferma dello stretto legame,
sostenuto anche da fonti diplomatiche e di intelligence, tra l'aumento
del traffico di esseri umani dai paesi dell'Africa subsahariana e
l'aggravarsi della crisi politica in Libia.
Lo scenario geopolitico descritto rivela secondo il ministro la «natura strutturale e non emergenziale» degli attuali flussi migratori, paragonabili per numeri a quelli registrati nel 2011, «l'anno di picco storico». L'Italia ha fronteggiato la situazione potenziando gli strumenti d'intervento a partire dalle ondate migratorie eccezionali delle primavere arabe, ha ricordato Alfano, citando di nuovo l'operazione Mare Nostrum, lanciata dopo la tragedia del naufragio di Lampedusa, che ha consentito il salvataggio in mare di oltre 19.000 persone.
Il ministro ha ribadito la centralità
del sistema di accoglienza, sempre più al centro dell'attenzione vista
la trasformazione, qualitativa e quantitativa, del migrante economico in
migrante 'politico', che fugge da conflitti e persecuzioni. La rete di
accoglienza degli enti locali, lo Sprar (Sistema di protezione
richiedenti asilo e rifugiati), è stato portato dagli originari 3000
posti a 9440 e poi a 12000, ma si punta a raggiungere quota 19000.
Intanto, il governo ha chiesto ai prefetti «ogni sforzo per
un'estensione straordinaria» del piano di riparto dei migranti sul
territorio nazionale, portato avanti in collaborazione con regioni ed
enti locali nell'ambito del tavolo di coordinamento operativo al
Viminale.
Per quanto riguarda i centri governativi si pensa, ha spiegato il ministro, a un hub unico per l'identificazione dei migranti, il triage sanitario e l'informazione legale.
Per quanto riguarda i centri governativi si pensa, ha spiegato il ministro, a un hub unico per l'identificazione dei migranti, il triage sanitario e l'informazione legale.
Il governo italiano sta lavorando
secondo «un approccio pragmatico che non contempla ideologismi» e tiene
conto della necessità di garantire la sicurezza nelle proprie città come
di rispettare il diritto internazionale e quelli umanitario, ma è un
fatto, ribadisce Alfano, che l'Italia è il paese europeo esposto alla
maggiore pressione migratoria, e per questo ha «il diritto di chiedere
all'Europa un sostegno maggiore», con il rafforzamento dell'Agenzia per
la protezione delle frontiere Frontex, lo spostamento in Italia della
sede, e con la revisione del regolamento di Dublino: «se l'Europa è
unica», ha concluso il ministro, «i richiedenti asilo e i rifugiati
devono poter circolare nell'Unione in base al diritto di asilo europeo».
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