15/05/08

400 gg per assumere un immigrato



Severa analisi della Corte dei Conti: 400 giorni per un'assunzione

La relazione annuale evidenzia complessità procedurale, carenze normative e di programmazione dei flussi. Il meccanismo è inadeguato e contribuisce all'irregolarità: va
rivisto e velocizzato

La Corte dei Conti, con Delibera 6/2008 del 27 marzo 2008, adotta la relazione annuale sulle "Attività di gestione integrata dei flussi di immigrazione". Tale relazione, che sarà inviata ad ogni Ministero competente affinché ne risponda entro sei mesi in Parlamento, evidenzia numerose incongruenze nella disciplina normativa e nell'esecuzione dei procedimenti amministrativi. Il tema dell'immigrazione è stato più volte esaminato dalla Corte: con le delibere 22/2003, 10/2004, 10/2005 (V. in T:\RICERCHE\Corte dei Conti).
La Corte ha sollecitato la valutazione dell'efficienza dell'apparato organizzativo generale, innovato nel 2005 con l'istituzione degli sportelli unici per l'immigrazione, ritenendo ineludibile l'accertamento "dei difetti e delle cause della insoddisfacente gestione integrata dei flussi immigratori."
L'istruttoria si è basata sulla richiesta di informazioni, dati ed indicatori alle PP.AA. competenti: ne è risultata frammentazione, lacunosità assenza di coordinamento. "Si è notata fra l'altro una sostanziale carenza di coordinamento, nell'ambito del Ministero dell'interno, fra le attività di competenza dei Dipartimenti per le libertà civili e l'immigrazione e della pubblica sicurezza. In una solitudine di fatto risulta aver operato il Ministero degli affari esteri, al quale la legge n. 189/2002 ha assegnato il ruolo di rilasciare i visti d'ingresso nei Paesi di provenienza degli immigrati. I costi sostenuti da ciascuna amministrazione sono stati esposti con criteri frammentari, disomogenei e di limitata significatività."
Incisivamente vengono indicate le carenze di comunicazione e di coordinamento tra le PP.AA.: "è confermata la sostanziale assenza di un colloquio sistematico fra le amministrazioni, la mancanza di una strategia unitaria di azione, e quindi la difficoltà di migliorare adeguatamente il quadro informativo necessario per l'approfondimento dei temi d'indagine. Il procedimento complessivo è apparso frammentato e tale da non permettere di individuare i titolari, sia di forme concrete di responsabilità nei confronti dell'utenza (costituita dai datori di lavoro e dagli immigrati), sia dei compiti (e delle conseguenti responsabilità) di coordinamento delle operazioni complessive.
Sono riconosciuti i limiti della normativa vigente: "è stata implicitamente segnalata da tutte le amministrazioni l'esigenza di semplificare le disposizioni vigenti, da rendere per quanto possibile efficaci e più agevolmente applicabili in un sistema fondato sull'integrazione delle attività."


Programmazione dei flussi d'ingresso
La relazione, analizzando la serie storica dei decreti flussi, rileva "come assai ampia e in progressiva divaricazione sia la forbice tra quote programmate e domande pervenute". "Il fenomeno, esponenziale a partire dal 2004 sino all'anno corrente, sembra mostrare come il mercato, specialmente in settori quali la collaborazione domestica e assistenza alla persona e l'edilizia, presenti una domanda di lavoro ormai qualitativamente stabile che ogni anno si propone in costante crescita, finendo per indurre a regolarizzazioni periodiche che mal si conciliano con le disposizioni normative vigenti in materia di politica gestoria dell'immigrazione."
Nel sistema di valutazione dei fabbisogni, emergono tre aspetti: lo scarso apporto informativo da parte delle Regioni, la sottovalutazione degli ingressi per ricongiungimento, la concomitante competenza del Ministero della Solidarietà Sociale e del Lavoro. Le circostanze considerate inducono a ritenere che alle serie difficoltà di valutazione intrinseche alle dinamiche del mercato del lavoro, "si aggiungono alcune carenze di informativa degli operatori su elementi importanti per la quantificazione dei fabbisogni che, di conseguenza, non può ritenersi operata con piena cognizione di causa".
Gli sportelli unici per l'immigrazione
"Non soddisfacente": definisce così l'attività degli sportelli unici sull'immigrazione la Corte dei Conti, ipotizzando che una quota di stranieri, vista la lentezza dei procedimenti di regolarizzazione, sia stata indotta a permanere in uno stato di clandestinità. Le cause afferiscono carenze di organizzazione, mezzi e personale.
La Corte rileva l'incompiutezza della riforma avviata con la costituzione degli Sportelli Unici, rimasti una struttura sostanzialmente di front-office, piuttosto che di gestione unitaria dell'intero procedimento. La Corte, preso atto che i riscontri sulle concrete attività svolte degli sportelli non sono apparsi soddisfacenti, sottolinea l'utilità di riflettere sulle funzioni di tali uffici e raccomanda di valutare se i costi di funzionamento della fitta rete di sportelli possano essere ripagati dall'efficacia dei servizi.


Il procedimento di assunzione di lavoratori subordinati stranieri
I tempi di attesa riguardanti il copioso iter amministrativo che va dalla domanda di assunzione, al rilascio del permesso di soggiorno fino all'effettivo inserimento lavorativo, sono stimati tra i 350 e i 400 giorni.
Nella valutazione circa il buon esito delle assunzioni, la Corte ha rilevato i rischi di assunzioni figurate: in questo quadro "le amministrazioni, che hanno incontrato difficoltà per svolgere le operazioni elementari di gestione dei flussi annuali, non sono apparse in grado di fornire elementi affidabili sulle possibili anomalie che potrebbero aver caratterizzato i rapporti di lavoro instaurati successivamente al primo".
Tempi d'attesa, costi e complessità procedurale hanno comportato l'esito negativo della maggior parte delle richieste di assunzione, con un'eccedenza rilevante dei nullaosta rilasciati rispetto alle richieste di concessione dei permessi di soggiorno. Si può ipotizzare che una quota rilevante di stranieri, per i quali i datori di lavoro hanno presentato le domande di assunzione, possa essere stata indotta, dalla difficoltà di recarsi nei Paesi di origine, a permanere nella clandestinità.


Emblematici i dati riferiti ai flussi 2006:


Flussi 2006 – Attività PP.AA. al 30.10.2007
domande presentate 419.132
pratiche definite 384.137
nulla osta rilasciati 255.026
visti rilasciati 189.141
permessi di soggiorno 141.676



"Il fenomeno, induce a riflettere, al di là di ogni valutazione sull'efficiente gestione del procedimento, sull'effettività della rispondenza dell'impianto normativo della legge 189/2002, per quel che attiene alle modalità di acquisizione di lavoro straniero regolare, alla realtà del Paese."


Per approfondire:
www.corteconti.it
Relazione della Corte dei Conti

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