Con un milione e 165 mila presenze la comunità romena rappresenta, in questo momento, la prima in Italia e la seconda nell’Unione europea, dopo quella turca.
E’ quanto emerge dal volume: «I Romeni in Italia tra rifiuto e accoglienza», a cura di Franco Pittau, Antonio Ricci e Laura Timsa per le Edizioni Idos/Sinnos, presentato oggi presso l’Accademia di Romania di Roma.
Il volume, promosso da Caritas Romania e Caritas Italiana, propone una riflessione riassumibile in alcune tesi.
La prima è che è sempre più «importante impostare bene la convivenza con i romeni che rappresentano un quarto dell’intera popolazione immigrata in Italia». Una comunità, sottolinea la Caritas, spesso discriminata nel nostro paese a causa di una sua presunta affinità con comportamenti devianti: «Bisogna riconoscere che nel passato – si legge nel volume – qualcosa è andato storto anche da parte italiana, perché partendo da odiosi delitti commessi da singoli romeni, si è giunti a etichettare con l’aggettivo ‘criminale’ un intero popolo». Secondo i dati, invece, i romeni incidono per il 24,5 per cento sulla popolazione straniera residente e solo per il 13,8 per cento sulle denunce presentate contro tutti gli stranieri. «La maggior parte dei romeni – sottolinea ancora il libro – ha la ferma volontà di integrarsi stabilmente in Italia, dove sono riusciti a superare una situazione economica insoddisfacente, facendo del lavoro e dell’imprenditoria il perno principale dell’inserimento [quasi 700 mila occupati e 28 mila aziende] e mostrando un buon livello di soddisfazione e anche attaccamento al paese che li ha accolti».
20 anni senza Dino Frisullo
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1 anno fa
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