Ue: nella Conferenza di Saragoza sull’integrazione la Spagna chiede “politiche comuni”.
Per la Presidenza di turno è importante condividere “buone pratiche” e trovare indicatori comuni per le politiche.
Una base giuridica solida e condivisa con politiche di integrazione comuni. Sono i punti in agenda del vertice di Saragoza dei Paesi Ue sui temi dell’integrazione. L’incontro, una due giorni iniziata ieri, è stata convocata dalla Presidenza di turno spagnola dell’Ue con la partecipazione di alcuni ministri comunitari responsabili per le questioni dell’immigrazione, con l’Italia rappresentata dal sottosegretario Nitto Palma.
Aprendo i lavori della conferenza, il ministro dell’Immigrazione iberico, Celestino Corbacho, ha detto che finora “l’assenza di una base giuridica solida” non ha consentito il varo di “una vera politica comune” dell’immigrazione nell’Ue, una situazione che dovrebbe cambiare con il trattato di Lisbona. Carbacho ha anche sottolineato che in Europa finora “sono stati sviluppati modelli diversi di integrazione, ognuno con il proprio sfondo politico e giuridico e con problemi specifici”.
Il segretario di Stato, Anna Terron, ha aggiunto che la Presidenza di turno spagnola dell’Ue punta alla definizione di indicatori comuni che consentano di valutare su basi comparabili “i risultati delle diverse politiche di integrazione” nazionali in modo da poter individuare le “buone pratiche” rispettive.
Durante la conferenza è stato illustrato un dossier statistico sui flussi migratori nei 27 Paesi tra il 1997 e il 2008, dove sono arrivati circa 14 milioni di immigrati extra Ue. Secondo dati Eurostat la Germania è il Paese che ne ospita il maggior numero (7,2 milioni, l’8,8% della popolazione) davanti a Spagna (5,2 milioni, 11,6%), Regno Unito (4 milioni, 6,6%), Francia (3,7 milioni, 5,8%) e Italia (3,4 milioni, 5,8%).
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1 anno fa
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