Nell’audizione al Comitato Schengen il ministro Maroni esclude un decreto flussi per il 2010. “Non c’è la necessità di un nuovo decreto flussi, né di mettere mano alle norme esistenti”.
Il titolare del Viminale illustra anche le politiche di contrasto all’immigrazione clandestina e critica l’Ue per non supportare adeguatamente i Paesi mediterranei.
“Non c’è la necessità di un nuovo decreto flussi, né di mettere mano alle norme esistenti”. Così il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, ha categoricamente escluso la possibilità di un decreto flussi intervenendo ieri in un audizione al Comitato Schengen.
Secondo Maroni, a fronte delle difficoltà provocate dalla crisi economica, “il nostro compito, prima di far entrare in Italia nuovi extracomunitari, è di far trovare lavoro ai cittadini italiani e a quelli extracomunitari che l’hanno perso”. Per il titolare del Viminale, che ha ricordato l’intervento sulle quote fatto a favore dei lavoratori extracomunitari stagionali e di quello per i lavoratori autonomi, “la politica del rigore è utile, soprattutto per coloro che hanno una posizione regolare, perché li garantisce”. Quindi, ha ribadito, “no a nuovi ingressi e no a nuove sanatorie”.
Una posizione che, sempre nella giornata di ieri, è apparsa condivisa anche dal ministro del Lavoro e delle politiche sociali, Maurizio Sacconi. Intervenuto ad un convegno organizzato dalla Cassa Nazionale di Previdenza e Assistenza dei Dottori Commercialisti, Sacconi ha dichiarato di essere d’accordo con il titolare del Viminale nel “tener conto del mercato del lavoro sui nuovi ingressi e stiamo lavorando insieme”.
Nel corso dell’audizione al Comitato parlamentare, il ministro Maroni ha illustrato anche i risultati dell’azione di contrasto all’immigrazione clandestina. Dal 1 gennaio al 4 aprile di quest’anno sono arrivati in Italia 170 clandestini, contro i 4.573 dello stesso periodo del 2009: si tratta di un calo di oltre il 96%.
20 anni senza Dino Frisullo
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1 anno fa
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