Il ministro: «Consentirà di chiudere i rubinetti». Previsti i anche i rimpatri. Ma a Lampedusa arrivano altri sbarchi
Fonte: corriere.it
INTESA - Si tratta, ha aggiunto il ministro, «di interventi di prevenzione nei confronti dell'immigrazione clandestina, che ci consentono di chiudere il rubinetto». L'intesa tra i due Paesi verrà illustrata mercoledì dal ministro alla riunione di Palazzo Chigi della cabina di regia con le Regioni». Il ministro Maroni si è detto «soddisfatto: è stato un lavoro lungo e non facile, ma il risultato è importante. Inizia una fase di cooperazione più intensa tra i due Paesi, che bisognerà attuare». Il ministro dell'Interno non ha indicato numeri e tempi dei rimpatri, spiegando che «è tutto contenuto nell'accordo che consegnerò al presidente del Consiglio Berlusconi». Il ministro dell'Interno non ha voluto precisare i contenuti della possibile intesa, ma secondo fonti diplomatiche un primo passo dell'accordo dovrebbe riguardare il rimpatrio almeno dei circa 1.400 migranti ancora a Lampedusa, e con modalità «non mediatiche nè spettacolari», come più volte chiesto dal governo tunisino. Del resto già domenica sera da Palazzo Chigi si faceva notare che l'Italia non chiede un rimpatrio di massa e immediato di tutti i quasi 20mila tunisini arrivati nelle ultime settimane.
STATUS - Intanto, dopo il viaggio di lunedì del premier che però non ha raggiunto risultati concreti, il rappresentante tunisino dell'Alta Commissione per la Riforme Politiche a Tunisi, il premier Beji Caid Essebsi nella mattinata aveva spiegato che il governo provvisorio tunisino ha individuato una soluzione per lo status dei 22 mila migranti in Italia. «La nostra politica estera è governata da regole basate sul diritto internazionale», ha sottolineato il premier, secondo cui l'accordo raggiunto «è un fatto senza precedenti per la politica estera tunisina». Essebsi, tuttavia, non ha precisato dettagli. Da lunedì a Tunisi è al lavoro una commissione tecnica italo-tunisina incaricata di trovare una soluzione al problema dei migranti in partenza dal paese nordafricano.
LAMPEDUSA - La riunione fiume del ministro non è riuscita però, al momento a «chiudere i rubinetti». A Lampedusa, «svuotata», ritornano a sbarcare gli immigrati. Sulla sua "terra" l'isola cerca un ritorno alla normalità ma dal mare questa "normalità" continua a essere minacciata. È già ripresa l'ondata di sbarchi sull'isola dopo i trasferimenti di massa che lunedì avevano praticamente svuotato l'isola. Due barconi con oltre 600 migranti sono approdati martedì mattina all'alba. Una delle «carrette», che sarebbe partita dalla Libia con circa 400 extracomunitari, in gran parte eritrei e somali, è riuscita ad eludere i controlli e a raggiungere Cala Creta dove alcuni profughi si sono allontanati a piedi. Nella zona sono ancora in corso ricerche dei carabinieri. È poi atteso l'arrivo di un altro barcone, intercettato lunedì sera in avaria a 60 miglia dall'isola e soccorso in nottata da una motovedetta della Guardia Costiera. Una quarta imbarcazione, avvistata in mattinata al largo, deve essere «agganciata» da un'unità della Capitaneria. Lunedì sera altri tre barconi, con a bordo complessivamente oltre 200 persone, avevano raggiunto l'isola. Intanto, la nave «Catania», che secondo le autorità ha imbarcato 450 migranti, è partita soltanto questa notte alle 12.50 dal molo di Cala Pisana, dopo essere rimasta in banchina per circa 15 ore. La destinazione del traghetto, secondo quanto appreso, dovrebbe essere Civitavecchia o Livorno.
BOSSI: «SVUOTARE LA VASCA» - Negli ultimi giorni sono emerse posizioni divergenti nella maggioranza sulla gestione dell'emergenza immigrazione. Il leader della Lega, Umberto Bossi, parlando con i giornalisti alla Camera a margine della discussione sul caso Ruby, ha sintetizzato così: «Dobbiamo chiedere il rubinetto e svuotare la vasca». Come dire, fermare gli arrivi e ridistribuire i migranti già presenti nei centri di accoglienza. Bossi ha commentato favorevolmente il fatto che Berlusconi in persona sia andato a Tunisi a parlare con il premier tunisino. «L'importante è che si sia mosso - ha detto il leader del Carroccio -. Ora lasciamo lavorare Maroni, otterrà ottimi risultati»
Redazione online
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