09/02/12

Migrazioni in Italia dal 1951 ad oggi

"1951-2011 - LE MIGRAZIONI IN ITALIA TRA PASSATO E FUTURO
 

L’OIM, con il supporto del Centro Studi e Ricerche IDOS, ha presentato oggi presso la Sala Marconi di Radio Vaticana di Roma, la Ricerca  “1951-2011 Le migrazioni in Italia tra passato e futuro”.

La ricerca, prodotta in occasione delle celebrazioni del 60° anniversario dell’OIM svoltesi nel 2011, è stata una occasione per avviare una riflessione sui movimenti migratori che hanno interessato l’Italia dal 1951 a oggi ed è stata redatta in italiano e in inglese per permetterne una diffusione anche all’estero

In 60 anni è  cambiata la direzione dei flussi e si è anche modificata l’attività dell’OIM, che inizialmente si occupava dell’assistenza degli emigranti italiani, assistendone ben 1.230.000 nel decennio fino al 1962, tra lavoratori e familiari. Dagli anni ’90 in poi, diventata l’Italia paese di immigrazione, l’OIM ha rivolto la sua attenzione agli immigrati, che nel 2011 sono arrivati a sfiorare i 5 milioni. Non bisogna però dimenticare che anche i cittadini italiani residenti all’estero sono oltre 4 milioni, e almeno 15 volte di più se si tiene conto dei loro discendenti.

“Gli esperti dicono che il futuro dell’Italia a livello demografico e occupazionale non può essere concepito senza l’apporto degli immigrati “,  argomenta José Angel Oropeza, direttore dell’Ufficio di coordinamento per il Mediterraneo dell’OIM, “L’immigrazione è, quindi,  meritevole di essere inquadrata come fattore strutturale”.

La ricerca porta il lettore a passare dalla celebrazione di questi 60 anni alla riflessione sui nodi centrali della questione migratoria, che in ogni fase storica ha comportato dei problemi, ma ha anche contribuito a risolverli con un apporto di speranza, creatività e investimento sul futuro. La storia dei 60 anni di attività dell’OIM in Italia viene presentata insieme alla storia dell’emigrazione italiana, a quella dell’immigrazione in Italia e a una parte dedicata al futuro migratorio del Paese, dove la popolazione straniera aumenterà notevolmente per ragioni demografiche e occupazionale, come ribadito di recente dall’Istat.

 “Il compito di una organizzazione internazionale”, afferma Oropeza “consiste nell’incrementare un fruttuoso dibattito, che sappia affrontare i temi con una serenità priva di superificialità e di pregiudizi e lontana dal razzismo, basata sui dati statistici effettivi, in grado di essere di supporto agli operatori dell’informazione e di aiutarli a cogliere i nodi strutturali dell’insediamento degli stranieri, del loro apporto demografico, lavorativo e imprenditoriale, di inquadrare senza esagerazioni il problema della devianza e, infine, di vedere nelle rimesse e nella professionalità degli immigrati un motivo di speranza per lo sviluppo dei paesi di origine.”

 “Il passato migratorio degli italiani all’estero”, conclude Oropeza,  “così come l’attuale scenario dell’immigrazione in Italia, si congiungono nella parola integrazione, che porta a prefigurare un futuro basato sulla convivenza fruttuosa tra le diverse collettività e l’offerta di pari opportunità affinché i più meritevoli possano mettere le loro capacità a servizio del paese che li accolti e possano anche fungere da ponte per il benessere dei paesi di origine”.
 

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