04/08/11

Agenda europea per l'integrazione

Il 20 luglio 2011 la Commissione ha adottato una "Agenda europea per l'integrazione dei cittadini di paesi terzi" per accrescere i benefici economici, sociali e culturali della migrazione in Europa. L'agenda pone l'accento sulla piena partecipazione dei migranti a tutti gli aspetti della vita collettiva e sottolinea il ruolo determinante delle autorità locali. Sono stati presentati i risultati di un'indagine qualitativa dell'Eurobarometro svolta nella scorsa primavera sul tema dell'integrazione.
Fonte: www.eurodesk.it/notizie/agenda-europea-lintegrazione

L'indagine permette un franco scambio di opinioni fra i cittadini dell'UE e i migranti e rivela che i due gruppi condividono alcune opinioni sull'integrazione. Vi è un ampio consenso sull'importanza dell'interazione sul luogo di lavoro e nelle scuole e sul contributo positivo dei migranti alla cultura locale. Entrambi i gruppi concordano sui fattori che fanno funzionare l'integrazione: parlare la lingua, trovare un lavoro e comprendere la cultura locale. I cittadini dell’UE e i migranti che hanno preso parte al sondaggio hanno altresì concordato sulla necessità di un maggiore impegno di tutte le parti per sfruttare i vantaggi dell'immigrazione. La mancanza di competenze linguistiche e la segregazione degli immigrati nei quartieri svantaggiati sono considerate i principali ostacoli all'integrazione. Questi aspetti richiedono un’azione forte e coerente da parte di tutti. La diversità introdotta dalla migrazione, se ben gestita, può costituire un vantaggio concorrenziale e un volano per le economie europee. Se l'UE vuole raggiungere l'obiettivo di portare il tasso di occupazione al 75% entro il 2020, è fondamentale eliminare le barriere che ostacolano l'accesso dei migranti all'occupazione – tanto più che la forza lavoro europea è in diminuzione a causa della sfida demografica che l'Unione si trova ad affrontare. La forza lavoro europea diminuirà di circa 50 milioni di persone entro il 2060 rispetto al 2008 – nel 2010 vi erano 3,5 persone in età lavorativa (20-64) per ogni persona di 65 anni o più; le previsioni per il 2060 indicano un rapporto di 1,7 a 1. A titolo d'esempio, l'agenda della Commissione per nuove competenze e nuovi posti di lavoro stima, entro il 2020, una carenza di circa un milione di operatori professionali nel settore della sanità (2 milioni se si considera il personale sanitario ausiliario).

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