02/08/11

rivolta nei CARA

Immigrazione, scontri a Bari e Crotone. In rivolta gli stranieri ospiti dei centri di accoglienza.

Fonte: corriere.it

Alta tensione nei centri di accoglienza per immigrati del sud. A Bari alcune centinaia di ospiti del Cara hanno bloccato strade e binari nelle vicinanze della struttura che li ospita per protestare contro le lungaggini burocratiche nell'ottenimento dello status di rifugiati. E in serata notizie di scontri sono arrivati anche dalla Calabria, dove alcune decine di persone che vivono nel centro di accoglienza di Isola Capo Rizzuto, nel Crotonese, hanno inscenato una protesta all'esterno dell'immobile culminata in scontri con le forze dell'ordine. I tafferugli hanno portato alla chiusura della statale 106 jonica. In Sicilia, nel frattempo, è emergenza per i nuovi arrivi di profughi in fuga dalla Libia, 25 dei quali sono morti soffocati nella stiva del barcone su cui stavano viaggiando.



ISOLA CAPO RIZZUTO - Scene da guerriglia urbana si sono verificate anche nei pressi del centro d'accoglienza Sant'Anna di Isola Capo Rizzuto (Crotone). Ci sono stati scontri violenti e prolungati tra immigrati e forze dell'ordine a conclusione dei quali della rivolta si sono contati cinque agenti di polizia feriti, di un numero imprecisato di immigrati che hanno riportato lesioni e due stranieri arrestati. Dei cinque agenti feriti soltanto uno è stato ricoverato nell'ospedale di Crotone, mentre per gli altri sono state sufficienti le cure ricevute nel pronto soccorso. La protesta degli immigrati è cominciata all'interno del centro di accoglienza, con il danneggiamento da parte degli immigrati di alcuni mezzi di carabinieri e polizia, ed è proseguita all'esterno della struttura, dove ci sono stati momenti di forte tensione. Gli immigrati hanno cominciato una fitta sassaiola contro le forze dell'ordine occupando la statale 106 jonica su cui si affaccia il centro di accoglienza. Polizia e carabinieri, a questo punto, hanno attuato alcune cariche che sono servite a disperdere i dimostranti. I motivi della protesta sono stati spiegati dal questore di Crotone, Giuseppe Gammino. «Si è trattato soltanto di un'emulazione - ha detto Gammino - della protesta fatta stamattina a Bari». Gli immigrati hanno attuato la rivolta dopo avere appreso, attraverso i contatti con i loro telefoni cellulari, della protesta messa in atto nel capoluogo pugliese. Due degli immigrati che hanno inscenato la protesta sono stati portati nel Commissariato di Crotone ed arrestati. Al momento, secondo quanto hanno riferito gli investigatori. la protesta è stata sedata, ma le forze dell'ordine continuano a presidiare sia l'area esterna del Centro di accoglienza che l'interno della struttura per prevenire nuove proteste. La statale 106 jonica è stata riaperta al traffico soltanto in serata dopo la conclusione della protesta e la rimozione delle pietre e di altri oggetti che i manifestanti avevano lanciato contro le forze dell'ordine durante la protesta. Il Centro d'accoglienza Sant'Anna di Isola Capo Rizzuto, con la sua capienza di 900 posti, ridotta per l'esecuzione di lavori di ristrutturazione rispetto a quella iniziale, che era di 1.200 posti, è uno dei più grandi d'Europa.



BARI - A Bari i migranti avevano bloccato la Statale 16 bis in entrambe le direzioni di marcia e causato disagi anche alla circolazione dei treni lungo i binari adiacenti. Quando carabinieri e polizia sono intervenuti per cercare di disperderli sono scoppiati duri scontri. Gli immigrati hanno lanciato sassi contro gli agenti e a nulla sono valsi i lanci di lacrimogeni e la presenza dall'alto di un elicottero della polizia che ha tentato di disperdere i manifestanti. Dopo aver messo in fuga le forze dell'ordine, gli immigrati hanno cominciato a lanciare sassi anche contro i giornalisti, che si sono rifugiati su un cavalcavia che sovrasta la zona degli scontri. Alla fine decine di persone sono risultate ferite (LEGGI il racconto della giornata sul Corriere del Mezzogiorno).



IL COMMENTO DI VENDOLA - Secondo il presidente della Regione Puglia Nichi Vendola «gli incidenti di lunedì mattina sono il frutto avvelenato della disperazione di chi, dopo lunghi viaggi della speranza in fuga da guerra, persecuzioni e fame, si vede negata la possibilità di un futuro di accoglienza». «Il sovrannumero e l'incertezza sul proprio futuro - ha sottolineato - rischiano di determinare una moltiplicazione delle rivolte e un ulteriore innalzamento della tensione».



Redazione Online

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