Impedire la perdita di oltre 300mila permessi di soggiorno a rischio, graduare il costo dei permessi, superare le quote per i lavoratori formati all’estero, cittadinanza ius culturae per le seconde generazioni. Sono alcuni degli auspici del Governo secondo il ministro all’Integrazione, Andrea Riccardi.
“Non sono il tribuno degli stranieri, sono il ministro dell’Integrazione tra italiani e stranieri”.
Fonte: immigrazioneoggi.it
Sicurezza del soggiorno, cittadinanza alle seconde generazioni, rappresentanza delle comunità straniere nelle amministrazioni: sono questi i punti cardine per l’integrazione che il nuovo Governo cercherà di favorire.
È quanto ha dichiarato ieri il ministro dell’Integrazione, Andrea Riccardi, nel corso di un’audizione in Commissione affari costituzionali della Camera.
Lo storico e fondatore della Comunità di Sant’Egidio, ha ricordato anzitutto di non essere “un patito del multiculturalismo” ma di riconoscersi invece “nella parola integrazione”. Per questo, presentando il suo ruolo nel Governo, ha detto “non sono il tribuno degli stranieri, sono il ministro dell’Integrazione tra italiani e stranieri”.
Parlando degli obiettivi di Governo, Riccardi ha dichiarato “non vorrei che l’Italia diventi un luogo di turn over, di braccianti semestrali”. “La mia preoccupazione – ha spiegato – è quella di perdere lavoratori che già hanno fatto un pezzo di percorso di integrazione”. Per questo c’è la necessità di individuare soluzioni, d’intesa con il ministro dell’Interno, per favorire la ricerca di una nuova occupazione per quegli immigrati che, a causa della crisi, hanno perso il lavoro ed ora rischiano di cadere nell’irregolarità.
Sul fronte delle politiche di ammissione dei lavoratori, l’auspicio del ministro ed il suo impegno a individuare soluzioni per favorire ingressi fuori quota di immigrati formati all’estero nell’ambito di iniziative di cooperazione internazionale.
Il neo ministro ha inoltre confermato l’intenzione di rivedere la tassa sui permessi di soggiorno “di concerto con il ministro dell’Interno, per arrivare ad una graduazione dei costi e trovare un’equilibrata soluzione”.
Altra questione affrontata da Riccardi è stata quella della rappresentatività, con l’auspicio di gestire i rapporti con le varie comunità presenti in Italia attraverso un loro rappresentante.
Il ministro ha poi affermato di ritenere “molto opportuna la ripresa dei lavori in materia di cittadinanza”, almeno per affrontare la questione delle seconde generazioni, non tanto sotto l’aspetto dello ius soli, quanto in ragione di uno ius culturae, per tenere conto del percorso scolastico e culturale dei giovani figli di immigrati presenti in Italia da un certo tempo. “Il Governo – ha quindi aggiunto – non può che appoggiare ciò che maturerà in ambito parlamentare”, annunciando, in questo senso, l’istituzione nell’ambito del suo dicastero di una Commissione che studi “i numerosi e interessanti” disegni di legge presentati in ambito parlamentare dai diversi gruppi politici. Sempre in ambito di cittadinanza il ministro Riccardi ha fatto presente “che dall’Unione europea pervengono richieste di ulteriori implementazioni delle azioni dei governi nazionali” e che il 2013 sarà “l’anno europeo della cittadinanza”. Il tema della cittadinanza delle seconde generazioni è stata, quindi, definita da Riccardi “una questione di fondamentale importanza” per il nostro Paese.
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