Regolarizzazione, denuncia del Tavolo nazionale immigrazione: il
mancato chiarimento sulla documentazione da produrre per attestare la
presenza rischia di far fallire il provvedimento.
Incontro con
il ministro Riccardi e i tecnici ministeriali. “Chiarire al più presto
cosa si intenda per organismi pubblici ampliando il più possibile il
novero dei soggetti che possono rientrare in questa categoria”.
Fonte: immigrazioneoggi.it
Il
mancato chiarimento sulla documentazione che attesti la presenza in
Italia degli immigrati “impedisce di fatto a una parte dei datori di
lavoro di far emergere i rapporti di lavoro in corso”.
È la denuncia del Tavolo nazionale immigrazione dopo l’incontro che si è
svolto ieri presso il Ministero dell’integrazione e a cui erano
presenti i rappresentanti dei ministeri dell’Interno e del Lavoro,
coinvolti nella procedura di emersione.
Alla riunione, alla quale ha partecipato anche il ministro Riccardi, i
rappresentanti del Tavolo hanno esposto le preoccupazioni derivanti
dall’estrema difficoltà di utilizzare il provvedimento a causa di alcune
condizioni previste per accedervi. I rappresentanti dei ministeri
presenti hanno confermato la posizione del Governo che, secondo le
organizzazioni del Tavolo immigrazione, “impedisce di fatto a una parte
dei datori di lavoro di far emergere i rapporti di lavoro in corso”.
“La richiesta della prova di presenza in Italia al 31 dicembre 2011 –
secondo le organizzazioni – è a nostro parere incongrua e
ingiustificata e si configura come una vessazione sia nei confronti dei
lavoratori che dei datori di lavoro”.
I rappresentanti del Tavolo (Acli, Arci, Asgi, Centro Astalli, Cisl,
Cgil, Comunità di S. Egidio, Fcei, Sei-Ugl, Uil) sottolineano che ’’le
pubbliche amministrazioni non possono produrre documentazione, salvo in
casi molto particolari, per stranieri irregolarmente presenti nel
territorio. La nostra richiesta, che non ha ottenuto risposta, è di
chiarire al più presto almeno cosa si intenda per organismi pubblici,
ampliando il più possibile il novero dei soggetti che possono rientrare
in questa categoria, non escludendo anche il ricorso a certificazioni
emesse da enti privati”.
“L’attuale situazione – spiegano i rappresentanti del Tavolo – determina
fra l’altro uno scenario che potrebbe dar luogo a un ampio contenzioso
giurisdizionale. Il rischio che abbiamo evidenziato anche in questa
occasione ai rappresentanti del Governo è che il provvedimento venga
applicato in maniera restrittiva e disomogenea e che, in assenza di una
circolare esplicativa, si alimenti il mercato delle prove false e
l’attività di faccendieri e imbroglioni. Non ci resta dunque che sperare
– concludono le associazioni – che da parte del Governo arrivi
finalmente un segnale che vada nella direzione da noi indicata per
rendere davvero efficace e fruibile un provvedimento così atteso”.
(Red.)
aggiornamento manuale e quadro della normativa
-
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8 anni fa
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