Regolarizzazione: 380 mila immigrati “potenzialmente regolarizzabili”. Costi eccessivi per i datori di lavoro che potrebbero limitare la portata del provvedimento.
Studio della Fondazione Leone Moressa: un terzo delle regolarizzazioni in Lombardia. Il 27% degli irregolari nel settore domestico.
Fonte: immigrazioneoggi.it
Sono 380 mila gli immigrati “potenziali” che potrebbero essere coinvolti nella procedura di emersione iniziata lo scorso 15 settembre. Di questi, 118 mila (31,1% del totale) si trovano in Lombardia. Coinvolgeranno prevalentemente lavoratori occupati nei servizi alle persone come colf e badanti (111 mila). È quanto emerge da una stima diffusa dalla Fondazione Leone Moressa alla vigilia dell’inizio delle procedura.
Secondo i ricercatori, oltre il 30% potrebbe essere regolarizzato in Lombardia e il 14%, rispettivamente, in Emilia Romagna e in Veneto, con poco più di 53 mila procedure di emersione. Seguono Lazio (7,3%), Toscana (6,2%), Campania (5,6%) e Piemonte (5%).
Dei 380 mila soggetti, 111 mila (quasi un 30%) emergerebbero da una situazione di irregolarità dal settore dei servizi alle persone, in special modo per quanto riguarda il lavoro domestico, inteso come colf e badanti. Il 21,9% (pari a 83mila unità) verrà regolarizzato nel settore della manifattura e il 12,4% (47mila individui) nell’edilizia. La rimanente parte si ipotizza possa essere redistribuita tra commercio (10,6%), servizi alle imprese (11,0%), alberghi e ristorazione (9,9%) e infine agricoltura (4,9%).
“La stima di 380 mila lavoratori” precisano i ricercatori della Fondazione Leone Moressa “corrisponde alla potenziale platea da regolarizzare, ma è ipotizzabile, proprio per le caratteristiche di questa sanatoria, che la cifra possa essere inferiore. Il costo dell’emersione infatti potrebbe costituire un forte deterrente per i datori di lavoro”.
(Red.)
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8 anni fa
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