18/07/13

IX Rapporto sugli indici di integrazione degli immigrati in Italia

La crisi economica ha ridotto il potenziale di integrazione degli immigrati nelle regioni italiane, soprattutto nel Nord-Est, secondo uno studio diffuso oggi dal Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro che riporta dati riferiti al 2011.




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"Rispetto al 2009, anno di riferimento del rapporto precedente, la geografia dei territori italiani a più alto potenziale di integrazione è sensibilmente mutata... soprattutto perché a due anni di distanza - durante i quali la crisi economico-occupazionale è andata progressivamente acuendosi, assumendo sempre più carattere sistemico - in Italia le condizioni di inserimento sociale e lavorativo degli immigrati (come, del resto, degli italiani) hanno conosciuto un generale e diffuso peggioramento", dice la sintesi dello studio Cnel.
Al primo posto, nella "classifica" generale dell'integrazione, ci sono il Piemonte, l'Emilia Romagna e la Liguria, ma con valori molto lontani da quelli del 2009. Agli ultimi posti Calabria, Puglia e Basilicata.
In particolare, il ridimensionamento maggiore è quello relativo al Friuli Venezia Giulia - che ha perso circa 10 punti centesimali nell'indice - e al Veneto (-11 punti).
"In effetti, durante questo periodo il Nord Est ha sofferto in maniera quanto mai intensa gli effetti della crisi economica sul proprio sistema produttivo, basato - come è noto - sulla diffusa presenza di piccole e medie imprese su tutto il territorio", dice il rapporto Cnel.

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