31/07/13

Piano nazionale d'azione contro il razzismo, la xenofobia e l'intolleranza

Kyenge: "Non vado alla festa della Lega. Maroni fermi gli attacchi contro di me"
Il ministro per l'Integrazione, Cecile Kyenge, insieme al viceministro Cecilia Guerra, porterà a novembre in Consiglio dei ministri un Piano nazionale d'azione contro il razzismo, la xenofobia e l'intolleranza. Lo ha reso noto la stessa Kyenge nel corso di una conferenza stampa cher si è svolta questa mattina presso la sala Monumentale della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Fonte: governo.it



"Il piano che stiamo elaborando - ha spiegato il ministro - parte dalle sollecitazioni della società civile. È un piano che dovrà essere portato in Consiglio dei ministri proprio per l'urgenza di questo problema. Visti gli atti di razzismo e la violenza con cui avvengono, credo sia il momento da una parte di applicare gli strumenti legislativi che già ci sono ed eventualmente di rafforzarli. Prima di fare nuove leggi, cominciamo ad applicare quelle che abbiamo''.
''Dall'altra parte - ha proseguito il ministro – bisogna agire sulla comunicazione e sui giovani: abbiamo il dovere di far crescere i nostri figli con una cultura diversa, perché le diversità sono ricchezze e la responsabilità è di ciascuno di noi".

 



IL PIANO
Cinque ambiti: lavoro, casa, scuola, mass media e sport, sicurezza. Sono questi gli assi portanti su cui si svilupperà il Piano Nazionale d’azione contro il razzismo, la xenofobia e l’intolleranza per il triennio 2013-2015, presentato oggi dal ministro Cècile Kyenge insieme al viceministro Cecilia Guerra.
Lo schema è stato predisposto avvalendosi dell'UNAR, secondo un approccio integrato e multidisciplinare che possa garantire una risposta efficace al crescente fenomeno del razzismo in Italia. A lavorarci sarà soprattutto il GNL-Gruppo Nazionale di Lavoro, a cui appartengono 85 associazioni. Il Piano rappresenta il primo esempio nazionale di una risposta dinamica e coordinata delle istituzioni e della società civile al razzismo. L’obiettivo è quello di pervenire a una strategia che possa essere di supporto alle politiche nazionali e locali in materia di prevenzione e contrasto del razzismo, della xenofobia e dell’intolleranza, con l’obiettivo finale di valorizzare una società multietnica e multiculturale, aperta e democratica.

CASI IN CRESCITA
Per l’individuazione degli “assi prioritari”, si è tenuto conto non solo dei dati statistici sui casi di discriminazione rilevati dal Contact center dell’Unar, ma anche dei principali ambiti di intervento individuati dall’Unione europea per il contrasto e la rimozione delle discriminazioni. I casi di discriminazione per motivi razziali sono in aumento: nel corso del 2012 sono stati segnalati in totale all’Unar 1.283 casi di discriminazione pertinenti per le diverse forme di discriminazione (disabilità, età, etnia/razza, genere, orientamento sessuale, religione), con un +61% rispetto all’anno precedente. Ciò non vuol dire solo che il fenomeno della discriminazione in generale è in crescita nel nostro Paese, ma anche che, grazie alla campagne di sensibilizzazione e comunicazione, si sta sviluppando anche una maggiore attitudine al reporting e alla denuncia, anche da parte di testimoni, che ne favorisce la emersione. Nello specifico delle discriminazioni per motivi razziali, l’Unar ha registrato 659 casi, pari al 51,4% del totale dei casi di discriminazione trattati nell’anno. Il 40,9% delle segnalazioni sono state effettuate dalle vittime, il 35,7% da parte dei testimoni.

CHI
L’elemento innovativo offerto dal Piano risiede nella sua multisettorialità, vale a dire nell’ampliamento del target dei destinatari. Il Piano, infatti, non riguarderà, solo i cittadini stranieri che vivono in Italia, ma anche i cittadini italiani di origine straniera, tra i quali le seconde e terze generazioni, con un focus specifico sulle seconde generazioni che hanno acquisito la cittadinanza italiana dopo i 18 anni.  Un approfondimento, inoltre, sarà dedicato alla discriminazione basata sul colore della pelle. Il Piano riguarderà, infine, anche le persone appartenenti alle minoranze religiose ed etnico-linguistiche.

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