11/06/10

Consulta: no all'aggravante di clandestinità

No a maggioranza per la parte prevista nel 'pacchetto sicurezza' del governo del  2008, che prevede pene aumentate di un terzo per reati compiuti da immigrati illegalmente in Italia

ROMA - La Corte Costituzionale avrebbe deciso l'illegittimità dell'aggravante di clandestinità (pene aumentate di un terzo se a compiere un reato è un immigrato presente illegalmente in Italia) prevista dal primo 'pacchetto sicurezza' del governo 1, diventato legge nel luglio 2008. Ma dalla stessa Corte sarebbe venuto un sostanziale via libera alla legittimità del reato di clandestinità - punito con l'ammenda da 5mila a 10mila euro - introdotto dal secondo 'pacchetto sicurezza', nel luglio 2009 2. La decisione sarebbe stata adottata a maggioranza nella camera di Consiglio della Corte tra ieri e questa mattina.

Le indiscrezioni sulla decisione sono in attesa di conferma dalle motivazioni della decisione. Anche perché dalla Corte potrebbero venire indicazioni restrittive sulla applicazione del reato di clandestinità: potrebbe venire l'indicazione che spetta al giudice di pace valutare, caso per caso, la grave entità del fatto, così da escludere eventuali giustificati motivi per cui l'immigrato si sia trattenuto illegalmente in Italia.

Certo è che l'aggravante di clandestinità (art. 61, numero 11 bis, del codice penale introdotto dalla legge 125 del 24 luglio 2008) sarebbe stata bocciata per violazione degli articoli 3 e 25 della Costituzione. Per irragionevolezza dunque, perché secondo i giudici della Consulta, in base al principio del 'ne bis in idem' l'aggravamento della pena andrebbe a collidere con il reato di clandestinità introdotto nel 2009 dal 'pacchetto sicurezza'.

Inoltre, l'aumento di pena violerebbe il principio costituzionale del "fatto materiale" quale presupposto della responsabilità penale, nel senso che l'aumento di pena sarebbe collegato esclusivamente allo 'status' del reo (il trovarsi irregolarmente in Italia) e non alla maggiore gravità del reato, o alla maggiore pericolosità dell'autore. Come nel caso dei recidivi o dei latitanti.

I giudici costituzionali avrebbero invece dato il via libera al reato di clandestinità (art.10 bis del testo unico dell'immigrazione del 1998 introdotto dalla legge 94 del 15 luglio 2009), dichiarando infondate diverse questioni di legittimità sollevate dal Tribunale di Pesaro e da numerosi giudici di pace (Orvieto, Lecco, Torino, Cuneo, Vigevano e Gubbio).

Al 'pacchetto sicurezza' erano state fatte dure critiche 3 dall'alto commissario dell'Onu per i diritti umani, Navi Pillay, dai magistrati 4, secondo i quali il provvedimento violerebbe anche i diritti dei clandestini e dei loro figli oltre a portare alla paralisi degli uffici giudiziari. Contrari anche i Medici senza frontiere, le Ong italiane 5 e da Famiglia Cristiana che aveva definito 6 il pacchetto "indegno di uno Stato di diritto"

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