via Internazionale by Internazionale on 5/26/10
Le nuove norme contro l'immigrazione adottate da Phoenix hanno scandalizzato tutti. Ma l'atteggiamento di Madrid non è molto diverso, soprattutto da quando la recessione ha cambiato il clima nel paese. L'articolo del Mundo.L'Arizona ha da poco approvato una legge che consente l'arresto di chi è sospettato di essere entrato clandestinamente negli Stati Uniti. Mezzo mondo ha gridato allo scandalo. In Spagna, però, succede più o meno lo stesso. La polizia continua la sua caccia all'"uomo senza documenti", con continue ed imponenti retate.
La situazione è peggiorata con l'arrivo della crisi economica. Da allora il paese dei "diritti per tutti" (secondo uno slogan del ministero dell'interno), ha fatto inversione di marcia sulla politica dell'integrazione.
Tutti contro Zapatero
Le nuove espaldas mojadas (schiene bagnate) attraversano lo stretto di Gibilterra su imbarcazioni di fortuna o scavalcano le recinzioni degli aeroporti di Barajas ed El Prat per entrare direttamente a Madrid o Barcellona.
Una volta arrivati in Spagna, però, si scontrano con la versione iberica del sogno americano: sono tenuti costantemente sotto controllo dalla polizia e passano la vita tra mense pubbliche, phone centre, ospedali e ong.
Avallando questa nuova politica, il governo ha attirato le critiche delle associazioni di immigrati e della sinistra, ma anche della polizia, dei giuristi, dei professori universitari e perfino di alcuni politici del Partito popolare. Se si considera che negli ultimi anni c'è stato un inasprimento delle sanzioni nei confronti degli immigrati, si può avere un'idea del clima di sospetto generale.
A complicare tutto ci sono anche la crisi economica, le elezioni municipali e regionali, in programma per 2011, e l'influenza negativa di alcuni altri paesi europei.
In uno studio pubblicato qualche mese fa, l'Osservatorio su razzismo e xenofobia, dipendente dal ministero del lavoro e dell'immigrazione, ha spiegato che la crisi ha provocato un "un aumento del rifiuto" nei confronti degli stranieri.
Anche la Fundación ideas, legata al Partito socialista (Psoe) di Zapatero, ha pubblicato recentemente un documento in cui invita il paese a "stare all'erta" di fronte alle discriminazioni, e ad "agire prima che sia troppo tardi".
"Il rifiuto di concedere la residenza agli immigrati irregolari da parte del municipio di Vic – guidato da Convergenza e unione (Ciu), Sinistra repubblicana di Catalogna (Erc) e Partito socialista di Catalogna (Psc) – impone una riflessione seria, soprattutto perchè e stato recepito positivamente dal mondo politico e dalla società spagnola", continua la Fundación ideas nel suo rapporto.
Come se non bastasse, lo studio Giovani e immigrazione, realizzato nel 2008 dall'Injuve (organismo dipendente dal ministero delle pari opportunità), ha rivelato che il 14 per cento dei giovani spagnoli è disposto a votare un partito razzista. Nel 2002 erano solo l'11 per cento.
Retorica e intolleranza
Significa che l'opinione pubblica è sempre più schierata contro gli immigrati? "Credo proprio di sì", risponde José Miguel Sánchez Tomás, professore di diritto penale all'università Juan Carlos di Madrid. "Quando la situazione economica è favorevole, ci prende la febbre della solidarietà, ma le cose cambiano quando ci si trova in concorrenza per i posti di lavoro".
Sánchez Tomás, membro del gruppo Inmigrapenal, ha riscontrato "un'impennata delle misure xenofobe nell'amministrazione pubblica". La conferma arriva anche dalle forze dell'ordine negano. "Situazioni come Vic e Llavaneres (dove la polizia comunale vaglierà la situazione di tutti gli immigranti attraverso i registri di residenza) stanno alimentando il razzismo", dice José María Benito, portavoce del Sindacato unificato di polizia (Sup), che ha denunciato le frequentissime retate degli ultimi tempi.
Sebastian Rinken, ricercatore del Consiglio superiore di ricerca scientifica (Csic), è convinto che "la frequenza di atti discriminatori stia aumentando", e sostiene che "si stanno facendo passare per dibattiti pubblici alcune pericolose discussioni semplicistiche, che hanno come unico scopo la strumentalizzazione della tensione in corso per fini elettorali".
Secondo Rinken, che è anche direttore tecnico dell'Osservatorio permanente andaluso per le migrazioni, le retate contro i sans papiers sono dei "palliativi per cercare di recuperare rapidamente il consenso dei cittadini disillusi. Il problema", conclude il ricercatore, "è che nessuno sta cercando una soluzione efficace".
"In Spagna non esiste una politica chiara sull'immigrazione", spiega Pablo Vázquez, presidente della Fondazione di studi di economia applicata (Fedea). "Il governo ha fatto la voce grossa dopo l'arrivo della crisi, ma nessuno si preoccupa di dire quanti stranieri sono tollerati e in che modo vogliamo che si comportino gli immigrati".
Vázquez è convinto, come molti altri, che gli stessi stranieri indesiderati che oggi fanno da capro espiatorio in tempo di crisi "sono fondamentali per la ripresa economica e lo saranno anche in futuro". Sempre che il "modello Arizona", nel frattempo, non se li porti via tutti. (con Presseurop.eu. Traduzione di Andrea Sparacino)
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