Lavoro, casa, mediazione culturale, insegnamento della lingua italiana e tutela dei minori: i cinque assi del “Piano nazionale per l’integrazione nella sicurezza” del ministro Sacconi.
Le prime anticipazioni del documento discusso nel Consiglio dei ministri di giovedì scorso. Per Sacconi l’immigrazione avrà sempre più un carattere “rotatorio”, con periodi di migrazione sempre più contratti, grazie alla “crescita di quelli che sono oggi Paesi in via di sviluppo”.
Formazione linguistica e educazione civica, lavoro, casa, accesso ai servizi e tutela dei minori: sono questi i “cinque assi dell’integrazione” alla base del “Piano nazionale per l’integrazione nella sicurezza” che il ministro Sacconi ha portato in Consiglio dei Ministri la scorsa settimana e che a giorni dovrebbe essere presentato nella sua versione definitiva. Il documento, rivelato in esclusiva dall’agenzia di stampa Redattore Social, va a completare il meccanismo di applicazione del permesso di soggiorno “a punti” approvato nella stessa riunione del Consigli dei ministri e che verrà presentato presumibilmente domani nella formulazione definitiva.
Il Piano contiene, in modo più o meno sistemico, misure già anticipate dal ministro Sacconi e che si ispirano ad una visione “rotatoria” dei flussi migratori in cui, secondo il Ministro, si assisterà a periodi di migrazione sempre più contratti, grazie alla “crescita di quelli che sono oggi Paesi in via di sviluppo”. Da questo assunto deriva la necessità di gestire il fenomeno secondo tre ambiti di azione: sostegno allo sviluppo dei Paesi di origine, regolamentazione dei flussi di ingresso e politiche di integrazione.
Nell’ambito dei cinque assi su cui si esplica, il documento prevede la verifica degli impegni assunti dal datore di lavoro con la sottoscrizione del contratto di soggiorno e alloggi a rotazione per i lavoratori stranieri.
Le verifiche riguarderanno la responsabilità del datore di lavoro di “accompagnare il lavoratore straniero nel trovare un alloggio adeguato”, mentre gli alloggi a rotazione sarebbero invece delle soluzioni abitative temporanee “per permettere una stabilizzazione abitativa del lavoratore corrispondente a quella lavorativa”. Il meccanismo della “rotazione” trae origine proprio dalla convinzione – al momento non suffragata dai dati – che solo parte dell’immigrazione ha carattere stabile.
Per quanto riguarda l’accesso ai servizi, la proposta principale avanzata da Sacconi riguarda l'introduzione di “mediatori culturali o linguistici o dei funzionari dell'anagrafe” nei servizi di prima accoglienza e in “sportelli e uffici per l'immigrazione presso prefetture e questure”. In questo quadro, “è importante rivedere i termini dell’accesso ai pubblici uffici per facilitare l’ingresso di quelle persone straniere che, essendosi pienamente integrate, sono pronte a servire l’Italia”.
Per quanto riguarda i minori stranieri, Sacconi sottolinea l’opportunità di “vietare l’abbandono scolastico”, ma anche di “prevenire e scoraggiare il fenomeno delle partenze illegali” di minori non accompagnati. Sottolinea inoltre la funzione del Comitato per i minori stranieri istituito presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali e in particolare il Programma nazionale di protezione dei minori stranieri non accompagnati.
L’ultima parte del documento prevede invece la realizzazione di un “Portale dell’integrazione”, gestito dall’Istituto per gli affari sociali e destinato “a tutti gli attori che a vario titolo si occupano di politiche di integrazione”.
“Il Portale – si legge – costituirà innanzitutto il luogo di raccolto e scambio delle buone pratiche promosse a livello territoriale. Rivolgendosi direttamente agli immigrati, avrà inoltre funzioni di sportello virtuale, favorendo l’accesso a tutte le informazioni istituzionali in modo interattivo”.
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8 anni fa
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