Destra o sinistra, soltanto il 60% degli immigrati parteciperebbe alle elezioni se ne avesse il diritto.
Presentata ieri alla Camera dei Deputati la ricerca dell’Ismu “I nuovi cittadini nel centrodestra: una realtà emergente”.
Soltanto il 60% si recherebbe alle urne per scegliere destra e sinistra in base all’origine, al sesso, al livello culturale e di reddito ed all’anzianità di soggiorno in Italia. È quanto emerge dalla ricerca Ismu (Iniziative e studi sulla multietnicità) I nuovi cittadini nel centrodestra: una realtà emergente presentata ieri alla Camera dei Deputati.
Dalle indagini svolte dalla Fondazione nel biennio 2008-2009, all’interno del quadro delle attività dell’Osservatorio regionale per l’integrazione e la multietnicità (Orim) in Lombardia, emerge il quadro di una ipotetica partecipazione degli immigrati alle scelte elettorali.
Due le domande poste a un campione di 9.000 immigrati rappresentativi della popolazione straniera ultraquattordicenne proveniente dai Paese a forte pressione migratoria e presente a qualunque titolo nel territorio lombardo: “Se domenica prossima si votasse per le elezioni in Italia e lei avesse diritto di voto, andrebbe a votare” e “In una scala di valori da 0 a 10, in cui 0 significa sinistra e 10 destra, lei dove si collocherebbe?”
Nel 2009 il 59,8 % degli intervistati si è dichiarato interessato a partecipare alle scelte elettorali: i più favorevoli i filippini (74 %), i romeni (64 %), i marocchini (63 %) e i senegalesi (62 %) mentre ai gradini più bassi della ipotetica “scala” di partecipazione degli stranieri in Lombardia si collocano gli ucraini (43 %) e i cinesi (30 %). Molto sembra dipendere anche dall’anzianità della presenza in Italia (è interessato il 71,3 % di chi è qui da dieci anni, mentre solo il 47,3 % in caso di presenza inferiore a un biennio) e dal titolo di presenza (possessori di cittadinanza italiana o quanto meno di carta di soggiorno 84,2 % e il 67,6 %; permesso di soggiorno 56-57 %; percentuale di sotto del 50 per chi non ha tuttora un valido titolo di soggiorno e raggiunge il 40 per chi non lo ha mai avuto).
Per quanto riguarda la seconda domanda, i dati del 2009 indicano nel complesso un prevalente posizionamento a sinistra (42,1 % contro il 28,8 % di destra), più da parte degli uomini (45,2 su 38,1 % di donne) provenienti da Senegal (67,6 %), Costa d’Avorio (56 %) e Marocco (55,7 %).
Sul fronte opposto l’orientamento a destra è largamente condiviso tra brasiliani (50,7 %), romeni (46,6 %) e ucraini (41,5 %). In generale se l’orientamento è a sinistra è più marcato tra gli irregolari (190 si dichiarano a sinistra per ogni 100 a destra), tra coloro che non hanno alcun titolo di studio (209 per ogni 100), tra musulmani e copti (220 %), tra disoccupati (167 %) e tra gli studenti lavoratori (292 %), a destra sono orientati soprattutto imprenditori (145 su ogni 100 a sinistra), ortodossi (128 %), evangelici (109 %) e coloro che guadagnano mensilmente almeno 2.500 euro netti. Da aggiungere che, tra chi è in Italia da almeno dieci anni, il rapporto tra potenziali elettori di sinistra e di destra è di circa 2 a 1 anche in corrispondenza del gruppo degli est europei.
20 anni senza Dino Frisullo
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1 anno fa
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