Entro il 2012 la Commissione promette un “sistema europeo comune di asilo” con maggiore tutela e più solidarietà per chi chiede protezione internazionale.
Fonte: immigrazioneoggi.it
Tempi certi per istruire la pratica di richiesta asilo, modalità uniformi per i colloqui, procedure per i dinieghi e le domande reiterate, possibilità di trattenere gli immigrati. Sono alcune delle modiche che la Commissione europea propone alle direttive su “accoglienza” (IP/08/1875) e “procedure” (IP/09/1552) per i richiedenti asilo. Le misure, presentate il 1 giugno dall’esecutivo di Bruxelles, rientrano nel “pacchetto legislativo sull’asilo” per il completamento del sistema europeo comune previsto per il 2012.
Nel presentare le proposte di modifica, la commissaria agli Affari interni, Cecilia Malmström, ha dichiarato che “il trattamento e le garanzie di cui godono i richiedenti asilo variano notevolmente da uno Stato membro all’altro, proprio come sono radicalmente diverse le possibilità di ottenere protezione a seconda dello Stato membro che esamina la domanda di asilo. Così non si può continuare”. Per questo, la Malmström giudica “una priorità” predisporre “procedure d’asilo efficaci ed eque e condizioni di accoglienza dei richiedenti asilo adeguate e comparabili in tutta l’Unione. Allo stesso tempo è necessario che le norme che conveniamo a livello europeo siano semplici, chiare e efficaci in termini di costi”.
Le proposte, frutto dei negoziati tra il Parlamento europeo e il Consiglio e le consultazioni con altri attori (UNHCR e ONG), verranno presentate alla sessione del 9 giugno del Consiglio Giustizia e Affari interni e successivamente discusse sotto la presidenza polacca. Perché diventino legge dovranno poi essere adottate dal Parlamento europeo e dal Consiglio con voto a maggioranza qualificata.
Nel dettaglio, le modifiche apportate alla direttiva “procedure” sono intese a semplificare e chiarire le norme in modo da:
- semplificarne l’attuazione per gli Stati membri, specie quando si trovano a dover trattare in contemporanea un numero ingente di domande di asilo. Sono state riviste le norme che disciplinano l’accesso alla procedura di asilo, lo svolgimento dei colloqui personali e la durata massima delle procedure (obiettivo centrale della proposta resta il termine generale di sei mesi per concludere le procedure di primo grado);
- contrastare meglio i potenziali abusi. Nuove disposizioni permettono agli Stati membri di accelerare le procedure e esaminare alla frontiera le domande chiaramente poco convincenti o presentate da richiedenti che costituiscono un pericolo per la sicurezza nazionale o l’ordine pubblico;
- migliorare la qualità del processo decisionale in primo grado aggiungendo accorgimenti pratici che aiutino il richiedente a capire la procedura o predisponendo un’adeguata formazione del personale che esamina le domande e prende le dovute decisioni;
- garantire l’accesso alla protezione. Sono chiarite le fasi iniziali della procedura, a beneficio delle guardie di frontiera, dei poliziotti e altre autorità che per primi entrano in contatto con chi chiede protezione;
- gestire le domande reiterate. La proposta modificata chiarisce le norme che regolano la possibilità per il richiedente asilo di reiterare la domanda nell’ipotesi che sia cambiata la sua situazione, nell’intento anche di prevenire eventuali abusi.
Le modifiche apportate alla direttiva “accoglienza” puntano invece a:
- semplificarne l’attuazione per gli Stati membri che, disponendo di un margine di manovra più ampio per realizzare le misure previste, vedranno ridursi gli oneri finanziari e amministrativi;
- disporre norme chiare che limitino rigorosamente la possibilità di trattenere i richiedenti asilo. La nuova proposta mantiene elevate le norme sul trattamento, specie con riguardo al trattenimento; il diritto di libera circolazione può essere soggetto a restrizioni solo se necessarie e proporzionate e giustificate da motivazioni chiari, comuni e esaurienti;
- garantire un livello di vita dignitoso, specie con misure nazionali dirette a individuare le particolari esigenze delle persone vulnerabili, come i minori e le vittime di tortura, o con un sostegno materiale di livello adeguato per i richiedenti asilo;
favorire l’indipendenza economica dei richiedenti asilo. L’obiettivo è agevolarne l’accesso al mercato del lavoro riconoscendo agli Stati membri una certa flessibilità durante l’esame della domanda in primo grado o se devono far fronte a un numero elevato di domande simultaneamente.
(Red.)
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