17/07/11

Test d’italiano, “bocciato” un candidato su dieci. Molte le differenze territoriali.

73 mila i candidati che l’hanno sostenuto. Nel Lazio, dove c’è il colloquio orale, i respinti sono il 3%. In Lombardia e Veneto, esame solo scritto, bocciato un quarto dei candidati.
Fonte: immigrazioneoggi.it

Più di un candidato su dieci non passa al test di lingua italiana per l’ottenimento del permesso di soggiorno CE di lunga durata. Sono i dati che emergono da un’inchiesta dell’agenzia Redattore Sociale che segnala numerose disparità nelle prove di esame.

Da quando, in febbraio, sono iniziate le sessioni d’esame, in Italia l’hanno affrontato 73.712 stranieri e i bocciati sono stati 4.227, pari all’11,2%. Ma mentre a Roma su 1.839 candidati chi non ce l’ha fatta è il 3,5%, in Veneto si sale al 24,8% (su 1.647 esaminati) con punte del 34% a Padova. A Milano i bocciati finora sono stati il 14,1% (su 1.875).
Secondo gli autori dell’articolo, la differenza va imputata alle diverse interpretazioni che gli Uffici scolastici regionali hanno dato del Vademecum predisposto dal Ministero dell’istruzione il 28 dicembre 2010 e che dava indicazioni sulle modalità di gestione dei test. In particolare, mentre in Lombardia e in Veneto il test è solo scritto, a Roma comprende anche una parte orale che contribuisce in modo ancora più significativo all’esito della prova.
In una relazione redatta dalla Commissione (composta da dipendenti dell’Ufficio scolastico regionale e dalle prefetture del Lazio) che sovrintende all’organizzazione degli esami, viene ribadita l’importanza di “un’attribuzione differente dei punteggi, in modo che la conoscenza della lingua scritta non superi il 20% del punteggio totale”. Un approccio più complessivo, quello laziale, che un gruppo di insegnanti e operatori sociali della Lombardia – tra cui Caritas Ambrosiana e Centro Come – ritengono migliore e per questo si stanno battendo perché venga adottato anche nella loro regione.
Dai dati su Roma, Milano e Veneto emerge anche che sono ancora molti gli stranieri che, pur essendosi iscritti all’esame, non si presentano. Da febbraio a giugno, nella capitale gli assenti sono stati 403 su 2.390 domande presentate, a Milano 824 (su 2.699) e in Veneto 327 (su 1.953).

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