N. 1/2 2013 - Immigrazione e presenza straniera in Italia
Rapporto Sopemi
Italia 2012-2013 (Sistema permanente di osservazione sulle migrazioni)
realizzato dal Censis, corrispondente per l'Italia dell'Ocse, in cui si
analizzano gli elementi costitutivi del fenomeno migratorio, con
l'aggiornamento dei dati relativi ai movimenti migratori, agli
indicatori occupazionali, alle politiche di integrazione e alle
condizioni di vita degli stranieri.
IndiceLe principali dinamiche migratorie che interessano l'ItaliaL'evoluzione delle politiche in materia migratoriaI flussi migratoriGli stranieri residenti in ItaliaGli italiani residenti all'esteroIndicatori occupazionaliGli stranieri nella scuola e nell'universitàLe discriminazioni
La crisi colpisce anche gli stranieri
Per la prima volta i permessi di soggiorno per
ricongiungimenti familiari hanno superato quelli per lavoro. Il tasso di
disoccupazione sale anche tra i migranti
Roma, 9 ottobre 2013 -
Sono 4.387.721 gli stranieri legalmente residenti sul territorio
nazionale, pari al 7,3% della popolazione complessiva, secondo i dati
dell'ultimo bilancio demografico. Nel corso dell'ultimo decennio il
numero degli stranieri in Italia è cresciuto in media dell'11% all'anno,
con un incremento complessivo di quasi 3 milioni di persone. Quasi due
terzi degli stranieri vivono nell'Italia settentrionale, soprattutto in
Lombardia, dove si concentra il 23,4% dei migranti e l'incidenza della
popolazione con cittadinanza non italiana raggiunge il 10,5%. Al
contrario, nel Mezzogiorno la presenza di migranti resta su livelli
modesti, con circa 615mila stranieri e un'incidenza inferiore al 3%
della popolazione. I dati sono un'anticipazione
del prossimo Rapporto «Immigrazione e presenza straniera in Italia», che
ogni anno il Censis realizza per l'Ocse in qualità di corrispondente
per l'Italia e che viene utilizzato come base di partenza per le
riflessioni contenute nell'«International Migration Outlook».
Gli effetti della crisi economica. Anche
nel 2012 si confermano gli effetti della crisi economica sui flussi
migratori, emersi per la prima volta l'anno precedente. I nuovi permessi
di soggiorno per cittadini non comunitari sono stati 246.760, con una
flessione del 25% rispetto al 2011 e del 58% rispetto al 2010 (ogni
anno, nel periodo compreso tra il 2008 e il 2010, il loro numero è stato
costantemente al di sopra dei 500mila). La contrazione deve essere
attribuita in massima parte alla forte diminuzione dei permessi di
soggiorno rilasciati per motivi di lavoro. Il loro numero si è ridotto
dell'81,4%, passando dagli oltre 359mila del 2010 ai 119.342 del 2011, e
infine a 66.742. La flessione ha riguardato in massima parte i permessi
per motivi di lavoro di durata medio-lunga: la contrazione per i
permessi di soggiorno validi per più di un anno è superiore alle 166mila
unità e la loro incidenza relativa si riduce dal 55% del 2010 al 46%
del 2012. Si consolida la tendenza evidenziata nel 2011: il numero di
permessi rilasciati per ragioni di ricongiungimento familiare (119.745)
supera quello dei permessi concessi per lo svolgimento di un'attività
lavorativa. Nel 2012 i permessi di soggiorno per ricongiungimenti
familiari rappresentano il 48,5% del totale (erano il 43% nel 2011 e il
30% nel 2010), mentre quelli rilasciati per motivi di lavoro sono il
27%.
Le conseguenze della «Primavera araba» e i nuovi flussi nel Mediterraneo. In
coincidenza con l'inizio delle rivolte nei Paesi del Nord Africa, i
flussi irregolari verso l'Italia sono cresciuti in maniera
considerevole.Sono 62.692 le persone giunte nel corso del 2011, in
massima parte provenendo da Libia e Tunisia e sbarcando nell'isola di
Lampedusa. Nell'anno precedente lungo le coste italiane erano stati
intercettati dalle autorità di frontiera soltanto 4.406 migranti. Dopo
una flessione nel 2012 (15.570 persone), una nuova consistente ondata
migratoria è in atto nel 2013. Nei primi otto mesi dell'anno si
registrano già 21.241 migranti, di cui oltre la metà arrivati nei mesi
di luglio e agosto. L'incidenza dei profughi siriani in Italia resta
relativamente modesta. La maggior parte dei richiedenti asilo è
originaria di Somalia, Eritrea, Nigeria, Pakistan e Afghanistan.
I Paesi di provenienza. Complessivamente,
il Paese che più ha beneficiato dei 247mila permessi di soggiorno
rilasciati nel 2012 è la Cina, con 25mila nuovi permessi pari al 10,1%
del totale. I restanti sono andati a cittadini provenienti: per il 20,5%
dall'Asia meridionale (11.600 dall'India e 8.500 dal Bangladesh, 6.600
dallo Sri Lanka e 7.700 dal Pakistan); per il 15,4% dal Nord Africa (di
cui 21mila a marocchini, 9.400 a egiziani e 6.000 a tunisini); per il
12,9% dall'area balcanica (dove la componente più rilevante è quella
albanese, con 18.400 permessi di soggiorno); per l'11,2% dall'Europa
orientale e dall'Asia centrale (di cui 8.700 dalla Moldavia e 8.500
dall'Ucraina); per l'11,2% dall'America Latina; per il 10,3% dall'Africa
Sub-Sahariana.
Gli stranieri e il lavoro. Cresce
il tasso di disoccupazione tra i lavoratori nati all'estero, che è
salito al 13,8% (il 15,6% per le donne, 1,5 punti percentuali in più
rispetto al 2011). In valori assoluti, però, nel 2012 il numero di
occupati nati all'estero è cresciuto ancora, seppure a ritmi decisamente
più contenuti rispetto al passato: +2,9%, sfiorando i 3 milioni. Gli
stranieri rappresentano ormai il 13% dell'occupazione nazionale
complessiva, con un'incidenza particolarmente elevata nel settore delle
costruzioni (21,7%) e in agricoltura (15,9%). Per il 2013 le imprese
italiane prevedevano di assumere con contratti non stagionali soltanto
42.960 lavoratori stranieri, il 29% in meno rispetto al 2012 e il 59% in
meno rispetto al 2010.
Gli stranieri imprenditori. Sono
399.093 i cittadini nati all'estero che svolgono un'attività
imprenditoriale in Italia alla metà del 2013 (+3,6% rispetto all'anno
precedente). Si tratta del 12,1% di tutti i titolari d'impresa, quota
che raggiunge il 21% nel settore delle costruzioni, il 15,7% nel
commercio e il 13,7% nelle attività manifatturiere.
Gli stranieri e la scuola. Nell'anno
scolastico 2011/2012 gli alunni stranieri sono stati 755.939, pari
all'8,4% degli studenti iscritti alle scuole italiane. Rispetto all'anno
scolastico precedente l'incremento è stato di 45.767 unità, pari al
6,4%. I 59.515 stranieri iscritti nelle facoltà universitarie italiane
nell'anno accademico 2009/2010 non rappresentano che il 3,3% della
popolazione universitaria complessiva (erano 56.100, pari al 3,1% del
totale, nel 2009, ma soltanto 8.758 cinque anni prima). Nell'anno
accademico 2010/2011 i laureati di nazionalità non italiana sono stati
7.160, pari al 2,5% dei 289.130 studenti che hanno ultimato gli studi
nel corso dell'anno.
Questi sono i principali risultati
del Rapporto nazionale realizzato dal Censis come contributo
all'«International Migration Outlook» dell'Ocse, che è stato presentata
oggi al Cnel da Carla Collicelli, Vice Direttore del Censis, Giorgio
Alessandrini, Presidente vicario dell'Organismo nazionale di
coordinamento per le politiche di integrazione sociale degli stranieri
(Onc) del Cnel, Natale Forlani, Direttore Generale Immigrazione del
Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Jonathan Chaloff, della
Divisione delle migrazioni internazionali dell'Ocse, con le conclusioni
di Cecilia Guerra, Vice Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali.
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