10/10/13

Rapporto OCSE 2013 "International Migration Outlook"


Prospettive sulle migrazioni internazionali 2013 Le prospettive sulle migrazioni internazionali. Presentazione del Rapporto OCSE 2013 "International Migration Outlook" (in collaborazione con il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali - DG Immigrazione e Politiche di integrazione)


PRINCIPALI TREND


• I flussi d’immigrazione aumentano nei Paesi dell’OCSE, ma registrano livelli ben inferiori rispetto ai flussi che
hanno preceduto la crisi. Nel 2011 e rispetto al 2010, la popolazione totale dell’immigrazione permanente è
aumentata nell’insieme dei Paesi dell’OCSE, ma è rimasta comunque inferiore a quattro milioni. I dati
preliminari disponibili per il 2012 indicano un ulteriore aumento. La migrazione temporanea per motivi di lavoro,
ha registrato in sostanza gli stessi livelli rispetto al 2010, con un po’ meno di due milioni d’immigrati nei Paesi di
accoglienza. I Paesi dell’OCSE sono ancora una destinazione ambita dagli studenti del mondo intero. Nel 2010, i
suddetti Paesi hanno registrato un aumento del 6% degli studenti internazionali rispetto al 2009.
• India e Cina continuano a essere due importanti Paesi di origine dell’immigrazione verso i Paesi dell’OCSE.
Quest’anno, tuttavia, Polonia e Romania compaiono tra primi tre Paesi (dopo la Cina) d’immigrazione. Un trend
ascrivibile all’aumento della mobilità all’interno dell’UE. La libera circolazione tra Paesi europei dell’area
dell’OCSE è aumentata nel 2011; oggi, in termini relativi, è quattro volte maggiore nella suddetta regione e nel
confronto con i flussi migratori che provengono da altre regioni del mondo. I flussi migratori in uscita dai Paesi
più colpiti dalla crisi, e in modo particolare dai Paesi dell’Europa del Sud, hanno altresì segnato un’accelerazione
del 45%, dal 2009 al 2011.
• Nel 2011, i richiedenti asilo nei Paesi dell’OCSE sono aumentati di più di un quinto, superando per la prima volta
un totale di 400 000 richieste dal 2003. Questo trend è confermato dai dati preliminari del 2012. In cima alla
classifica dei Paesi ospitanti, si trovano gli Stati Uniti, la Francia e la Germania. Tra i Paesi di accoglienza,
l’Italia occupa la quarta posizione nel 2011, situazione in gran parte riconducibile alla “Primavera araba”.
• Molti Governi hanno adottato politiche più restrittive nelle politiche di assunzione di persone provenienti
dall’estero poiché mirano a proteggere la propria forza lavoro in una fase di disoccupazione al rialzo. Da alcuni
Paesi, tuttavia, sono state introdotte misure per alleviare la situazione dei lavoratori stranieri che hanno perso il
posto di lavoro. In via generale, si tratta di disposizioni che li autorizzano a rimanere nel Paese di accoglienza e a
cercare un nuovo lavoro. Un maggior numero di Paesi sta adottando sistemi a punti, perché offrono una più
ampia flessibilità nel processo di selezione dei candidati altamente qualificati. Alcuni Governi sono altresì
interessati da programmi volti ad attrarre gli investitori e gli imprenditori.
• Nel confronto con gli autoctoni, la situazione del mercato del lavoro degli immigrati è peggiorata negli ultimi
anni, sia in termini di livelli occupazionali sia in termini comparativi. In media, tra il 2008 e il 2012, il tasso di
disoccupazione degli stranieri è aumentato di 5 punti percentuali, rispetto a un aumento di 3 punti per i nativi. La
disoccupazione di lungo termine degli immigrati è diventata una notevole sfida in molti Paesi dell’OCSE. Nel
2012, quasi un disoccupato immigrato su due ha cercato lavoro per più di un anno

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