27/01/11

Mubarak sul filo delle ore

Mubarak sul filo delle ore

Forse è già tardi. Hosni Mubarak ha aspettato troppo: all’improvviso la possibilità di passare il potere a suo figlio Gamal sembra essere diventa oggi un miraggio in dissolvenza. Dopo la rivoluzione dei gelsomini in Tunisia, il contagio si è diffuso in Egitto. E la prima vittima potrebbe essere proprio lui, Gamal, il figlio preferito a cui Mubarak da mesi pensava di trasferire meccanicamente il comando: ieri un sito giornalistico ha diffuso la notizia secondo cui sarebbe partito precipitosamente in aereo per Londra, con moglie e figlia. Probabilmente la notizia non è vera, ma è bastata ad accendere l’attenzione sul fatto che l’unica possibilità che il regime egiziano aveva per poter evolvere verso qualcosa di più moderno e meno autoritario potrebbe essere svanita


Nessuno a questo punto della protesta egiziana puo’ ancora fare previsioni su quello che accadrà nei prossimi giorni; molti dicono che questa notte fra martedì e mercoledì sarà decisiva. Se la polizia riuscirà a sgombrare le strade e le piazze, a liberarle da quella che è stata la più grande manifestazione di libera protesta nei 30 anni di regime Mubarak, il corso delle cose potrebbe essere ancora nelle mani del governo egiziano. Altrimenti la piazza, infiltrata e corroborata dai Fratelli Musulmani o dai gruppi di opposizione nati spontaneamente in questi anni su Internet, potrebbe imprimere una svolta imprevedibile alla storia egiziana.



Ieri sera Hillary Clinton è intervenuta rapidamente per sostenere che il governo egiziano “è stabile e sta cercando soluzioni per rispondere alle legittime necessità della popolazione. Sosteniamo il diritto fondamentale alla libertà d’espressione e di associazione e invitiamo tutte le parti ad astenersi dal commettere violenze”. Il Dipartimento di Stato ha avuto il coraggio di esporsi, di abbandonare l’ombra e l’imbarazzo in cui si muovono l’Europa (e l’Italia) in queste ore. Un silenzio dettato dal terrore vero e proprio che soffia in queste ore nei palazzi di chi in Europa sa bene cosa potrebbe significare un Egitto fuori controllo: la possibile deriva del più importante paese arabo verso la guerra civile fra militari e integralisti, qualcosa di riveduto e corretto rispetto agli anni del terrore algerino. Fino a ieri il governo egiziano aveva ancora la possibilità di giocarsi la carta della successione a Gamal; molto presto anche le altre opzioni potrebbero svaporare, lasciando il paese di fronte ad alternative tutte pericolose. Per gli egiziani e per noi.

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