15/01/11

versetti degli emigranti

Fonte: Siamotuttistranieri
Dal blog Paesologia di Franco Arminio. Corriere del Mezzogiorno

l’emigrante per sua natura è un pensatore.

nel 1901 michele fede partì per gli stati uniti con un abito impeccabile che lui stesso aveva cucito.
nel 1929 florindo fede partì per il brasile con un abito impeccabile che lui stesso aveva cucito.
nel 1947 agostino fede partì per la francia con un abito impeccabile che lui stesso aveva cucito.
nel 1960 salvatore fede partì per la svizzera con un abito impeccabile che lui stesso aveva cucito.
oggi al paese nessuno sa più cucire e l’emigrazione dei sarti è finita.


erano undici figli, nati nello stesso letto, nella stessa stalla. adesso sono tutti in america,
in undici città diverse: il più grande sta a new york, gli altri a houston, mesa, tampa, san diego,
cincinnati, syracuse, hartford, denver, cleveland, rapid city.

qui una volta c’era uno che viveva in campagna.
partì dal porto di napoli. c’era un bel cielo in quel pomeriggio del quarantanove.
la città sembrava felice. ma lui davanti a tanta acqua e tanto cielo cercava di intravedere i suoi monti, la sua casa. mentre la nave si avviava lui ancora guardava verso i monti, pensava alle mucca, al porco e alle galline che aveva lasciato.
pensava a sua cugina michelina che gli aveva fatto vedere un seno proprio mentre lui preparava le valige.


lorenzo marzullo aveva vent’anni quando partì con i suoi per il brasile. il viaggio fu molto lungo
ed il mare spesso era tempestoso.
arrivò con un senso di nausea che gli durò quasi per un anno.

continua

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