12/05/11

miracolo a Lampedusa



Miracolo a Lampedusa: salvi in 500
Forze dell'ordine e Capitaneria eroici
Fonte: corsera.it



AGRIGENTO - Stavolta si contano i vivi e nessuno sembra mancare all’appello. Quando si pensava che un’altra tragedia stesse per compiersi a Lampedusa, dopo la strage di migranti avvenuta ieri davanti alle coste libiche, è accaduto il miracolo: oltre 500 profughi, finiti in mare dopo che il loro barcone si era incagliato sugli scogli del porto, sono stati salvati grazie alla catena umana che ha acciuffato i naufraghi nelle acque basse del molo commerciale e li ha messi in salvo. Tutto è accaduto all’alba, alle 4.10. L’ennesima carretta, scortata dalle motovedette, aveva fatto ingresso nel porto e si apprestava a compiere la manovra d’attracco, ma il timone non ha retto, l’avara meccanica di quel barcone sgangherato ha ceduto quando mancavano pochi metri all’approdo.

Nessuno dei migranti, provenienti dall’Africa sub-sahariana e partiti dalle coste libiche, sapeva nuotare. Alcuni sono finiti in acqua dopo l’urto, altri si sono lanciati in mare per paura che la barca potesse capovolgersi; tutti sono stati salvati quando non era ancora giorno, sotto le luci delle fotoelettriche. In quei momenti è accaduto di tutto: gli uomini delle forze dell’ordine, gli operatori umanitari, semplici cittadini, persino una giornalista si sono lanciati in acqua per portare in salvo i naufraghi, che si aggrappavano a tutto quello che trovavano: cime, salvagenti, pezzi di legno. «È stato un bel lavoro di squadra», ha commentato al termine delle operazioni il comandante della Capitaneria di porto di Lampedusa, Antonio Morana, trattenendo a stento la commozione nel vedere i naufraghi e i soccorritori che si abbracciavano in banchina per la gioia. Sul molo altri migranti guardavano attoniti quello che stava accadendo: erano gli 800 da poco giunti su un’altra «carretta», alcuni dei quali si trovavano ancora a bordo. Sono stati loro a raccontare di avere assistito «in diretta» al naufragio dell’altro barcone con 600 migranti avvenuto due giorni fa davanti alle coste libiche: «Erano davanti a noi, a poca distanza dalla riva: il barcone che era stracarico si è capovolto, forse per una manovra sbagliata, e sono finiti tutti in mare. È stato terribile, c’erano moltissimi cadaveri». Alle prime luci i segni della scampata tragedia avevano lasciato ormai il posto a una specie di festa, davanti a quel barcone ancora incagliato tra gli scogli e con la prua rivolta verso l’alto.
Nella stazione marittima dove sono stati ospitati i bambini e le donne, gli isolani portavano cibo, vestiti, giocattoli e carezze. Per i piccoli Lampedusa era già una giostra: i ragazzi del luogo caricavano a bordo dei loro motorini i piccoli naufraghi, i poliziotti accendevano le sirene per gioco e alzavano le braccia in segno di resa davanti ai bambini che puntavano le pistole giocattolo, appena ricevute, contro gli agenti. C’è chi di giocattoli ne ha avuti anche troppi, come il ghanese Wisdom, un marmocchio di un anno che, insieme alla madre, Faich, è stato condotto nei locali della Riserva marina protetta, un posto che ospita adulti, in prevalenza uomini. Wisdom si è ritrovato con un mucchio di regali tra i piedi, indeciso su quali scegliere. «Noi ce l’abbiamo fatta - diceva la madre alle isolane che le stavano attorno per porgerle latte, acqua minerale, pannolini - altri no», ricordando la tragedia ancora fresca dell’altro barcone. E c’è anche chi ha tirato un sospiro di sollievo dopo momenti di terrore, come la giovane mamma nigeriana che temeva di avere perso la figlioletta di sei anni, Aua, nel naufragio. Quando il responsabile del Poliambulatorio, Pietro Bartolo, gliel’ha riconsegnata, sana e salva, la donna ha cominciato a piangere ringraziando il medico tra le lacrime. A Lampedusa, evitata la tragedia, ora emergono i «se». Il barcone era stato avvistato ieri pomeriggio e sembrava si stesse dirigendo verso Malta, quando una motovedetta de La Valletta lo ha «scortato» verso le acque italiane, «consegnandolo» ai mezzi della Guardia di finanza. Tre uomini della Fiamme gialle, infatti, erano riusciti a salire a bordo della carretta. Una presenza che forse ha evitato la tragedia. Sono loro a spiegare cosa è accaduto: «Ci stavano dirigendo verso l’imboccatura del porto, quando il timone si è improvvisamente rotto impedendo la virata a sinistra». Ed è stata «la perizia dei finanzieri - dice la Gdf - che hanno mantenuto la marcia ingranata, a evitare che la barca non finisse ripetutamente sugli scogli e il rollio la potesse rovesciare». Intanto, 1400 dei circa 2.500 extracomunitari attualmente presenti nell’isola - saranno trasferiti già stasera con la nave «Flaminia» attraccata al molo di Cala Pisana. Quando il traghetto prenderà il largo, farà posto alla «Excelsior» che domani porterà via altri migranti. A Lampedusa va avanti così da mesi: le navi usate per l’emergenza sono quasi diventate dei traghetti di linea.

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