23/09/11

etnopsichiatria e malattie della migrazioni

Salute: per gli stranieri “alto rischio” di sviluppare ansia e depressione.

Fonte: immigrazioneoggi.it

Indagine del Centro di psichiatria transculturale e della migrazione “G. Devereux” di Bologna: immigrati soggetti fragili per le condizioni lavorative, lontananza dagli affetti, assenza di vita privata.

Ritmi di lavoro molto intensi, separazione dalla famiglia e dai figli, assenza di una vita privata. Così per i cittadini stranieri è più alto il rischio di sviluppare disturbi psichiatrici, a partire da ansia e depressione.



È quanto emerge dalla ricerca condotta dal Centro di psichiatria transculturale e della migrazione “G. Devereux” dell’Università di Bologna, struttura che svolge sia attività di ricerca (coordinata dalla dottoressa Ilaria Tarricone) sia attività clinica (coordinata dal professor Domenico Berardi) nei tre Centri di salute mentale dell’area Bologna ovest.

Nel campione clinico del centro gli stranieri “rappresentano un quarto delle persone che manifestano esordi psicotici gravi”, spiega la dottoressa Tarricone, “sono tanti se si considera che nello stesso territorio la popolazione straniera è attorno al 9%”.

Secondo quanto ha dichiarato la coordinatrice a Redattore Sociale, “i disturbi più frequenti sono ansia e depressione e sono legati in particolare ai ritmi di lavoro molto intensi a cui gli stranieri spesso sono sottoposti e a cui non si sottraggono”. A questi si sommano spesso l’assenza di una vita privata e la separazione dalla famiglia e dai figli, come nel caso di molte donne dell’Est Europa arrivate in Italia per lavorare come badanti.

Una categoria particolare sono i richiedenti asilo ed i profughi con “disturbi psichiatrici gravi dovuti ai traumi subiti, alla loro storia passata e al fatto di trovarsi catapultati improvvisamente in un altro Paese”.

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