10/09/11

valigiedicartone presenta Villaggio di cartone



Con “Il villaggio di cartone” Ermanno Olmi commuove il Festival di Venezia.
L’ottantenne regista presenta la quarta opera del Festival che parla di immigrazione: “o cambiamo il senso impresso alla storia o sarà la storia a cambiare noi”. Domani la presentazione del documento “Il cinema con i migranti”.




Una Chiesa in disuso che viene smontata a pezzi, a cui viene tolto il Crocifisso sotto gli occhi del parroco, per essere chiusa. A riaprirla, dopo qualche giorno, sono un gruppo di immigrati che la vanno ad occupare, o meglio a trovare un riparo.
È l’inizio della storia e, al tempo stesso, la vera metafora del film Il villaggio di cartone che il maestro Ermanno Olmi ha presentato ieri in anteprima, fuori concorso, al Festival del Cinema di Venezia.
“Se non apriamo le nostre case, compresa la casa più intima, che è il nostro animo, siamo solo uomini di cartone”, ha detto l’ottantenne regista alla presentazione della pellicola. Il film, interpretato da Michael Lonsdale, Rutger Hauer, Alessandro Haber, Massimo De Francovich, Elhadji Ibrahima Faye, è il quarto che viene presentato nella rassegna veneziana in cui viene affrontato il tema dell’immigrazione insieme a Terraferma di Crialese, Cose dell’altro mondo di Paterno e Io sono Li di Andrea Segre.
Sicuramente l’opera di Olmi lascia un significato importante alla mostra. Nel corso della conferenza stampa, il regista ha parlato degli immigrati accolti nella chiesa abbandonata come “i veri ornamenti del tempio di Dio”.
Un messaggio che ha poi meglio specificato: “tutti noi abbiamo bisogno di liberarci dagli orpelli anche nobili, compresa certa cultura che diventa solo un orpello se non ci aiuta a favorire il contatto. Troppo facile inginocchiarci di fronte a un crocifisso: Cristo ha pagato per noi 2.000 anni fa, oggi quelli di fronte a cui bisogna inginocchiarsi sono quelli che soffrono, gli immigrati, i senza casa, i ragazzi persi nella droga, gli emarginati”.
A proposito dell’immigrazione, l’autore ha evidenziato che “o cambiamo il senso impresso alla storia o sarà la storia a cambiare noi”.
Il film, che sarà nelle sale dal 7 ottobre, è stato il prologo alla conferenza stampa di domani in cui il mondo del cinema presenterà il documento Il cinema con i migranti. Il documento, promosso da Andrea Segre e sottoscritto da numerosi colleghi (Giuseppe Battistin, Elio Germano, Marco Paolini, Marco Tullio Giordana, Daniele Vicari, Daniele Gaglianone, Roberto Citran, Guido Lombardi, Luca Bigazzi, Gaetano Di Vaio, Francesco Bonsembiante), vuole “lanciare un messaggio all’opinione pubblica e alle istituzioni per contribuire con la nostra voce, oltre che con i nostri racconti, alla costruzione di una società meno soggetta a chiusure e derive xenofobe e più preparata a comprendere i flussi di immigrazione e a dialogare con i nuovi cittadini”.
(Al. Col.)

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