Può un semplice sms aiutare i rifugiati a ritrovare parenti e amici smarriti a causa di guerre, persecuzioni e disastri naturali? Da oggi sì, grazie all'iniziativa di Refugees United. La Ong danese ha da poco lanciato un servizio telefonico che consente di accedere via cellulare a una banca dati on line contenente informazioni su migliaia di persone disperse. Grazie alla partnership con Ericsson e MTN, operatore di telefonia mobile africano, il progetto è oggi in fase di test in Uganda dove, secondo l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHRC), ci sono circa 127mila profughi provenienti principalmente dalla Repubblica Democratica del Congo, e dove 250mila personecampi d'accoglienza a seguito della sanguinosa guerra civile che ha sconvolto per anni il nord del Paese. Nel 2011 il progetto pilota dovrebbe espandersi anche a Sudan, Kenya e resto del mondo. vivono ancora nei
La genesi del progetto
Cinque anni fa, i fondatori di Refugees United, i fratelli David e Christopher Mikkelsen, hanno aiutato un giovane profugo afgano in fuga da Kabul a ritrovare la sua famiglia. I mezzi disponibili ai tempi erano limitati e, nella maggior parte dei casi, non consentivano di trarre informazioni sufficienti a rintracciare i parenti dispersi. Di qui l'idea di creare un database globale sul web a cui i rifugiati possono collegarsi gratuitamente per cercare i propri cari o inserire informazioni personali con cui essere ritrovati. Nel 2005 nasce così Refunite.org, il primo social network dedicato al ricongiungimento familiare dei rifugiati.
L'utilità del servizio non passa inosservata e suscita l'interesse delle organizzazioni umanitarie internazionali, tra cui l'UNHRC, oggi partner della Ong. Prima che un software di questo genere fosse creato le ricerche erano limitate alla presenza in loco delle associazioni che passavano al setaccio i campi di rifugio con risultati spesso insoddisfacenti. Il network dei rifugiati ha il merito di colmare le carenze del metodo di indagine tradizionale, riducendo sensibilmente i lunghi tempi della ricerca.
Perchè il cellulare?
L'idea di un'anagrafe on line, anche se vincente, presenta però un limite: la maggior parte dei rifugiati non possiede un computer e di conseguenza non può collegarsi a internet. Di qui la decisione dei fratelli Mikkelsen di rendere accessibile la piattaforma attraverso telefono cellulare. Una scelta intelligente, visto il boom del mercato della telefonia mobile nei Paesi in via di sviluppo: in Africa si stima che circa il 30 per cento della popolazione possieda un telefonino, contro solo un 2 per cento di abitanti con un computer. I cellulari costituiscono spesso l'unico punto di contatto fra i rifugiati e il resto del mondo e rappresentano uno strumento che capiscono e di cui, quindi, si fidano.
Ti trovo anche se non mi dici chi sei
Sicurezza e fiducia sono le due componenti essenziali del progetto. Il sistema è studiato per fare in modo che i rifugiati possano immettere nella banca dati abbastanza informazioni per essere trovati dalle loro famiglie senza dover divulgare dati sensibili in grado di metterli in pericolo. Ci si può registrare a Refunite.org inviando un sms con le proprie iniziali o con un soprannome, oppure ancora indicando la propria data di nascita. Un'altra possibilità è quella di inserire una foto di sé o del proprio villaggio di origine o di descrivere segni particolari come nei o cicatrici. Le informazioni introdotte nel database sono strettamente riservate: gli indirizzi IP da cui ci si connette non vengono registrati e quindi localizzare gli utenti è impossibile.
Nel prossimo futuro l'obiettivo di Refugees United è di rendere il servizio accessibile via sms e connessione wap in ogni Paese grazie ad accordi con gli operatori locali che consentiranno di abbattere i costi legati all'invio di messaggi internazionali, spesso proibitivi per i rifugiati. Il recente prestito di 2,6 milioni di dollari concesso alla Ong da Omidyar Network, compagnia specializzata in investimenti a carattere filantropico, permetterà a Refugees United di espandere il suo mandato, potenziando la piattaforma tecnologica, assumendo risorse e stringendo sinergie con nuovi partner tecnici e agenzie internazionali per i rifugiati.
Camilla Mastellari
Peace reporter
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