14/12/11

Rapporto Annuale SPRAR 2010-2011

Rapporto Sprar: accolti nel 2010 6.855 richiedenti e titolari di protezione internazionale.



Nel 2010 il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (Sprar) ha accolto 6.855 richiedenti e titolari di protezione internazionale, potendo contare su 3.146 posti di accoglienza, distribuiti su tutto il territorio nazionale. È quanto emerge dal Rapporto 2010-2011 dello Sprar, curato da Cittalia Fondazione Anci Ricerche, presentato ieri a Roma, alla presenza del sindaco di Padova e delegato Anci all’immigrazione, Flavio Zanonato, da Daniela Di Capua, direttrice del Servizio centrale dello Sprar.

Nel corso del 2010 la rete di base del Sistema di Protezione, finanziata con le risorse ordinarie del Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell’asilo (Fnpsa), è stata rafforzata dalla previsione di posti aggiuntivi di accoglienza che hanno beneficiato di finanziamenti straordinari. Pertanto ai 138 progetti di accoglienza, che hanno messo a disposizione 3.000 posti finanziati con le risorse del Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell’asilo, si sono aggiunti ulteriori 146 posti attivati con i fondi “8 per 1000” assegnati ad Anci dalla Presidenza del Consiglio.

I 3.146 posti anche per il 2010 mostrano una distribuzione regionale dell’accoglienza che ha coinvolto tutto il territorio nazionale: il primato dell’accoglienza spetta al Lazio con quasi un quarto delle accoglienze totali, seguono Lombardia, Sicilia, Puglia ed Emilia Romagna.

Dal Rapporto emerge che il “beneficiario tipo” del Sistema di protezione risulta essere un giovane uomo singolo, di età compresa tra i 18 e i 40 anni. A questo proposito si rileva una diminuzione degli accolti nella fascia di età 18-25 anni, che nel 2010 sono scesi al 37%. Sono state 581 le famiglie accolte, di cui 291 nuclei monoparentali (50%), con un sensibile aumento rispetto al 2009 (si attestavano al 39%). Per la maggior parte i nuclei familiari (monoparentali e non) provengono dai Paesi del Corno d’Africa, da Nigeria e Afghanistan.

Per Daniela Di Capua, direttrice del Servizio centrale dello Sprar, i punti di forza del modello di accoglienza sono “l’identificazione di ruoli, responsabilità e competenze sia a livello centrale che territoriale ed il ruolo centrale ed attivo svolto dagli enti locali nei progetti di accoglienza”. Elementi questi che, secondo la direttrice “rendono il modello italiano originale ed efficace nel contesto europeo”.

Secondo la Di Capua restano però alcuni nodi che non permettono di raggiungere gli obiettivi e soddisfare i reali bisogni. Secondo la direttrice dello Sprar essi riguardano “sicuramente l’insufficienza di fondo, nel senso di poter disporre di stanziamenti mirati per progetti e bisogni specifici e poi l’organizzazione di un sistema unico dove tutti i passaggi dell’accoglienza e le strutture utilizzate facciano parte di un unico percorso di un approccio complessivo condiviso e non frammentario”.

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