30/07/10

sono italiano perchè sì


PER IL DIRITTO ALLA CITTADINANZA DI TUTTI I BAMBINI.

Oggi i figli di immigrati non cittadini che nascono in Italia sono soggetti alla normativa sugli stranieri.
Il minore ha diritto a un permesso di soggiorno rinnovabile che dà accesso ai servizi sociali garantiti.

QUALI SONO GLI OSTACOLI QUOTIDIANI?

  • L’obbligo di rinnovo del permesso con tutti i problemi associati a ritardi e lungaggini burocratiche e conseguenti complicanze per l’inserimento scolastico.


  • La difficoltà di viaggiare: la titolarità di un permesso di soggiorno consente la libera circolazione di breve durata in Area Schengen, ma resta scoperta la fase di rilascio e rinnovo del permesso. Cosa succede se devono fare una gita scolastica o vogliono andare a trovare un parente all'estero?


  • La precarietà: il soggiorno può essere interrotto in qualunque momento (per perdita del lavoro dei genitori, diminuzione del reddito, o risoluzione di un contratto di affitto). In teoria vige l’inespellibilità del minore, ma il minore accompagnato da genitori “irregolari” non ha alcuna garanzia di poter continuare a soggiornare in Italia.


  • In futuro gli ostacoli potrebbero riguardare in maniera drammatica anche la scuola. Secondo una proposta del Ministro Gelmini, ogni classe non potrà superare una determinata percentuale di alunni stranieri. Bambini di madre lingua italiana rischierebbero quindi di non poter frequentare la scuola del loro quartiere perché considerati stranieri.

    29/07/10

    italiani, per esempio


    “Io sono nata in Italia, a Montecchio, però mia mamma e mio papà sono albanesi e anche io allora sono albanese. Io ho fatto l’asilo qui, la scuola qui. Io vorrei chiedere al maestro due cose. La prima cosa è questa: io sono italiana o albanese o tutti e due? La seconda: ma io sono immigrata o no?”
    Vera, 11 anni, Albania

    “In Marocco in gennaio c’è la festa del montone, invece in Italia non mi sembra che si festeggia nessun animale. Perché? Non vi piace nessun animale?”
    Naima, 7 anni, Marocco

    “Certe volte degli italiani, non dico tutti, sono un pochino arroganti. Cioè si sentono superiori, vogliono avere sempre ragione, si sentono i padroni del mondo solo perché i loro parenti sono italiani.”
    Dinkar, 11 anni, Sri Lanka

    “Gli italiani sono un po’ più scuri rispetto ai polacchi, agli svizzeri. Sono bassi, simpatici, allegri, sempre alla moda. Gli italiani assomigliano agli albanesi.”
    Vera, 9 anni, Albania

    “In Italia c’è libertà di religione ma quasi tutti vanno a pregare in chiesa.”
    Samir, 11 anni, Marocco


    Giuseppe Caliceti insegna nelle scuole elementari di Reggio Emilia. In Italiani per esempio ha raccolto le storie, le riflessioni, le confidenze di alunni non italiani incontrati negli ultimi vent'anni di scuola. Ne viene fuori un ritratto inedito dell'Italia di oggi e degli italiani.
    Ascolta l'intervista a Giuseppe Caliceti

    28/07/10

    la lingua italiana è per tuttis

    Torino: accordo tra Comune ed Ufficio scolastico provinciale per supportare le scuole ad alta intensità di stranieri.
    In programma una serie di iniziative all’insegna dello slogan “la lingua italiana è per tutti”.


    Valorizzare il multiculturalismo e sviluppare pari opportunità di apprendimento per tutti. Questi gli obiettivi del protocollo d’intesa sul tema “la lingua italiana è per tutti” siglato ieri dal Comune di Torino e dall’Ufficio Scolastico Provinciale per rispondere in modo efficace alla presenza numerosa degli alunni stranieri nelle scuole del capoluogo.
    Già dall’anno scolastico di prossima apertura, il Comune di Torino metterà a disposizione risorse per consentire l’attuazione di corsi intensivi di italiano, impegnandosi inoltre a supportare le scuole nei territori caratterizzati da un’alta presenza di stranieri e a programmare iniziative di valorizzazione della diversità linguistica e culturale. L’Ufficio Scolastico Provinciale si impegna, invece, a dare alle scuole indicazioni e strumenti di intervento, anche mettendo a disposizione materiali e guide, oltre che il sito web, a supportare docenti e tutor, a provvedere all’assegnazione del contributo finanziario previsto dal Miur per le scuole ad alta densità di immigrati.

    27/07/10

    diminuiscono gli infortuni sul lavoro degli stranieri

    Lavoro: diminuiscono del 20% gli infortuni dei lavoratori stranieri nell’ultimo anno, una diminuzione doppia rispetto al totale dei lavoratori.
    Soddisfatti all’Inail che attribuiscono il risultato a migliori livelli di prevenzione ed a “una riduzione delle opportunità lavorative” a causa della crisi economica.


    Diminuiscono gli infortuni dei lavoratori stranieri nel corso del 2009, passando dai 143.641 casi del 2008 ai 119.193 dello scorso anno, con un calo del 17%.
    A rilevarlo è stata l’Inail nel corso della presentazione del bilancio annuale avvenuta ieri a Roma. “Inedita” è stata definita tale diminuzione che, secondo i dati diffusi dall’ente, è stata doppia rispetto alla media generale dei lavoratori, che ha visto un decremento del 9,7%.
    Soddisfatti i vertici dell’Istituto che hanno registrato una diminuzione degli infortuni di 85mila nell’ultimo anno, la più alta dal 1993.
    Gli incidenti mortali sono stati 1.050, 70 in meno rispetto all’anno precedente. Di questi 150 (15%) sono stati di cittadini stranieri (erano 189 nel 2008).
    La flessione degli incidenti tra gli immigrati ha riguardato prevalentemente la componente maschile (-20,3%) rispetto a quella femminile (-4,9%) e si è verificata in modo particolare nell’industria manifatturiera “notoriamente ad alta presenza di lavoratori stranieri nei quali la crisi produttiva e occupazionale è stata più acuta”, sottolinea l’Inail, attribuendo la flessione, come nell’andamento generale, alla crisi dello scorso anno ma anche alle migliori condizioni di lavoro.
    “Il calo è da attribuire, in parte, alla riduzione complessiva delle opportunità di lavoro che ha interessato tutta la popolazione del Paese e, dunque, anche gli stranieri, colpiti, peraltro, da livelli di precarietà superiori agli italiani. In parte anche consistente, però, al miglioramento delle loro condizioni per quanto riguarda prevenzione e sicurezza”. Rumeni, marocchini e albanesi sono, nell’ordine, le comunità che ogni anno denunciano il maggior numero di incidenti, totalizzandone il 40%. Se si considerano, poi, i casi mortali la percentuale supera il 50%.

    26/07/10

    "non possiamo tacere"

    “Non possiamo tacere”: dura critica dei missionari italiani alle politiche sull’immigrazione degli ultimi venti anni. “Accanimento senza precedenti contro gli immigrati”.
    Il documento “Missionari/e e immigrati: non possiamo tacere” è stato redatto dalla Commissione giustizia, pace e integrità del creato della Conferenza degli istituti missionari italiani.


    Un atto di accusa verso la diffusione di “una cultura xenofoba e razzista che ci sta portando nel baratro dell’esclusione e del rifiuto dell’altro specie del musulmano”. Una deriva sulle cui responsabilità non vengono fatte distinzioni tra le parti politiche che si sono alternate al Governo negli ultimi venti anni in Italia. È quanto si ritrova, tra l’altro, nelle otto pagine del documento Missionari/e e immigrati: non possiamo tacere, redatto dalla Commissione giustizia, pace e integrità del creato della Conferenza degli istituti missionari italiani (Cimi).

    25/07/10

    il colore delle parole



    "IL COLORE DELLE PAROLE" un film documentario di Marco Simon Puccioni
    in concorso alla 66 Mostra del Cinema di Venezia.

    24/07/10

    immigrazione e mercato del lavoro 2009

    Cnel: per il 2018 si stima l’aumento di 1,4 milioni di lavoratori stranieri occupati.
    Presentato il “Rapporto sul mercato del lavoro 2009”, l’immigrazione fondamentale per compensare il calo demografico degli italiani.


    Il calo demografico dei cittadini italiani sarà nei prossimi anni una grave lacuna per il mercato del lavoro che potrà essere compensata soltanto dall’arrivo di cittadini immigrati. È quanto evidenzia il “Rapporto sul mercato del lavoro 2009” del Cnel (Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro) presentato ieri a Roma.
    Secondo il rapporto, infatti, “sulla base delle proiezioni Istat sulla popolazione per età, gli occupati italiani fino a 64 anni risulteranno pari a 19,9 milioni nel 2018, in riduzione di quasi 1,4 milioni di persone rispetto a quanto osservato nel 2008. In assenza di lavoratori immigrati, dunque, ci troveremmo un’ampia carenza di occupati. Tale lacuna verrebbe però in parte colmata dall’apporto dei lavoratori stranieri”. Sempre secondo il Cnel, si prevedono “1,3 milioni di occupati stranieri in più nel 2018 rispetto a quanto registrato nel 2008, e l’incremento sarebbe il risultato solo della dinamica demografica vivace di questa componente della popolazione”.

    i più colpiti dalla crisi

    Sono gli immigrati i più colpiti dalla crisi. Presentato il rapporto della Commissione di indagine sull’esclusione sociale del Ministero del lavoro e delle politiche sociali.
    A Napoli si registra uno “spostamento sommerso” di immigrati che perdendo lavoro nelle regioni del nord diventano irregolari.


    La crisi economica ha avuto, negli ultimi due anni, un carattere “selettivo”, ossia ha colpito “quelli che erano già i poveri, i giovani e gli immigrati”, soprattutto nel Meridione: è quanto emerge, in sintesi, dalle 200 pagine del Rapporto sulle politiche contro la povertà e l’esclusione sociale presentato ieri a Roma dalla Commissione di indagine sull’esclusione sociale (Cies).

    Il Rapporto, che aggrega dati da diverse fonti ufficiali aggiornati ai primi mesi del 2010, dimostra che nel 2009 il Pil italiano è diminuito del 5% e che nel biennio 2008-2010 sono stati persi 600.000 posti di lavoro (420.000 nel solo 2009, considerato “l’anno nero della crisi”). È calato anche il numero delle ore lavorate (-5%) ed aumentato il ricorso alla cassa integrazione (il 12% delle ore lavorate). Il tasso di occupazione generale, al 57,5% è ulteriormente calato dell’1,2% confermandosi come “il peggiore in Europa”. Il maggior calo occupazionale si è registrato nel Meridione, e i più colpiti sono stati i giovani (-6,3% di occupati), soprattutto i “figli” che vivono a casa con i genitori e gli stranieri (-2,5%).

    17/07/10

    VII Rapporto CNEL sugli indici di integrazione degli immigrati

    Martedì 13 luglio, presso la sede del CNEL è stato presentato il VII Rapporto, che misura le condizioni più o meno favorevoli per lo sviluppo e per il buon esito dei processi di integrazione. Il titolo del rapporto è “Il potenziale di integrazione nei territori italiani. Analisi dell’occupazione e della criminalità per collettività”, curato dall’Organismo nazionale di Coordinamento per le politiche del settore, attivo presso il Cnel (Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro). La ricerca ha messo a disposizione di politici e amministratori il quadro complesso della realtà immigratoria italiana, evidenziando implicitamente criticità e tendenze. Si basa su alcuni indicatori  di inserimento sociale (dispersione scolastica, accesso al mercato immobiliare, alla cittadinanza, criminalità) e di inserimento occupazionale (capacità di assorbimento di lavoratori stranieri da parte del mercato, reddito da lavoro, ecc.). Lo studio quest’anno ha presentato anche delle analisi sulle collettività nazionali più numerose.
    Il Rapporto – analizzando le denunce a carico degli stranieri – ha infine cancellato definitivamente l’equazione che lega l’aumento dell’immigrazione a quello proporzionale della criminalità.

    celestini, ulisse e i clandestini

    16/07/10

    Africa - Italia: scenari migratori



    Scheda riassuntiva
    Presentazione


    Questo volume, realizzato da oltre 60 autori e pubblicato con il contributo del Fondo Europeo per l’Integrazione dei cittadini di Paesi Terzi, ha alla base il viaggio organizzato dal Dossier Statistico Immigrazione Caritas/Migrantes a Capo Verde (febbraio 2010) per studiare le molteplici problematiche del continente africano e approfondire i flussi migratori con l’Italia insieme ai rappresentanti di organizzazioni sociali e di ricerca, italiani e africani.

    Caritas e Migrantes, nella loro introduzione al volume, invitano ad adoperarsi affinché la mobilità degli africani “non si trasformi in occasione di sfruttamento anziché di promozione umana” e questo è il motivo ispiratore dell’iniziativa.

    piano d'azione UE per minori stranieri non accompagnati

    Il Piano d'azione 2010 - 2014 per i minori stranieri non accompagnati 
    Lla Commissione europea ha varato il Piano d’Azione 2010-2014 sui minori non accompagnati, teso allo sviluppo di politiche e strumenti adeguati per garantire in tutti i Paesi membri la protezione dei minori e l’individuazione di soluzioni durature in tempi brevi.


    “Il ruolo dell'Italia nell’inserimento del tema dei minori stranieri non accompagnati fra le priorità nel Programma di Stoccolma e quindi sulla emanazione del Piano d’Azione – ha affermato Diane Schmitt, capo unità Immigrazione e integrazione della Direzione generale libertà, sicurezza e giustizia della Commissione europea – è stato determinante. Le sfide aperte sono molte, contiamo che il Piano d’azione, nella sua fase di implementazione concreta, possa contribuire a dare alcune risposte in una cornice europea. Cruciale anche la questione della cooperazione con i Paesi di origine in un’ottica di prevenzione delle migrazioni precoci, che sicuramente rappresentano una sconfitta per tutti”.

    http://www.minori.it/

    International Migration Outlook 2010



    Le migrazioni internazionali in altalena a causa della crisi economica: brusca diminuzione dei flussi degli ultimi due anni, ci si aspetta ora un vigoroso aumento con la ripresa.

    È quanto emerge dal rapporto sulle previsioni per il 2010 dell’immigrazione internazionale (International Migration Outlook 2010) realizzato dall’Ocse .

    “È importante ricordare – ha commentato il segretario generale dell’Ocse, Angel Gurria – che gli immigrati contribuiscono in modo importante all’economia nazionale specialmente quando i tempi sono buoni. Le attuali difficoltà economiche non cambieranno le tendenze demografiche a lungo termine e non dovrebbero essere usate come una scusa per limitare eccessivamente l’immigrazione. È importante che le politiche per l’immigrazione abbiano delle prospettive a lungo termine”.

    L’immigrazione regolare di tipo permanente degli stranieri nei Paesi Ocse (circa 4,4 milioni) è calata del 6% nel 2008, il primo declino dopo cinque anni di crescita media in ragione dell’11%. Una diminuzione concentrata però in un numero limitato di Paesi e che non ha riguardato tutti gli Stati membri e dovuta in parte ai flussi straordinariamente alti verificatisi nel 2007. Cionondimeno, il declino dei flussi è continuato nel corso del 2009 con l’immigrazione diminuita nella maggior parte dei Paesi Ocse conseguentemente alla crisi economica.

    Il calo – spiega l’Ocse – riflette una diminuzione della domanda di lavoro nei Paesi Ocse che ha colpito in particolare i giovani e gli immigrati. Il rapporto rileva che i governi dei Paesi Ocse dovrebbero quindi fare ogni sforzo per assistere gli immigrati che hanno perso il lavoro, garantendo loro gli stessi diritti dei disoccupati locali sia fornendo supporto per cercare lavoro sia aiutandoli con corsi di lingua per aiutarli ad integrarsi. Secondo l’Ocse, senza un aumento degli attuali tassi di immigrazione, la popolazione in età lavorativa nei Paesi Ocse crescerà solo del 1,9% nei prossimi 10 anni rispetto a un incremento dell’8,6% tra il 2000 e il 2010.

    14/07/10

    immigrazione e criminalità

    Più immigrati più crimine? dipende 

    di Francesco Fasani 29.06.2010


    I risultati di una indagine sul Regno Unito mostrano che la presenza di immigrati non necessariamente si trasforma in un aumento dei tassi di criminalità. Anzi. Se agli stranieri viene lasciata la libertà di entrare e uscire dal paese ospitante, lavorare in regola e scegliere i mercati del lavoro locali in cui inserirsi, non si registrano effetti negativi dal punto di vista della criminalità. Quando la politica migratoria preclude loro queste possibilità, possono finire per scegliere attività criminose per far fronte alle necessità di sostentamento.

    Il rapporto tra immigrazione e criminalità è uno dei temi caldi e ricorrenti del dibattito politico italiano. L’evidenza empirica di cui disponiamo per il caso italiano non conferma l’esistenza di una chiara relazione causale tra presenza di immigrati nell’area e tassi di criminalità. (1) Eppure, per molti politici e commentatori la relazione è scontata. (2).

    13/07/10

    le vittime straniere della crisi italiana

    le vittime straniere della crisi italiana

    di Andrea Stuppini
    lavoce.info  11.06.2010
     
    Vanno letti con attenzione i dati Istat sulle forze lavoro relativi al 2009. Segnalano un aumento degli immigrati occupati nel nostro paese, dovuto presumibilmente al processo di regolarizzazione avviato a fine 2008. Indicano però anche un incremento dei disoccupati stranieri. Hanno solo sei mesi per trovare un nuovo lavoro. Scaduto il termine è probabile che molti decidano di tornare nel paese di origine. Quale sarà allora il destino dei contributi previdenziali versati? Rimarranno per lo più in Italia, nelle casse dell'Inps.
    Come era prevedibile, la crisi economica fa sentire i suoi effetti negativi anche sull’occupazione dei lavoratori stranieri nel nostro paese.

    I DATI ISTAT SULLE FORZE LAVORO
    I dati della rilevazione delle forze lavoro Istat relativi al 2009 vanno letti con attenzione.
    Segnalano un aumento degli occupati stranieri, passati da 1.750.000 nel 2008 a 1.898.000 nel 2009: l'incremento di 150mila unità è dovuto probabilmente al processo di regolarizzazione avvenuto nel dicembre 2008, che prevedeva appunto 150mila nuovi ingressi, con contratto di lavoro sottoscritto presumibilmente nel corso del 2009.

    12/07/10

    la politica dell'immigrazione di Barak

    Barack Obama


    La questione migratoria è da sempre, negli Stati Uniti, argomento di aperto dibattito. All’inizio del secolo scorso, quando si pose il problema di limitare l’immigrazione europea, particolarmente quella meridionale e orientale; alla fine del New Deal, quando la mobilitazione bellica rese necessaria l’immigrazione di braccianti messicani; negli anni ’80, quando venne decretata l’unica grande sanatoria che regolarizzò la posizione di 3 milioni di immigrati. E nel decennio che ora si chiude, caratterizzato dai frustrati tentativi di risolvere la situazione di milioni di irregolari – prevalentemente latino-americani – fortemente radicati nel paese, ma con incerti diritti e a rischio di deportazione. A un anno e mezzo dal suo insediamento, varata la riforma sanitaria, Obama sembra deciso ad affrontare l’irrisolto problema. Il discorso del 1 luglio scorso all’American University di Washington è forse un primo decisivo passo. Ne presentiamo i passaggi più importanti.

    11/07/10

    migranti & briganti


    Giunto alla sua XVI edizione torna a Livorno/Cecina Mare il Meeting Internazionale Antirazzista organizzato dall’ARCI con il titolo “Impari, non uguale inferiore”


    Galleria di vignette

    USA: la dolorosa riforma dell'immigrazione

    Massimo Livi Bacci* (neodemos.it )

    Un esercito di irregolari
    Sono più di 20 anni - era il 1986 - da quando una legge concesse, negli Stati Uniti, una regolarizzazione di massa a quasi 3 milioni di immigrati irregolari. Oggi il Bureau of the Census e altri centri di ricerca concordano nell’indicare in 12 milioni il numero degli immigrati irregolari nel paese, di cui un quinto nella sola California, che corrispondono al 4 per cento circa della popolazione totale. L'occupazione irregolare, stimata in 7,2 milioni, rappresenta circa un ventesimo del totale; ma la quota sale a un ottavo nell’industria alimentare, a un settimo nell’industria delle costruzioni, a un sesto nei servizi e pulizie per gli uffici, e addirittura a un quarto in agricoltura. Se avessimo un uguale proporzione di irregolari in Italia, ne conteremmo 2 milioni e mezzo, contro i meno di 500 mila attualmente stimati.
    Sulla formazione di questo enorme stock di irregolari in America pesano vari fattori: geografici, giuridici, sociali, economici. In primo luogo, un lungo e poroso confine col Messico che, nonostante le barriere e i fili spinati, non è difficile da penetrare. In secondo luogo, la tolleranza tradizionale circa l’identificazione delle persone: benché molti stati cerchino di tirare il freno, un irregolare può conseguire la patente di guida, iscrivere i figli a scuola, ottenere una camera d’albergo o di motel, affittare una casa senza che l’identità della persona venga scrutinata. In terzo luogo, un’altissima mobilità interna – di varie volte superiore a quella europea – e l’ampiezza del paese rendono agevole mimetizzarsi nelle pieghe della società americana. Infine, i controlli nel mondo del lavoro sono assai meno stringenti e molto più rari di quanto non accada nelle società europee.

    10/07/10

    accordo sui profughi eritrei in Libia

    E' stato raggiunto l' "accordo di liberazione e residenza in cambio di lavoro" per i circa 250 rifugiati eritrei rinchiusi nel carcere libico di Brak nei pressi di Seba, nel sud della Libia. Lo ha dichiarato il ministro della Pubblica Sicurezza libico, Younis Al Obeidi. Tale accordo, firmato con il ministero del Lavoro libico, consentirà agli eritrei rinchiusi a Brak, di uscire in cambio di "lavoro socialmente utile in diverse shabie (comuni) della Libia". Per il ministro dell'Interno Roberto Maroni non è dimostrato che alcuni degli eritrei siano stati respinti dall'Italia verso Libia.

    09/07/10

    sentenze della Corte Costituzionale

     

    dal blog di Sergio Briguglio

    Cari amici,
    alla pagina
    http://www.stranieriinitalia.it/briguglio/immigrazione-e-asilo/2010/luglio/index.html
    troverete alcune sentenze di rilievo della Corte Costituzionale.Nella prima di queste (n. 249/2010) viene dichiarata l'illegittimita'
    costituzionale dell'art. 61, n. 11-bis c.p. (l'aggravante costituita
    dalla condizione di soggiorno illegale dello straniero).
    Conseguentemente decadono anche l'art. 1, co. 1 L. 94/2009 e l'art.
    656, co. 9, lettera a) c.p.p., limitatamente alle parole "e per i
    delitti in cui ricorre l'aggravante di cui all'art. 61, primo comma,
    numero 11-bis), del medesimo codice,".

    07/07/10

    Libia, "liberati" 205 eritrei

    Libia, "liberati" 205 eritrei nel deserto senza documenti e soldi
    Libia, "liberati" 205 eritrei nel deserto senza 
documenti e soldi

    Incarcerati come immigrati clandestini, per il rilascio hanno dovuto pagare 800 dollari ciascuno. Per loro unica prospettiva il reimpatrio con un destino incerto. Una nuova emergenza umanitaria

    TRIPOLI - Le autorità libiche, stamattina intorno a mezzogiorno, hanno rilasciato 205 eritrei, rinchiusi nel carcere di Al Biraq come immigrati clandestini che avevano tentato di arrivare in Italia, chiedendo loro 800 dollari ciascuno. Di altri detenuti, che facevano parte di un gruppo di 250 persone, per le quali era cominciata una campagna di stampa cominciata dall'Unità, non si sa più nulla. Le persone liberate sono state accompagnate a Sebah, 75 chilometri dal carcere, in pieno deserto, senza soldi, senza documenti, con solo un permesso di permanenza nel territorio libico valido 3 mesi, allo scadere del quale potranno andare a chiedere il passaporto alla loro ambasciata.

    passaggio a sudest

    by Internazionale on 6/24/10

    Motril, Spagna, 15 marzo 2009. Un gruppo di africani appena 
sbarcati (Pepe Marin, Reuters/Contrasto) Motril, Spagna, 15 marzo 2009. Un gruppo di africani appena sbarcati (Pepe Marin, Reuters/Contrasto)

    A causa dei pattugliamenti e della discussa cooperazione con la Libia, i migranti che attraversano il Mediterraneo sono sempre di meno. Ma i flussi hanno solo cambiato percorso, e le emergenze restano, scrive Le Monde.

    Si preannuncia una strana estate migratoria: le immagini di migranti stipati a bordo di imbarcazioni di fortuna in viaggio verso le coste europee potrebbero rivelarsi molto meno numerose di quanto non siano state negli ultimi anni. È quanto si deduce dalle ultime cifre dell'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Acnur), che per il periodo 2009-2010 calcola una riduzione di imbarcazioni in arrivo tra il 50 e il 95 per cento.
    Per la sua superficie e la sua alta densità di popolazione, fino a tre anni fa Malta doveva affrontare gravi crisi ogni estate, quando sbarcavano da 1.500 a tremila migranti. Dal marzo scorso, invece, dopo una riduzione del 50 per cento degli sbarchi tra il 2008 e il 2009, secondo le autorità maltesi sulle coste dell'isola non è più arrivata nemmeno un'imbarcazione, al punto che in aprile Malta ha annunciato di volersi ritirare dalle operazioni congiunte condotte con l'agenzia europea per le frontiere esterne (Frontex).
    La riduzione nell'afflusso di migranti è altrettanto forte in Italia, soprattutto sull'isola di Lampedusa. Secondo i funzionari dell'Acnur a Roma, dalle ultime stime si evince una riduzione negli arrivi di migranti del 94 per cento tra il 2009 e i primi sei mesi del 2010. Il calo è cominciato nel 2006. Quell'anno circa 22mila migranti erano sbarcati sulle coste italiane. Nel 2007 erano già scesi a 19.900 e nel 2009 a 8.700.

    05/07/10

    Friuli & accordo di integrazione

    Friuli V. G.: sottoscritto il protocollo d’intesa Regione-Province per l’attuazione del piano immigrazione.
    Stanziati 1,287 milioni di euro per interventi nei settori informativo, socio-occupazionale, del micro sostegno economico e dell'animazione culturale.


    Un protocollo d’intesa finalizzato all’attuazione dei servizi territoriali e sociali da realizzare da parte delle Amministrazioni provinciali secondo il Programma immigrazione 2010, è stato firmato ieri nel capoluogo friulano tra la Regione e le Province di Gorizia, Pordenone, Trieste e Udine.
    Il programma immigrazione, approvato di recente dalla Giunta regionale, rappresenta lo strumento di programmazione mediante il quale vengono individuate per l’anno in corso le azioni attuate direttamente dalla Regione e quelle da realizzare per il tramite delle Province e degli Enti locali, promuovendo un’operatività concertata in modo sussidiario. “L’accordo rappresenta un ulteriore passo in avanti – ha spiegato l’assessore all’Istruzione Roberto Molinaro – verso la realizzazione di una rete dei servizi per le persone immigrate, che si integrano nell’ambito di quella che è la dotazione dei servizi del territorio”. L’accordo prevede, in stretta connessione con le iniziative poste in essere dagli Ambiti distrettuali, dai Comuni, dal privato sociale, dalle Questure e Prefetture, la realizzazione di un programma d’interventi nei settori informativo, socio-occupazionale, del micro sostegno economico e dell’animazione culturale.
    Le risorse finanziarie messe a disposizione dalla Regione per la realizzazione dell’azione ammontano a 1.287.500 euro, distribuiti in misura proporzionale al numero della popolazione extracomunitaria residente in ogni singola Provincia: 127.505 euro a Gorizia, 436.583 euro a Pordenone, 217.528 euro a Trieste e 468.381 euro a Udine

    appello per i 200 profughi eritrei in Libia

    Libia: più di 200 persone di nazionalità eritrea rischiano il rimpatrio forzato


    Centro di detenzione di Misratah © Gabriele Del Grande
    Secondo informazioni ricevute da Amnesty International, più di 200 cittadini eritrei sono stati picchiati e trasferiti con la forza dal centro di detenzione di Misratah a quello di Sabha, dove le condizioni sono di gran lunga peggiori. Rischiano il rimpatrio forzato in Eritrea, dove potrebbero subire torture.

    Sia il centro di detenzione di Misratah che quello di Sabha sono destinati ai "migranti irregolari", sebbene le autorità libiche facciano poco o nulla per distinguere tra richiedenti asilo, rifugiati e migranti.

    Circa due settimane fa, gli agenti di sicurezza libici hanno fatto circolare un modulo in lingua tigrina nel centro di detenzione di Misratah, chiedendo ai detenuti eritrei di compilarlo. Circa la metà di loro si è rifiutata di farlo, temendo che le informazioni personali riportate sarebbero state trasmesse alle autorità eritree. Il 29 giugno, circa 15 detenuti hanno tentato la fuga; 13 di essi sarebbero stati catturati nei due giorni successivi.

    Secondo le informazioni inviate ad Amnesty International, la notte del 29 giugno, circa 100 soldati e agenti di polizia hanno circondato il centro di detenzione di Misratah. Erano armati con fucili e gas lacrimogeni. All'alba del 30 giugno hanno fatto irruzione nelle celle e hanno picchiato i detenuti con bastoni e fruste. Almeno 14 persone sarebbero state gravemente ferite e portate in ospedale. Lo stesso giorno, più di 200 detenuti eritrei sono stati caricati a forza su due container e trasportati a Sabha, sorvegliati da un convoglio di militari e poliziotti. Almeno quattro uomini sono stati separati dalle loro famiglie; 13 donne e sette bambini eritrei sono ancora nel centro di detenzione di Misratah, nessuno di loro è stato trasferito o picchiato.

    Gli oltre 200 eritrei si trovano ora nel centro di detenzione di Sabha, in pessime condizioni  a causa della carenza di cibo e acqua, dell'inadeguatezza dei servizi igienico-sanitari e del sovraffollamento delle celle. A diversi detenuti che hanno riportato gravi ferite sono state negate le cure mediche. I detenuti temono il rimpatrio forzato nel loro paese di origine, dove sono a rischio di tortura e altri maltrattamenti, la punizione riservata a chi ha "tradito" il paese o ha disertato la leva militare. I loro timori si aggiungono alle minacce delle forze di sicurezza libiche che, mentre li picchiavano, urlavano che li avrebbero uccisi o rimpatriati.
     
    Secretary General of General People's Committee
    Dr Al-Baghdadi Ali Al-Mahmoudi
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    04/07/10

    Permesso di soggiorno: gli scrittori stranieri raccontano l’Italia


    “Permesso di soggiorno” sedici scrittori immigrati raccontano gli “italiani brava gente”.
    In libreria la raccolta curata da Angelo Ferracuti per Ediesse.

    Sedici storie, raccontate da alcuni tra i più significativi scrittori migranti che scrivono in lingua italiana, tutti residenti nel nostro Paese, per uno sguardo a più occhi e a più voci sull’Italia di oggi. Ne scaturisce uno scenario spietato, a volte molto amaro, dove gli “italiani brava gente” spesso ne escono con le ossa rotte.
    È questo Permesso di soggiorno: gli scrittori stranieri raccontano l’Italia il libro curato dal giornalista scrittore Angelo Ferracuti per Ediesse editore.
    Gli autori vengono da Romania, Argentina, India, Cina, Egitto, Palestina, Algeria, Eritrea, Senegal, Congo, Togo e affrontano nei loro racconti i temi più diversi, dalla condizione di sradicamento sociale e culturale, al lavoro assoggettato e sfruttato, fino a tematiche più private, oppure simboliche legate alle culture di riferimento.
    Ai racconti degli scrittori stranieri che scrivono in lingua italiana fa da “controcanto” una sequenza di immagini del fotografo Mario Dondero, che ritrae gli emigrati nostri, italiani, degli anni cinquanta e sessanta. Sono ad Eboli, da dove partivano, poveri e affamati, o in marcia durante uno sciopero alla Renault in pieno sessantotto francese, oppure a Marcinelle, nella miniera dove nel 1956 ne morirono 136, braccati dalle fiamme, soffocati dall’ossido di carbonio.

    reato di clandestinità

    Il reato di cui all’art. 10bis del TU (286/98) ed altre fattispecie connesse alla condizione dello straniero irregolare

     

    Fonte: www.meltingpot.org
    a cura dell’Avv. Guido Savio del Foro di Torino
    Relazione discussa in occasione del corso di formazione ed aggiornamento sulla normativa in materia di immigrazione organizzato dal Progetto Melting Pot Europa e da Asgi a Padova dal 21 maggio al 25 giugno 2010


    Introduzione
    Dopo aver esaminato la disciplina delle espulsioni amministrative e del trattenimento nei C.I.E. nello scorso incontro, vediamo ora le fattispecie penali connesse con la condizione di irregolarità degli stranieri. Si tratta di fattispecie funzionali, almeno nell’intento del legislatore, al rafforzamento dell’attività amministrativa volta all’esecuzione delle espulsioni: in questo senso il ricorso allo strumento penale è sussidiario rispetto all’attività della P.A.
    Studieremo l’aggravante c.d. “di clandestinità” di cui all’art. 61, n. 11 bis, c.p. – introdotta con la Legge 185/2008 -, il reato di ingresso e soggiorno illegale degli stranieri in Italia di cui all’art. 10 bis T.U. 286/98 – introdotto con la L. 94/2009 -, vedremo i rapporti tra reato e aggravante e, infine, ci soffermeremo sulle modifiche apportate dalla legge 94/09 all’art. 14, co. 5 ter e quater T.U. 286/98.

    L’AGGRAVANTE DI “CLANDESTINITA’”
    - 1. La circostanza aggravante di cui all’art. 61, n. 11 bis, c.p.: la sua evoluzione normativa
    La scelta di introdurre una nuova aggravante applicabile allo straniero irregolare è stata un’opzione di ripiego del legislatore del 2008, perché originariamente si pensava ad un’autonoma fattispecie di reato; soltanto col secondo “pacchetto sicurezza” del 2009 riprende forza l’idea originaria sia pure in forma di contravvenzione. Consegue che vi sia una duplicazione del rilievo penale della medesima situazione di fatto: oggi, infatti, l’irregolarità del soggiorno è, al tempo stesso, sia circostanza aggravante che autonoma fattispecie di reato. Situazione, questa, che pone non poche difficoltà all’interprete.
    Aggrava il reato “l’avere il colpevole commesso il fatto mentre si trova illegalmente nel territorio dello Stato”.

    03/07/10

    Obama & immigration reform

    Remarks by the President on Comprehensive Immigration Reform
    American University School of International Service, Washington, D.C.

     


    USA: Obama lancia ufficialmente la riforma della legge sull’immigrazione. “Una delle sfide fondamentali del nostro tempo”.
    11 milioni di illegali arrivati “per cercare un posto migliore” sono ora costretti a “vivere nell’ombra e subire abusi”. È un dovere morale risolvere la questione per continuare ad essere “nazione di immigrati”.


    “Una delle sfide fondamentali” del nostro tempo, per questo è “necessaria e urgente” una riforma in materia di immigrazione. Così il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha introdotto il “major speech” pronunciato ieri alla American University di Washington.

    Obama ha ribadito che quella dell’immigrazione è – al pari di quella sanitaria, finanziaria ed energetica – una riforma obbligata, “e questa amministrazione si rifiuta di ignorare le sfide fondamentali”. Sfide che, in quanto tali, dovrebbero essere affrontate con spirito bipartisan, perché riguardano appunto le fondamenta stesse dell’idea di America. “È tempo di una riforma onnicomprensiva che tenga conto delle legittime aspettative di tutti - ha detto Obama rivolgendosi direttamente al Congresso - e per raggiungerla è necessario un approccio pragmatico”.

    Per il Presidente, la “stragrande maggioranza” degli oltre 11 milioni di “immigrati senza documenti” è qui “per cercare un posto migliore dove vivere e lavorare”. Ma siccome sono costretti a “vivere nell'ombra” sono esposti allo sfruttamento sul lavoro e non possono denunciare i crimini. Per questo occorre una riforma quanto mai necessaria per riuscire finalmente a ristabilire lo spirito dell’America come “nazione di immigrati” dove “non è importante la nascita e le radici ma la fede nel fare grande il Paese e aggiustare un sistema che non funziona, sia ai confini che per quanto riguarda le procedure legali che, tra burocrazie e lungaggini, possono durare anche anni”.

    02/07/10

    Corso per la preparazione di esperti in Migrazione e HIV&AIDS


    Corso teorico-pratico per la preparazione di esperti in Migrazione e HIV&AIDS

    il distretto senza regole degli abiti low cost

    Prato: un libro inchiesta sul distretto cinese della moda. L’unico comparto a non aver risentito della crisi economica.

    “L’assedio cinese. Il distretto senza regole degli abiti low cost di Prato”, saggio di Silvia Pieraccini
    È l’unico distretto industriale d’Italia che, nei due anni più terribili per l’economia mondiale, ha continuato a galoppare incurante della crisi. Anche se nessuna statistica l’ha rilevato, perché si nutre di illegalità e manodopera clandestina. A raccontare evoluzione e (nuovi) rischi del distretto cinese degli abiti low cost di Prato – cioè della più strabiliante e produttiva fabbrica di moda made in Italy, paragonabile per dimensioni a colossi come Zara e H&M – arriva in libreria la seconda edizione aggiornata di L’assedio cinese. Il distretto senza regole degli abiti low cost di Prato, saggio della giornalista Silvia Pieraccini (Gruppo 24 Ore, 124 pagine, 14 euro).

    i nuovi italiani



    I Nuovi italiani - "Chi nasce in Italia è italiano"

    Iniziativa del Forum Immigrazione Pd dal 1 al 4 luglio

    Dalle ore 18.00 - Circolo degli Artisti
    Via Casilina Vecchia, 42 - Roma