Lavoro: diminuiscono del 20% gli infortuni dei lavoratori stranieri nell’ultimo anno, una diminuzione doppia rispetto al totale dei lavoratori.
Soddisfatti all’Inail che attribuiscono il risultato a migliori livelli di prevenzione ed a “una riduzione delle opportunità lavorative” a causa della crisi economica.
Diminuiscono gli infortuni dei lavoratori stranieri nel corso del 2009, passando dai 143.641 casi del 2008 ai 119.193 dello scorso anno, con un calo del 17%.
A rilevarlo è stata l’Inail nel corso della presentazione del bilancio annuale avvenuta ieri a Roma. “Inedita” è stata definita tale diminuzione che, secondo i dati diffusi dall’ente, è stata doppia rispetto alla media generale dei lavoratori, che ha visto un decremento del 9,7%.
Soddisfatti i vertici dell’Istituto che hanno registrato una diminuzione degli infortuni di 85mila nell’ultimo anno, la più alta dal 1993.
Gli incidenti mortali sono stati 1.050, 70 in meno rispetto all’anno precedente. Di questi 150 (15%) sono stati di cittadini stranieri (erano 189 nel 2008).
La flessione degli incidenti tra gli immigrati ha riguardato prevalentemente la componente maschile (-20,3%) rispetto a quella femminile (-4,9%) e si è verificata in modo particolare nell’industria manifatturiera “notoriamente ad alta presenza di lavoratori stranieri nei quali la crisi produttiva e occupazionale è stata più acuta”, sottolinea l’Inail, attribuendo la flessione, come nell’andamento generale, alla crisi dello scorso anno ma anche alle migliori condizioni di lavoro.
“Il calo è da attribuire, in parte, alla riduzione complessiva delle opportunità di lavoro che ha interessato tutta la popolazione del Paese e, dunque, anche gli stranieri, colpiti, peraltro, da livelli di precarietà superiori agli italiani. In parte anche consistente, però, al miglioramento delle loro condizioni per quanto riguarda prevenzione e sicurezza”. Rumeni, marocchini e albanesi sono, nell’ordine, le comunità che ogni anno denunciano il maggior numero di incidenti, totalizzandone il 40%. Se si considerano, poi, i casi mortali la percentuale supera il 50%.