16/07/10

International Migration Outlook 2010



Le migrazioni internazionali in altalena a causa della crisi economica: brusca diminuzione dei flussi degli ultimi due anni, ci si aspetta ora un vigoroso aumento con la ripresa.

È quanto emerge dal rapporto sulle previsioni per il 2010 dell’immigrazione internazionale (International Migration Outlook 2010) realizzato dall’Ocse .

“È importante ricordare – ha commentato il segretario generale dell’Ocse, Angel Gurria – che gli immigrati contribuiscono in modo importante all’economia nazionale specialmente quando i tempi sono buoni. Le attuali difficoltà economiche non cambieranno le tendenze demografiche a lungo termine e non dovrebbero essere usate come una scusa per limitare eccessivamente l’immigrazione. È importante che le politiche per l’immigrazione abbiano delle prospettive a lungo termine”.

L’immigrazione regolare di tipo permanente degli stranieri nei Paesi Ocse (circa 4,4 milioni) è calata del 6% nel 2008, il primo declino dopo cinque anni di crescita media in ragione dell’11%. Una diminuzione concentrata però in un numero limitato di Paesi e che non ha riguardato tutti gli Stati membri e dovuta in parte ai flussi straordinariamente alti verificatisi nel 2007. Cionondimeno, il declino dei flussi è continuato nel corso del 2009 con l’immigrazione diminuita nella maggior parte dei Paesi Ocse conseguentemente alla crisi economica.

Il calo – spiega l’Ocse – riflette una diminuzione della domanda di lavoro nei Paesi Ocse che ha colpito in particolare i giovani e gli immigrati. Il rapporto rileva che i governi dei Paesi Ocse dovrebbero quindi fare ogni sforzo per assistere gli immigrati che hanno perso il lavoro, garantendo loro gli stessi diritti dei disoccupati locali sia fornendo supporto per cercare lavoro sia aiutandoli con corsi di lingua per aiutarli ad integrarsi. Secondo l’Ocse, senza un aumento degli attuali tassi di immigrazione, la popolazione in età lavorativa nei Paesi Ocse crescerà solo del 1,9% nei prossimi 10 anni rispetto a un incremento dell’8,6% tra il 2000 e il 2010.

Nessun commento:

Posta un commento