I lavoratori stranieri come valore economico per la società italiana. Uno studio della Fondazione Moressa.
Sono il 9,1% degli occupati, dichiarano 40 miliardi di euro e ne pagano 6 di Irpef. Con la crisi in aumento la disoccupazione.
Due milioni di lavoratori, quasi uno su dieci degli occupati, che versano 6 miliardi di imposte sul reddito (il 4,1% del totale) e che hanno subito gli effetti più duri della crisi economica.
È il quadro che emerge sui lavoratori stranieri nel Rapporto Annuale sull’Economia dell’Immigrazione 2011 realizzato dalla Fondazione Leone Moressa e patrocinato dall’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) e dal Ministero degli affari esteri, e presentato ieri a Milano.
L’abstract in italiano del Rapporto.
Secondo il Rapporto, dal 2008 al 2010 si è assistito in Italia ad un aumento del tasso di disoccupazione straniera di 3,5 punti percentuali passando dall’8,1% all’11,6% e raggiungendo 274mila immigrati senza lavoro. Questo significa che nel biennio considerato un nuovo disoccupato su quattro ha origini straniere. Per quanto riguarda gli occupati (che sono oltre 2 milioni di soggetti), per la maggior parte si tratta di lavoratori dipendenti (86,0%), giovani, inquadrati come operai (89,9%), dalla bassa qualifica professionale, nel settore del terziario (51,3%) e in aziende di piccola dimensione (il 53,4% lavora in imprese con meno di 10 persone).
In Italia si contano complessivamente 3,2 milioni di contribuenti nati all’estero (dati riferiti ai redditi del 2009) che dichiarano oltre 40 miliardi di euro: tradotto in termini relativi, si tratta del 7,9% di tutti i contribuenti e del 5,1% del reddito complessivo dichiarato in Italia. Gli stranieri dichiarano mediamente 12.507 euro (7mila in meno rispetto agli italiani) e si tratta quasi esclusivamente di redditi da lavoro dipendente. Nel 2009 i nati all’estero hanno pagato di Irpef quasi 6 miliardi di euro (pari al 4,1% dell’intero Irpef pagato a livello nazionale) che si traduce in 2.810 euro a testa. Ma gli stranieri beneficiano, più degli italiani, di detrazioni fiscali a causa principalmente del basso importo dei redditi stessi: infatti il 64,9% dei nati all’estero che dichiara redditi paga effettivamente l’Irpef, contro il 75,5% dei nati in Italia.
“La raccolta e l’analisi dei dati sull’impatto economico dell’immigrazione” affermano i ricercatori della Fondazione Leone Moressa “permette di delineare un profilo il più possibile oggettivo del fenomeno migratorio, affinché questo non faccia parte esclusivamente delle agende politiche sulla sicurezza ma che sia riconosciuto come vero e proprio strumento di sviluppo economico, prosperità e competitività: in sostanza un valore economico per la società”.
aggiornamento manuale e quadro della normativa
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http://briguglio.asgi.it/immigrazione-e-asilo/2016/settembre/sinottico-normativa-52.html troverete
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8 anni fa
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