16/03/12

immigrazioneoggi intervista Monnanni di Unar

Massimiliano Monnanni
Intervista a Massimiliano Monnanni,direttore generale dell’Ufficio nazionaleantidiscriminazioni razziali (Unar) presso la Presidenza del Consiglio dei ministri.

Alberto Colaiacomo

Oltre mille segnalazioni di discriminazione giunte all’Unar nel corso del 2011, un incremento del 30% rispetto all’anno precedente. È il dato di maggior rilievo che emerge dalla Relazione sulla parità di trattamento e la xenofobia e discriminazione in Italia che avete presentato al Parlamento. Secondo lei il dato si spiega con la crescita di episodi discriminanti oppure per una migliore e più capillare presenza dell’Ufficio che lei dirige?

L’Unar del 2012 è completamente diverso da quello che ho trovato nel 2009. Proprio partendo da un bilancio di quanto fatto nel corso dei primi anni di attività dalla sua istituzione, l’Ufficio è stato integralmente ripensato e riorganizzato. Non più come un ufficio “nazionale” avulso dal territorio e dalla società civile, ma come una “cabina di regia” dove trovano spazio tutti i soggetti pubblici e privati che lavorano quotidianamente per prevenire e combattere le discriminazioni. Di qui una rinnovata fiducia, che ha portato al raddoppio delle testimonianze da parte di cittadini su eventi a sfondo razzista in soli due anni, al triplicarsi delle istruttorie, di cui oltre un terzo aperte autonomamente dall’Unar. Direi quindi, grande capacità di far emergere i fenomeni di razzismo, perlopiù sommersi, fenomeni che però sono comunque in aumento.


Due gli ambiti in cui emergono in modo particolare gli episodi che riguardano i cittadini stranieri: i media ed il mondo del lavoro. Perché secondo lei?

Il dato del settore “Media” è indubbiamente eloquente. Si tratta però non solo di fenomeni di stereotipizzazione degli stranieri o di altri target a rischio di discriminazione e pregiudizio, ma soprattutto del propagarsi irrefrenabile di xenofobia e razzismo on line, a partire da social networks e blog. Unar ha deciso di contrastare con decisione questi fenomeni e lo fa con efficacia in stretta collaborazione con la Polizia postale, anche se esistono limiti normativi che potranno essere superati solo attraverso la ratifica, da noi sollecitata, del Protocollo addizionale alla Convenzione sul cybercrime del Consiglio d’Europa. Sul lavoro l’Unar, grazie ad un accordo operativo con le organizzazioni sindacali e datoriali ha svolto una intensa attività di sensibilizzazione che ha condotto ad azioni positive e iniziative pilota. Tutte queste iniziative hanno iniziato a dare frutti, facendo incrementare le segnalazioni in materia di discriminazioni nei luoghi di lavoro. La crisi economica, poi, acuisce la situazione ed oggettivamente ha influito.


Numerosi sono stati i pronunciamenti dell’Unar contro i provvedimenti degli enti locali per le politiche sociali discriminanti verso gli stranieri. Oltre alle censure si sta pensando a misure per informare meglio gli amministratori?

Riteniamo che gli amministratori siano già ben informati e non crediamo certo che la maggioranza delle istruttorie di questo tipo dipenda da assenza di informazione sulla normativa. Ciò non toglie che, in ogni contesto, l’Unar svolge sempre e comunque una diffusa azione informativa e di prevenzione. Lo stesso strumento dei protocolli che abbiamo sottoscritto con numerosi enti locali va in questo senso. Dalla seconda metà del 2011 poi, proprio al fine di prevenire il diffondersi di condotte discriminatorie da parte di altre pubbliche amministrazioni, in particolare ma non solo locali, l’Unar emana delle vere e proprie raccomandazioni in cui si affrontano globalmente temi che sono stati oggetto ricorrente delle istruttorie dell’Ufficio. Siamo partiti dai servizi sociali, per poi passare all’edilizia residenziale pubblica, alle assicurazioni “etniche”, alla residenza anagrafica. La funzione delle raccomandazioni è appunto “preventiva” serve ad evitare che altri Comuni o pubbliche amministrazioni incorrano in condotte discriminatorie. Proprio per questo le diffondiamo anche tramite le Prefetture e gli organismi di rappresentanza del sistema delle autonomie locali.


Dopo aver lanciato l’allarme per le compagnie assicurative che penalizzavano i cittadini immigrati nelle polizze Rc-auto, l’ultimo Rapporto denuncia anche le pratiche discriminatorie delle agenzie immobiliari. Come pensate di intervenire?

Stiamo pensando di aprire un tavolo di lavoro congiunto e proporre un codice di condotta per le agenzie. Ma allo stesso tempo, anche sulla base di una ricerca pilota già svolta in una regione, riteniamo sia necessario pervenire ad uno studio approfondito della materia anche al fine di individuare ulteriori soluzioni anche di tipo legislativo.


Da qualche settimana il Governo italiano ha presentato alla Commissione europea la “Strategia di inclusione per rom, sinti e caminanti”. Un documento programmatico che vede proprio nell’Unar un punto di riferimento per l’attuazione del piano…

Sì. A mio avviso, quando con voto unanime l’Unar è stato scelto dal coordinamento interministeriale del Dipartimento per le politiche dell’Unione europea, si è proprio tenuto conto dell’autorevolezza e della expertise che l’Unar è riuscito a far crescere in questi ultimi anni. Abbiamo redatto una strategia che per la prima volta è stata davvero condivisa con la società civile, in primis le rappresentanza dei Rom e dei Sinti, lodata dall’Alto commissariato delle Nazioni unite per i rifugiati e definita “coraggiosa” dalla rappresentanza istituzionale delle Regioni. C’è un grande lavoro da fare, tutti insieme e con decisione per ribaltare una concezione “emergenziale” che oltre ad essere stata dichiarata illegittima dal Consiglio di Stato è stata ripetutamente censurata dagli organismi internazionali e nel cui ambito come Unar siamo intervenuti in diverse singole occasioni di evidente discriminazione. In questo senso l’impegno assunto dal ministro Riccardi in prima persona nella guida del tavolo interministeriale di indirizzo politico e la sua prossima presenza a Bruxelles il 22 marzo alla sessione straordinaria convocata dalla Commissione europea proprio per discutere la piattaforma sui Rom danno il senso della svolta, assolutamente inedita, che l’Italia sta facendo su un tema cosi difficile.


Dal 21 al 28 marzo l’Unar organizza la “VIII Settimana di azione contro il razzismo”, un appuntamento tradizionale di sensibilizzazione. Quali le novità di quest’anno?

Come dicevo all’inizio dell’intervista, l’Unar è cresciuto molto dal 2009 ad oggi. Per questo abbiamo deciso, anziché di sostenere iniziative pur lodevoli, ma realizzate da altri, di promuovere direttamente una grande manifestazione che si svolgerà contemporaneamente in 35 città italiane. Il 21 marzo, giornata internazionale contro il razzismo, alle ore 10.30 il Colosseo a Roma e tanti altri storici monumenti italiani saranno idealmente e materialmente abbracciati e circondati da altrettante “catene umane” contro tutti i razzismi. A comporle saranno ragazze e ragazzi, italiani e stranieri insieme a tutti coloro che vorranno unirsi a noi. Ma la VIII Settimana contro il razzismo prevede anche attività teatrali – tra cui il 19 marzo una serata speciale gratuita al Teatro Eliseo di Roma dedicato ai ragazzi senegalesi assassinati a Firenze in cui Ascanio Celestini ci parlerà di razzismo – sportive, culturali e nei luoghi di lavoro. Infine il 2 e il 3 aprile l’Unar promuove una conferenza internazionale sul tema “Media e discriminazioni” nel corso della quale insieme alla Federazione nazionale della Stampa e all’Ordine dei giornalisti andremo a mettere a punto una nuova strategia di prevenzione e contrasto, anche sulla base del panorama europeo di cui ci parleranno giornalisti di rilievo e rappresentanti delle Nazioni unite e del Consiglio d’Europa, oltre ai ministri Fornero e Riccardi.

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