08/03/12

Roma: con la “civil card”, nel X Municipio chi nasce in Italia è "italiano"

Fonte: redattore sociale

Approvata dalla Giunta municipale la delibera che istituisce la Civil Card, “un anticipato segno di riconoscimento, accoglienza e appartenenza ufficiale ad una comunità cittadina e municipale”. Copertura nei diritti civili fino all’ottenimento della citta
ROMA – Una tessera nominativa da rilasciare ai cittadini nati in Italia da genitori stranieri per certificare il loro diritto di pre-cittadinanza: è la Civil Card, approvata con delibera di Giunta dal X Municipio, martedi 6 marzo 2012. Rilasciata attraverso gli uffici anagrafici del piccolo Campidoglio di Cinecittà, la card ha lo scopo di ricordare ed esplicitare il diritto di riconoscimento delle cittadinanza italiana a tutti quei neo-diciottenni nati in Italia da genitori stranieri e residenti in modo continuativo e permanente.

 “La decisione del X Municipio - spiega una nota diffusa dalla stessa Giunta del X Municipio – s’inserisce in un’estesa campagna per estendere i diritti di cittadinanza anche ai figli degli immigrati, come peraltro già avviene negli altri paesi europei, una battaglia che vede in prima fila lo stesso presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, oltre allo stesso ministro Riccardi e a moltissime personalità politiche e religiose, a intellettuali, esponenti dell'associazionismo cattolico e laico, dei partiti, dei sindacati”.

Al compimento del diciottesimo anno di età, un giovane nato in Italia da genitori stranieri che dimostri residenza continuata e permanente può chiedere di ottenere la cittadinanza: il processo non è automatico e richiede un tempo in cui i diritti delle persone coinvolte sono per così dire “sospesi”. L’ordinamento giuridico italiano, infatti, non detta a livello costituzionale i principi relativi alle modalità di acquisizione della cittadinanza, ma individua nella legge n.91 del 1992 il principio generale nello “ius sanguinis”, ovvero nella trasmissione della cittadinanza per discendenza. Lo “iure soli” invece, ovvero il diritto all’ottenimento della cittadinanza connesso alla nascita nello Stato Italiano, non è presente nel nostro quadro normativo se non nelle fattispecie indicate dalla legge citata. Lo stesso diritto è comunque tutelato dalla Convenzione europea sulla Nazionalità.

Tra i “considerato” in delibera, si legge poi l’impostazione culturale da cui deriva l’atto amministrativo e anche la ratio che c’è alla base del provvedimento: “in ragione del fenomeno socio-demografico, è ormai in atto da tempo nel nostro paese un dibattito politico culturale e poltico in rodine all’opportunità di concedere la cittadinanza italiana ai figli, nati in Italia, di cittadini immigrati, in quanto spesso questi stessi bambini, ragazzi e ragazze sono perfettamente integrati sotto il profilo socio-culturale con la comunità italiana in cui stabilmente risiedono e di cui fanno integralmente parte, recependone la lingua, gli usi e i costumi”.

“Un provvedimento – ha dichiarato il gruppo consiliare del partito Democratico del X Municipio – che guarda al futuro e lascia in eredità una sfida che è una sfida di civiltà e di integrazione. Dopo il testamento biologico e il registro delle unioni di fatto, il Municipio aggiunge un altro pezzo al mosaico costruito in questi anni per il riconoscimento dei diritti civili delle persone”. “Un gesto di civiltà – ha dichiarato l’assessore al Bilancio del X Municipio, Massimo De Simoni (Pd) -, di inclusione e di apertura alle nuove culture che sono e saranno sempre più presenti nelle nostre città e nei nostri quartieri”.

“E’ un'iniziativa che con grande piacere abbiamo ritenuto di avviare – spiega il presidente del X Municipio, Sandro Medici – perché, nei limiti delle nostre competenze, sentiamo di dover aiutare il nostro paese a sanare una dolorosa ingiustizia civile e sociale, che continua a escludere dalla piena cittadinanza ragazze e ragazzi sostanzialmente italiani, ormai del tutto integrati con la nostra cultura; e tutto ciò – aggiunge – anche per opporci a una legislazione arretrata e dall'insopportabile sapore razzista”. “Con questa decisione della nostra giunta – spiega Maria Mazzei, assessore municipale alle politiche Sociali – il X Municipio continua nella sua battaglia per il rispetto di diritti civili finora negati: dopo il registro delle coppie di fatto, quello sul testamento biologico, ora vogliamo aprire questo nuovo capitolo sulla cittadinanza ai figli degli stranieri residenti a Roma”.

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