07/02/11

Bimbi rom, il dolore di Napolitano "Servono alloggi sicuri e dignitosi"

Comitato Tuscolano Immigrazione
Repubblica.it


Al richiamo del capo dello Stato si associa il vicepresidente della Commissione Ue, Viviane Reading: 'Integrazione in cima ad agenda politica'. Il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, chiede poteri speciali e nuove risorse per completare il Piano Nomadi. 'E se i rom non accettano condizioni chiederò affidamento dei minori'


ROMA - La morte di quattro bambini, arsi nel sonno 1 in una baracca di un accampamento sulla via Appia, a Roma, è il punto di non ritorno dell'emergenza rom in Italia. Raul, 4 anni. Fernando, 5. Sebastian, 11. Patrizia, 8 anni. Morti mentre i genitori, denunciati per abbandono di minore, erano andati a comprare del cibo. E' in loro nome che il presidente della Repubblica alza la voce 2 per una 'tragedia che pesa su tutti noi', perché non sia più tollerato, in Italia, il 'rischio' a cui sono esposte le comunità ridotte in 'accampamenti di fortuna, degradati e insicuri'.

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'Debbono essere tempestivamente ricollocate in alloggi stabili e dignitosi', tuona Giorgio Napolitano, dopo il toccante incontro con i genitori delle piccole vittime all'istituto di medicina legale.

E lancia il suo monito alle 'autorità locali e nazionali', che 'non possono non sentirsi impegnate ancor più fortemente a dare soluzione a un problema così grave in termini umani e civili'.

Sollecitazione che preme sull'Italia anche dall'Unione europea. Di Roma parla Viviane Reding, vicepresidente della Commissione europea e responsabile per la giustizia, che la scorsa estate si era scontrata con il presidente francese Nicolas Sarkozy sulle espulsioni dei rom. 'La tragedia di ieri dimostra che la loro integrazione deve restare in cima alle priorità dell'agenda politica - commenta la Reading -. Per la Commissione, la questione dei rom è molto più di una semplice storia estiva'.

In attesa di una risposta del governo, il primo destinatario dell'esortazione è ovviamente il sindaco di Roma. Su Gianni Alemanno, che dello smantellamento dei campi abusivi ha fatto un marchio negli anni della sua amministrazione, piovono le accuse dell'opposizione e di Famiglia Cristiana 6, oltre al lamento della organizzazioni umanitarie. E anche il padre dei bambini dichiara: 'Qualcuno dice che non abbiamo accettato accoglienza, non è vero. Il Comune e nessun altro ce lo ha mai proposto. Inoltre siamo stati sgomberati più volte'.

Ma il primo cittadino della Capitale non ci sta che passi l'idea di quattro bambini che perdono la vita per il destino dimenticato della loro comunità. Alemanno proclama il lutto cittadino per mercoledi, giorno in cui le salme di Raul, Fernando, Sebastian e Patrizia saranno rimpatriate in Romania a spese del comune. Ma subito dopo chiede al governo poteri speciali 7 e nuove risorse, 30 milioni di euro, per completare il piano nomadi, dopo i 32 milioni già stanziati da Comune, Regione e Governo, di cui 20 già spesi.

'Non possiamo permettere che la gente continui a vivere in baracche di plastica, dove basta un cerino che cade nel posto sbagliato per farle diventare dei forni crematori a cielo aperto - denuncia il sindaco -. Chiederò poteri speciali per il prefetto, perché possa dare atto al piano nomadi. Questo campo non è stato sgomberato perché c'erano dei bambini, ma finché la questione nomadi sarà trattata in questa maniera e avrà ostacoli burocratici, rimarrà un'emergenza, come lo è da due anni'.

Appena lo scorso giugno, Alemanno aveva annunciato 'nuovi insediamenti nel giro di otto mesi, entro la primavera del 2011 la definitiva attuazione al piano prefettizio'. Ovvero, via tutti gli insediamenti abusivi per lasciare il posto a tredici villaggi autorizzati, due nuovi accampamenti e una struttura di transito. Tutto per assicurare condizioni di vita dignitose a seimila rom, perché, diceva il prefetto, 'Roma non può contenerne di più'.

Forse Alemanno questa volta non dovrà urlare per farsi ascoltare. 'Vogliamo rompere tutti i vincoli, tutti i lacci e laccioli che ci hanno bloccato in questi anni e hanno rallentato la nostra azione. E vogliamo battere anche la culture del no, bisogna procedere immediatamente allo sgombero dei microcampi abusivi. Oggi a Roma ci sono ancora 2.200 persone che stanno in questi microcampi: devono essere sgomberati tutti con delle misure di emergenza'.

Per il momento è già stato smantellato il campo abusivo dove il fuoco ha messo fine alle vite di Raul, Fernando, Sebastian e Patrizia. Gli abitanti dell'insediamento, una ventina, sono stati portati in una struttura di accoglienza del Comune. Nei prossimi giorni altre bonifiche e sgomberi riguarderanno gli altri due campi abusivi della zona. Per fare presto, dal vertice avvenuto in giornata tra il sindaco Alemanno, il prefetto Giuseppe Pecoraro e l'assessore alle Politiche sociali Sveva Belviso la richiesta alla Protezione civile per l'allestimento di tendopoli e al ministero della Difesa di concedere le caserme dismesse.

Ma la triste storia di Raul, Fernando, Sebastian e Patrizia obbliga a un'attenzione precisa sulla tutela, il rispetto, la garanzia dei diritti dei bambini. Il diritto a vivere un'infanzia felice. Per questo, Alemanno pone un aut aut alle comunità rom: o accettano le condizioni per vivere in sicurezza nei nuovi campi o 'si potrà procedere anche all'affidamento dei minori. Le tendopoli serviranno a questo. Se c'è un rifiuto da parte delle famiglie deve essere fatto l'affidamento'. Esclusa dal sindaco ogni ipotesi di case popolari. 'Hanno una graduatoria, sono un altro problema, qua siamo di fronte a situazione di emergenza'.

La procura di Roma ha intanto aperto un fascicolo contro ignoti per abbandono di minori."

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