13/03/11

limes: il grande tsumani

PARTE I AL FRONTE LIBICO


Vincenzo CAMPORINI - 'Nelle partite d'Egitto e Libia perde l'Occidente, vince la Cina'

CARLOS - Quattro cose da fare subito per non lasciare il Nordafrica a Cina, Iran e qaidisti (con una scheda di Lorena DE VITA)

L’Italia deve convincere tutti gli occidentali a trattare con qualsiasi nuovo governo emergesse nella regione, anche se aperto ai Fratelli musulmani. Bisogna chiudere la partita israelo-palestinese e promuovere un vero Piano Marshall mediorientale.


Germano DOTTORI - Disinformacija: l’uso strategico del falso nel caso libico

La conquista del dominio sulle informazioni è la posta in gioco decisiva nei conflitti moderni, come conferma il Nordafrica. L’asimmetria delle strategie comunicative e i suoi effetti. La trappola delle emozioni. Se l’America cessa di garantire la stabilità.







Karim MEZRAN - Perché il colonnello si sentiva al sicuro

Equilibri tribali, pervasivi apparati di sicurezza e relativo benessere sembravano proteggere il regime dall’onda delle rivolte. Ma la rabbia dei giovani, eccitata da informazioni spesso false delle tv arabe, ha scatenato l’insurrezione.





Claudia GAZZINI - Non solo tribù

È semplicistica la lettura degli eventi libici in chiave ancestrale, quasi che il futuro di quel paese sia predeterminato: da Gheddafi

il potere passa ai leader tribali. Molti cittadini della Libia non accettano questa logica. L’Est non vuole staccarsi da Tripoli.





Aldo NICOSIA - Tante tribù e nessuna nazione

Gheddafi ha cercato inutilmente prima di conculcare poi di manipolare le strutture tribali. Se mai in Libia si affermerà uno Stato, dovrà superare le resistenze culturali e geopolitiche dei vari clan e sotto-clan. Come sperano molti giovani.







Lorenzo DECLICH - Al-Qā'ida in Libia, la polpetta avvelenata dei Gheddafi

Le ambigue manovre di Muammar e del figlio Seyf al-Islam, che evocano la minaccia dei jihadisti mentre ne liberano in gran quantità alla vigilia della rivolta. Derna come crocevia islamista nei cablo di WikiLeaks. Un esempio per altri dittatori?







Margherita PAOLINI - Sotto le rivolte, gas e petrolio

L’energia è una decisiva posta in gioco nella ‘primavera araba’, specie nel caso libico. L’uso privato delle risorse nazionali da parte dei regimi, d’intesa con le companies, è alla radice della rabbia dal Mediterraneo al Golfo Persico. Chi e come gioca sui prezzi.







Giorgio ARFARAS - Risanamenti facili e tirannie

Perché era sbagliato entusiasmarsi per la gestione del debito pubblico nel ‘mondo emergente’ trascurando la forza della politica. Le sollevazioni in corso non dovrebbero provocare uno shock petrolifero. A meno che non salti l’Arabia Saudita.







PARTE II L'EGITTO SENZA FARAONE







Marco HAMAM - La vittoria dei giovani e di Facebook

La caduta di Mubarak come frutto della rabbia giovanile contro il regime che li derubava del futuro, applicata al social network più efficace. Da Kifåya al Movimento 6 aprile e oltre, i documenti di un’insurrezione senza ideologia.







Lorenzo TROMBETTA - Diario di una rivolta tenace

Il resoconto dei giorni che hanno cambiato l’Egitto. Le voci dei giovani che hanno organizzato le manifestazioni del Cairo. Tutti insieme contro Mubarak, cristiani e musulmani, guidati dall’ostinazione e dalle nuove tecnologie.







Mena MILAD e Mena FOUAD - Iskindiriyya kamān w kamān: Alessandria, la rivoluzione e il desiderio di risorgere

La rivoluzione nella grande città del Nord. I Fratelli musulmani, spiazzati dalla protesta, stanno ora cercando di affermare uno Stato islamico. Il caos del dopo-Mubarak. Le ambiguità copte e le speranze dei giovani.







Paola CARIDI - Chi comanderà al Cairo

Dai tentativi di riciclaggio dei mubarakiani alla deriva dei partitini e al dibattito interno alla Fratellanza musulmana, lo scenario politico messo in moto dalla rivoluzione di piazza Taḥrīr è pieno di incognite. Chi prenderà il voto dei giovani?







Ofir WINTER - Che ne sarà di Camp David?

Vista da Israele, la caduta di Mubarak apre seri interrogativi sul futuro della pace con l’Egitto. Dai Fratelli musulmani ai partiti liberali, l’antisionismo sembra la cifra del nuovo establishment. Tra distinguo e contraddizioni, forse c’è spazio per il pragmatismo.







Paul AMAR - Dietro le quinte della rivolta d’Egitto

Militari riformisti, magnati nazionalisti, sindacati e movimenti per i diritti civili: questa la vasta coalizione d’interessi che ha spodestato Mubarak. Sullo sfondo i mutamenti di un paese giovane, che sta cambiando pelle. Ma su cui il passato incombe ancora.







Iacopo TURRI - Gloria all’Egitto

Le armi nella storia egiziana, dai faraoni a Mubarak. Le radici militari di un grande paese, le cui Forze armate sono sempre al centro del potere. Nasser, Sadat e l’ombra di al-Ghazala. Le disperate speranze della rivoluzione.







Paolo BRUSADIN - Il potere militare, uno Stato nello Stato

La rivoluzione ha esaltato la popolarità delle Forze armate, che controllano buona parte dell’economia. Il ruolo chiave del generale Tantāwi. Lo schieramento alle frontiere, la questione di Gaza e la diffidenza verso la Nato.







Paola PIZZO - La rivoluzione islamicamente corretta

Sin dalle prime proteste i Fratelli musulmani hanno benedetto la rivolta egiziana. Nella caduta di Mubarak il movimento vede l’occasione di affrancarsi da decenni di ostracismo. Per questo, la sua svolta democratica potrebbe essere sincera.







Andrea TRENTINI - Al-Azhar cavalca il cambiamento

La grande moschea azharita e la sua antica università sono da almeno due secoli il simbolo della tradizione islamica egiziana. La partecipazione di studenti e professori alla rivoluzione può riportarla a una stagione di autonomia dal potere.







Gianni VALENTE - I copti hanno paura

Gli eredi diretti delle prime comunità cristiane d’Egitto sono il 10% della popolazione. La parabola di una società minoritaria e auto-organizzata. I freddi rapporti con Roma. La prudenza di papa Shenuda III si spiega con i riflessi delle persecuzioni passate.







Mirko COLLEONI - Aljazeera araba, regista visibile delle rivolte

Il canale in lingua araba dell’emittente qatarina ha dato il tono alle insurrezioni che stanno sconvolgendo Maghreb, Mashreq e Vicino Oriente. La repressione dei regimi ne ha esaltato il ruolo. Il caso egiziano e quello libico.







Augusto VALERIANI - Aljazeera e la rivoluzione si sono aiutate a vicenda

L’emittente qatarina ha svolto un ruolo centrale nella rivoluzione egiziana e nei sollevamenti regionali in corso. Ciò è funzionale alla geopolitica di Doha. Ma serve anche l’interesse della tv a sbarcare sul mercato Usa.







Fabio MINI - Alla guerra dei bit

Le rivolte nordafricane hanno consacrato definitivamente Internet e lo spazio virtuale come ambito di azione politica e militare del XXI secolo. Siamo agli albori della cyberwar, che ridisegnerà la dottrina strategica e il volto dei conflitti. Ecco come.







Remigio BENNI - Nell’emergenza economica l’ultima parola sarà dei militari

Povertà crescente, inflazione al 20%, crescita frenata. Nell’Egitto del dopo-piazza Taḥrīr, mentre alcuni politici corrotti vengono arrestati e si diffondono gli scioperi, le Forze armate difendono i loro privilegi.







Gianni DE MICHELIS - Europa, batti un colpo!

Le rivolte che spazzano il Nordafrica mettono in evidenza il vuoto politico a nord del Mediterraneo. Mentre il Maghreb brucia, Ue e Italia brillano per la loro assenza. Declino nostrano e risveglio africano sono due facce della stessa medaglia.







PARTE III COME CAMBIA IL MEDIO ORIENTE







Giulio ALBANESE - I Sudan saranno due forse anche di più

La schiacciante vittoria degli indipendentisti apre la via alla secessione del Sud dal resto del Sudan. Ma il groviglio di interessi economici, rivendicazioni etniche e dispute fra comunità religiose lascia tutto nell’incertezza. Le contese sui confini.





















Barry RUBIN - Se vince l’Egitto perdiamo noi

La caduta di Mubarak rappresenta una sconfitta strategica per l’Occidente e per Israele. Con il ra'īs se ne va un bastione della stabilità regionale e un argine all’islamismo militante. Dobbiamo sperare nella democrazia. Ma intanto, è meglio prepararsi al peggio.







Reuven PEDATZUR - Perché Israele non deve temere i Fratelli musulmani

I rivolgimenti in corso in Medio Oriente accentuano l’isolamento di Gerusalemme nella regione. Ma anche se al Cairo dovesse formarsi un governo con elementi islamisti, i rapporti di forza resterebbero favorevoli allo Stato ebraico.







Umberto DE GIOVANNANGELI - In Palestina il passato non passa (in appendice Ahmad YŪSUF - ‘In Egitto e in Palestina vincerà il popolo’)

Le rivolte nordafricane ripropongono una leadership palestinese divisa e contraddittoria. La caduta di Mubarak mescola le carte tra gli orfani dell’ex faraone. Ḥamās e Anp temono i loro giovani e il ghibli di libertà e democrazia che li ha raggiunti.







Fawaz A. GERGES - La tempesta perfetta

In Medio Oriente assistiamo a una svolta epocale, che ridisegnerà il volto della regione. Mentre i popoli reclamano diritti, le élite esitano tra riforme e repressione. Il ruolo degli islamisti. L’incognita dei militari. L’Occidente lanci un nuovo Piano Marshall.







Graham E. FULLER - ‘Lo scontro di civiltà è una nostra invenzione’

Conversazione con Graham E. FULLER, ex vicepresidente del National Intelligence Council e professore di Storia presso la Simon Fraser University

a cura di Dario FABBRI







Lorenzo DECLICH - Tunisia, la rivoluzione modello

L’ondata rivoluzionaria è scaturita dal piccolo Stato nordafricano, contro il cui tiranno si era concentrata l’insofferenza di una società giovane. La ‘cultura dell’umiliazione’ e il senso di ingiustizia come cifre della rivolta. Il ritorno della politica.







Marco IMPAGLIAZZO - L’Algeria cerca un futuro

Il paradosso di un paese potenzialmente ricco, molto giovane, ma devastato dalla corruzione e dominato dai militari. La memoria della guerra civile pesa sulle prospettive attuali. Il potere della paura e l’impotenza della rabbia.







Antonella CARUSO - L’Iraq al bivio

Sotto l’abile regia del primo ministro al-Mālikī, è in corso il tentativo di ricostruire lo Stato iracheno lungo linee democratico-consensuali e federali. L’esperimento curdo e l’influenza turca. Il ruolo dell’Iran. Le fibrillazioni tribali nell’Anbār.







Nicola PEDDE - L’Iran si tiene stretta la sua rivoluzione

A dispetto dei miraggi occidentali, gli iraniani hanno accolto con freddezza le rivolte in Nordafrica. Per quanto carente, il sistema politico di Teheran gode ancora di consenso sociale, grazie anche alla sua percepita riformabilità. È Khamenei ad essere in bilico.

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