23/08/10

Grazie dei 300 euro, Sarkò. Li prendo, parto e...tornerò

Grazie dei 300 euro, Sarkò. Li prendo, parto e...tornerò
dal blog di Corrado Giustiniani I NUOVI ITALIANI
 Per cominciare ricordiamo i fatti. Il presidente francese Nicolas Sarkozy, che fra l'altro è figlio di un aristocratico ungherese di etnia rom, Paul Sarkozy, ha deciso di incentivare il rimpatrio entro agosto di 850 persone di origine rom o tzigana o zingara che dir si voglia, in assoluta prevalenza verso la Romania. Ai rom vengono offerti il passaggio aereo e 300 euro, più 100 euro per ciascun figlio. Il 19 agosto, in particolare, è atterrato a Timisoara un aereo con 89 rom a bordo, il 20 ne sono partiti 130 da Parigi alla volta della Romania e della Bulgaria, il 26 agosto sono programmati altri 160 rimpatri e così via. A quanto pare i rom destinatari di questo progetto di “rientro volontario” occupavano campi abusivi, soprattutto alla periferia di Parigi.

Roberto Maroni ha colto la palla al balzo per scavalcare addirittura il presidente della Repubblica francese. Lo ha fatto con un'intervista al Corriere della Sera di sabato 21 agosto, nella quale era davvero difficile non ravvisare la volontà di creare un clima preelettorale. La Francia «non sta facendo altro che copiare l'Italia». Sono anni che adottiamo «la tecnica

dei rimpatri assistiti e volontari. Nel 2007 usò questa strada pure il sindaco di Roma, che non era Jean-Marie Le Pen, ma Walter Veltroni». Anche l'attuale sindaco, Gianni Alemanno, ha appena messo a punto un piano di rientro. Ma, per il ministro dell'Interno, è venuto il momento di fare un passo in più, rispetto a Sarkozy: espellere anche i cittadini comunitari. «Sì, espulsioni come per i clandestini, non rimpatri assistiti e volontari».

Ma progetti come quello di Sarkozy, possono funzionare davvero? «Assolutamente no», è la risposta pronta di Miruna Cajvaneanu, titolare del blog Romeni in Italia, che fornisce notizie in tempo reale sulla comunità italo-romena, inchieste, dossier e notizie dalla Romania e che è una miniera di informazioni sui cosiddetti rimpatri assisititi. «Si direbbe che la Francia non abbia imparato niente dal piano ARH che aveva approvato in passato - ricorda la giornalista freelance, collaboratrice del periodico Gazeta Romaneasca - E cioè quell'Aide au retour humanitaire che si è rivelato un fallimento totale. Molti rom hanno preso i soldi e sono partiti per la Romania per poi tornare di nuovo in Francia».

Nel 2007 ben 1693 romeni hanno beneficiato dell'aiuto ARH e nel 2008 il numero è salito a 8245. A tracciare un bilancio di quella esperienza è il quotidiano romeno Evenimentul Zilei , con un'inchiesta dal titolo emblematico: “Un ottimo affare”. Anche allora la Francia offrì una somma di circa 300 euro ai romeni che volevano tornare, soprattutto rom delle periferie parigine. Di più: c'era la promessa di stanziare 3000 euro per comprare animali da allevare in Romania. Molte persone erano ancora in Romania quando seppero del piano, e partirono per Parigi per prendere i soldi. «In questo modo sono stati letteralmente buttati dalla finestra 18 milioni di euro, che più utilmente potevano essere investiti nell'integrazione dei rom in Francia e nell'accesso alla casa».

Che le cose andranno allo stesso modo anche questa volta, è ferma convinzione di Ilie Dinca, segretario di Stato del governo romeno, e presidente dell'Agenzia nazionale romena per i rom, che così ha dichiarato: «Se quei cittadini hanno accettato la somma di 300 euro per adulto e 100 euro per bambino, quello che posso dire è che ringrazio le autorità francesi per aver dato un'opportunità ai rom romeni di fare una vacanza in Romania. E' stato pagato loro un biglietto aereo e hanno ricevuto pure una somma di denaro. Ma quelli che vogliono tornare, torneranno».

Del resto, i francesi stessi sono convinti che inconvenienti del genere si sono verificati in passato e potranno ripetersi adesso. Di più: è persino possibile che rom che già aderirono all'ARH, possano prendere anche i soldi della nuova iniziativa di Sarkozy. Per evitare il doppio indennizzo, è stato varato un sistema tecnologico chiamato “Oscar”, di cui riferisce Le Figaro: in pratica, un archivio elettronico contenente le impronte digitali di chi beneficia dei soldi. Se si capisce bene, chi vuole i soldi e il passaggio aereo, deve dare le impronte digitali. Che però non sono obbligatorie per legge: la questione, dunque, è assai delicata. Inoltre, se “Oscar” scatta adesso, non contiene di certo le impronte del passato.

Ma come andò con il piano di rimpatrio voluto da Veltroni? «Per quanto se ne sa - risponde Miruna - fece salire sull'aereo soltanto un mendicante, che era un rom romeno e disabile. Tutto questo avvenne subito dopo l'omicidio di Giovanna Reggiani da parte di Romulus Mailat. Poi la stampa mollò la presa e non se ne seppe più nulla». Il progetto Alemanno, infine. Il sindaco ne ha parlato ai primi di giugno dopo un viaggio in Romania: è indirizzato a 3.400 rom romeni privi di mezzi che vivono nella capitale. Riceverebbero un corso di formazione a Roma e una proposta di lavoro da aziende italiane in Romania, e poi anche romene, con un contributo del Campidoglio di 200 euro al mese per sei mesi per ciascun nucleo familiare: «Un altro buco nell'acqua: è un piano molto simile all'ARH francese. E' il mercato che fa le assunzioni, non questi incentivi del tutto insufficienti».

Ecco perché Maroni vorrebbe tagliare corto: espulsione per i comunitari che non hanno i requisiti di reddito e di alloggio. Tutto questo, semplicemente, contrasta con le norme di libera circolazione fra i cittadini dell'Unione europea. Ma va benissimo per una campagna elettorale.

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